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Musica

Noisey Mix: Dasychira

L'artista sudafricano ci fa fare un giro nel suo mondo ibrido, senza confini e pieno d'insetti.
Sonia Garcia
Milan, IT

Dasychira è Adrian Martens, artista sudafricano, originario di Johannesburg, da poco trasferitosi a New York, dove frequenta il secondo anno al Clive Davis Institute of Recorded Music. Fa musica da quando aveva 15 anni, ma il progetto più rappresentativo è proprio quest'ultimo, partito in concomitanza del suo trasferimento negli Stati Uniti. A gennaio di quest'anno Blueberry Records ha fatto uscire il suo EP Immolated, che vede collaborazioni con Embaci, Dviance, Kyselina per l'artwork—meraviglioso—ma anche l'artista di Johannesburg Bogosi Sekhukhuni, con il quale ha reinterpretato il concept del minialbum in forma di sito/esperienza web. "Con questo progetto," spiega Adrian in un'intervista per Washington Square News, "voglio esplorare la mia identità attraverso la lente di un insetto, come metafora del viaggio che sto intraprendendo." Il suo Immolated ne è perfetta rappresentazione: i suoni evocano il ciclo vitale di un insetto, sospeso tra vita, morte e reincarnazione, ripercorrendone il ruolo mitologico e spirituale, come d'altra parte innumerevoli civiltà antiche avevano già fatto in precedenza attraverso religione e teologia.

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Il mix che ci ha preparato oggi è una raccolta di brani a cui Adrian è particolarmente legato in questo ultimo periodo, suoi, di amici, vecchi e nuovi—come ci ha spiegato qua sotto. Il consiglio è di ascoltarlo con aperta la tab del sito di Immolated, il perché è presto detto.

Noisey: Ciao Adrian, come va? Ho visto da Instagram che sei in tour. Come sta andando?
In questo momento mi sto letteralmente inondando di sole californiano, sono arrivato a LA due sere fa. Il tour sta andando alla grande, e sono felicissimo di condividere l'energia fisica della mia musica con un'audience… mi sembra di riuscire a comunicare molto di più quando mi esibisco di persona.

Non so perché mentre ascoltavo il tuo mix ho tenuto la tab del tuo sito aperta, e suonava da dio! Parlamene un po', come lo definiresti?
Awww grazie! Il mix è un insieme di pezzi di amici, alcuni sudafricani, vecchie e nuove perle. È buffo che tu l'abbia ascoltato con sotto l'audio del sito, pare che parta in automatico a prescindere da chi ci stia navigando, ed è il motivo per cui Bogosi Sekhukhuni e io l'abbiamo disegnato in questo modo. Crea questa urgenza da parte dell'utente di adattarsi all'ecosistema della pagina.

Il tuo ep è una delle migliori cose che ho ascoltato quest'anno. La moltitudine di sovrapposizioni tra scienza e spiritualità mi affascinano da sempre, e il fatto che tu ne veda negli insetti un vivido esempio mi ha aperto la mente. Come ti ci rapporti ora come ora?
È molto bello da parte tua, lo apprezzo molto. In quell'EP ci ho riversato l'anima e il cuore, davvero. Ho avuto una mantide Phyllocrania paradoxa come animale domestico per un po' di mesi, ma è invecchiata e una notte se n'è andata dolcemente, mentre faceva la muta. Si chiamava Shadow. Amo ancora un sacco gli insetti. Mi sono imbattuto in queste piccole creature chiamate sputacchine nei boschi di Vancouver, ed erano come piccole e dolci ninfe. Immagino sia sempre diversa l'esperienza con gli insetti, a seconda di dove si va. Ce ne sono sempre di piccoli o grossi in ogni ambiente, è solo questione di prospettiva.

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Cosa ti ispira di più al momento? Qualche spoiler su progetti e temi futuri?
Ultimamente mi ritrovo ad essere molto ispirato dagli scacchi. Sono stato un appassionato giocatore per anni, e tutta la strategia dietro ha decisamente influenzato la mia etica creativa e di lavoro. A parte questo, sono rimasto estremamente affascinato dall'opera d'arte video di Andrea Crespo, Parabiosis: Neurolibidinal Induction Complex al Whitney Museum of American Art di New York. Crespo esplora il concetto di identità e al contempo le separa, attraverso bellissime immagini di ragazze anime a due teste trovate su DeviantArt.

Hai già parlato ampiamente delle tue collaborazioni e amicizie con Embaci, Dviance, Kyselina—ho adorato l'artwork di Immolate—e molti altri. Ci sono persone che hai conosciuto più recentemente e con cui ti senti connesso?
L'artwork fa impazzire tuttora anche me, Kyselina è senza dubbio l'artista che lavora in 3D che preferisco. Fino a ora durante il tour sono stato così fortunato da conoscere Baby Blue, Jade Statues, Sebastian Ruslan, Estoc, Guayaba e molti altri. Sento un legame molto forte con chiunque divida il palco con me, e penso che le nostre energie unite insieme durante una performance valgano molto di più che prese singolarmente. Ho appena finito una traccia con Baby Blue per un nostro set a S.M.I.L.E, Vancouver, ed è stata una delle collaborazioni più gratificanti della mia vita. Sento che abbiamo entrambi raggiunto uno stato di estrema vulnerabilità con quella canzone.

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Potrei fare un bel po' di nomi di artisti e progetti sudafricani che stimo. Mi fa sempre strano parlare per genericità, ma la stampa e l'industria musicale internazionale negli ultimi anni stanno puntando molti riflettori sul Sudafrica. Quanto influisce questo retaggio nel tuo processo creativo? C'è qualche realtà a cui ti senti più affine?
Il Sudafrica è la culla di così tanti generi musicali che faccio fatica a individuarne uno nello specifico. Sono profondamente ispirato dal gqom, questo è certo, fin dalla prima volta che l'ho sentito nei club di Johannesburg. Artisti come Faka, Rudeboyz, DJ Lag, DJ Sox, JULZ DA DEEJAY… I ritmi sincopati del gqom sono ipnotici e meditativi, ma allo stesso tempo eccitanti ed edificanti. Gli stili ritmici di questo tipo di elettronica hanno sicuramente avuto un forte impatto su di me e sulle mie produzioni. Ho anche un passato da pianista, e c'è un pezzo preso da Visioni Fuggitive op.22, X di Prokofiev che ha influenzato molto il mio approccio all'armonia. Cerco di combinare queste due anime: quella più classica e quella proveniente dalla musica elettronica sudafricana.

Mi ha colpito la frase "No ideology, but living and reliving"/ "Nessuna ideologia, solo vivere e rivivere" sul tuo sito. Me la puoi spiegare?
Sento che le ideologie sono qualcosa di pericoloso: limitano le nostre convinzioni a un legame indissolubile con i nostri sentimenti più intimi e non con altri tipi di influenze esterne. Volevo evocare questa idea di adattamento a nuovi ambienti, pur rimanendo fedeli alla nostra natura, senza mai compromettere i sentimenti provenienti dal cuore.

Sonia è su Twitter: @acideyes.

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