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Musica

La favola di Pretty Solero ricomincia da "Brooklyn"

Abbiamo intervistato il rapper più romantico d'Italia per presentarvi il suo nuovo video e parlare di 126, sentimenti e della sua scalata verso il pop.

La prima volta che ho incontrato Pretty Solero tutta la “favola” della 126 doveva ancora iniziare, almeno per il mainstream italiano. Agli Ex Magazzini di Roma, infatti, Carl Brave e Franco 126 stavano portando timidamente per la prima volta quel primo embrione di genere che ha ibridato rap e indie, se così vogliamo definirlo. La cosa che mi aveva sorpreso, all’epoca, era come tutti lo cercassero, lo ringraziassero, come se fosse palese che, in quel momento, fosse lui il collante di quel gruppo.

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Anche se sono passati poco più di due anni da allora, sembra passato un secolo, anche grazie alla trasformazione nettissima che Solero ha messo in atto. All’epoca era probabilmente ancora Seany126 e i più lo conoscevano in questa veste.

Oggi Pretty Solero è un personaggio completamente diverso. Le sua strada si è incrociata con quella di Noisey più volte, una volta mancandola all'ultimo momento per motivi che ora sono nel mito (if you know, you know).

Venerdì scorso è uscito “Brooklyn”, il suo primo singolo per Universal. Oggi vi presentiamo il video, che segna il nuovo inizio del rapper più romantico d’Italia.

Innanzitutto come stai, anche perché c’è un precedente delle interviste con Noisey…
Ti ricordi [ride]? Io mi ricordo vagamente… Una volta in realtà sono venuto da voi, in ufficio, abbiamo fatto un video in cui dovevo recitare due barre mie, con Piero, ma poi non se n’è fatta niente. Una volta invece non sono proprio venuto… [ride]. Be’, alla fine siamo qui però.

Secondo me questo video è il completamento della tua estetica, sia a livello musicale che visivo. Ed è fico che tu sia così particolare da essere quasi fuori contesto nella tua crew, no?
Fondamentalmente, come ho sempre detto, la mia ispirazione principale è Lana del Rey. Questo video vorrebbe riprendere un po' la sua estetica: immagini fisse, colori pastello, che a me piacciono molto. Quello che hai detto tu è vero, all’interno della LoveGang ciò che faccio prende un filone un po’ suo. Però alla fine ognuno di noi ha il proprio stile, facciamo un po’ tutti quello che ci pare.

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In tutto ciò definirei come vostro fil rouge il romanticismo.
Esatto, poi ognuno lo sviluppa come gli pare. Carlo e Franco più nostalgico, Piero più decadente, io un po’ a immagini, perché mi piace scrivere così.

Come si sta evolvendo il tuo percorso musicale?
Con questo singolo non si percepiscono ancora tutti i passi in avanti che sto facendo. Avrete una visione migliore quando avrò tutto il prodotto completo, quindi questa è una domanda alla quale non so rispondere bene neanche io. Sono super soddisfatto di com’è uscita "Brooklyn". È la prima volta in cui ho un prodotto sia video che musicale di cui sono soddisfatto al 100 percento. Sai, di solito c'è sempre la parolina che non mi convince, il frame del video che avrei cambiato. Invece ora sto iniziando a lavorare in maniera più professionale. Sempre tra mille virgolette, però.

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Diciamo che il disco che arriverà sarà la tua seconda evoluzione. Dal rap al cantato e dal cantato “amatoriale” a quello decisamente pop. Come nasce quest’esigenza?
Questo che sto facendo ora è ciò che ho sempre voluto fare, semplicemente quando abbiamo iniziato non mi usciva così, eravamo anche meno bravi. Chiaramente da “10 pezzi”, il primo disco (se possiamo scomodare questa parola per quel progetto) con Ketama, a oggi sono cambiate un sacco di cose, ma questo tipo di musica mi ha sempre affascinato. Io sono cresciuto con il rock, mi è sempre piaciuta la melodia.

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Tra l’altro in “10 pezzi” c’era questo brano assurdo su una base dance…
Ah certo, “Vacci tu in discoteca”. Che hit. Per quella stiamo pensando di fare tipo un mini-remix.

Quella roba è il preludio a quello che è venuto dopo: cioè fare il cazzo che vi pare.
Sì, è molto particolare. Soprattutto ai tempi, in cui era un’altra situazione proprio per il rap in Italia, era un bell’esperimento. Il rap era una cosa da coglioni, ci vergognavamo quasi di dirlo. Però sì, rappresenta bene l’evoluzione secondo me.

Che cosa dobbiamo aspettarci dopo “Brooklyn”?
Eh una bella hit, con un featuring. Ma non vi dico chi.

Senti, invece, in chiusura, voglio togliermi una curiosità. Ti vedo un po’ come il Gel della 126, ti ritrovi?
‘Mazza! Non sei il primo a dirlo, forse sì, siamo un po’ il collante del gruppo, come Geloso ai tempi. Poi appunto Geloso… Voglio spoilerare un’altra cosa: magari vedrete presto il Solero con qualcuno del TruceKlan. Parrebbe interessante, no?

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