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I miei giorni da star di Nollywood

Mio cugino è diventato per puro caso una star del cinema nigeriano. Ecco come è successo.
Jamie Clifton
London, GB

Mio cugino Louis durante le riprese del blockbuster di Nollywood, Festival Of Love

Mio cugino Louis è una di quelle persone che finisce sempre per cacciarsi in situazioni assurde. Un paio di anni fa è partito per un viaggio on the road in India, e appena arrivato è stato rapito e tenuto in ostaggio per una settimana su una casa galleggiante nel Kashmir, in attesa di riscatto. Per tutta la durata della prigionia è rimasto in un impacciato silenzio in compagnia di un vecchio che fumava tocchi di hashish grandi come un pugno usando uno strano aggeggio, per essere infine rilasciato dopo aver consegnato ai suoi rapitori tutti i soldi che aveva con sé. Non potevano semplicemente rapinarlo?! Mi sembra molto più impegnativo tenere qualcuno in ostaggio piuttosto che lasciarlo per strada inerme. Ma Louis è fatto così.

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Poco tempo dopo, Louis si trovava in Ghana e qui è diventato il protagonista di Festival Of Love, un film nigeriano su stregoneria e cristianesimo. Se non mi credete o siete curiosi di conoscere uno dei capolavori dei giorni nostri, potete vedere voi stessi l’ingresso trionfale di Louis qui, al minuto 1.50. Ho deciso di rispolverare il numero di telefono di Louis e di fare quattro chiacchiere sulla sua esperienza.

VICE: Ciao Louis. Prima di tutto, dimmi come diavolo è iniziata questa storia.
Louis: Lavoravo come volontario per una società sportiva in Ghana, e ogni sera andavo a bere nello stesso bar con Dundo Nsawam, un politico nigeriano che ho conosciuto lì. Una volta è venuto fuori che uno dei suoi migliori amici è il più famoso agente cinematografico nigeriano, che in quel momento era alla disperata ricerca di un bianco per il suo nuovo film.

Un bianco qualunque?
Sì. Un bianco qualunque che parlasse inglese. Mi disse che gli piaceva molto l’affiatamento tra me e Dundo e che mi voleva nel film. Io non facevo altro che dirmi “È assurdo. Non ho mai recitato prima.”

Hai dovuto fare un provino?
Certo, mi hanno portato in un vicolo di Accra, la capitale, e da lì in una stanza con cinque enormi nigeriani in completi eleganti che fumavano cubani. C’era solo un altro tizio per l’audizione—un ucraino sovrappeso coperto di catene d’oro. Doveva dire la battuta “Sei la più bella creatura di colore che io abbia mai visto,” ma aveva un accento molto marcato. Quindi mi sono alzato, ho ripetuto la battuta e ho catturato la loro attenzione. Mi hanno chiesto se fossi cristiano, e io ho mentito e detto di sì, perché ormai ero lì e valeva la pena tentare. Più tardi quello stesso giorno ho incontrato Dundo, che mi ha comunicato che avevo avuto la parte.

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Scommetto che eri terrorizzato. Dopo quanto tempo hai cominciato le riprese?
Sono passate circa due settimane tra il provino e il primo giorno, così ho avuto il tempo di dare un’occhiata alla sceneggiatura, infarcita delle battute più orrendamente umilianti che avessi mai sentito nella mia vita. Comunque, due settimane dopo sono venuti a prendermi con un furgone su cui c'erano altre 30 persone tra attori e membri della troupe, e dopo tre ore di viaggio siamo arrivati in un albergo nella foresta pluviale ghanese, che nel film era il palazzo.

E di cosa parla il film, esattamente?
Si svolge nel villaggio di Insawa, famoso per la pratica della magia tradizionale africana, che certe volte prevede i sacrifici di bambini e roba del genere. Il principe di Insawa va a studiare a Oxford, dove conosce il Pastore Williams—il mio personaggio—che lo converte al cristianesimo, così quando il principe torna indietro cerca a sua volta di convertire gli abitanti del villaggio. Però c’è un dea maligna della magia oscura che gli mette i bastoni tra le ruote. Quindi il principe mi chiede di andare a Insawa per diffondere la parola di Dio, ma questa dea cerca di uccidermi e—spoiler!—finiamo per innamorarci, lei smette di essere così malvagia e il villaggio si converte al cristianesimo. Nella scena finale ci siamo io e lei con un bambino mulatto e viviamo per sempre felici e contenti.

Ah, mi hai rovinato il finale.
Be’, il film dura cinque ore, quindi sto solo cercando di farti risparmiare un po’ di tempo. È una situazione davvero strana; io non ho mai, in nessun momento della mia vita, pensato che avrei contribuito alla cristianizzazione dell’Africa. È diventato un vero dilemma morale per me, perché penso che la cristianizzazione sia la cosa più atroce toccata in sorte a quei Paesi.

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Cosa facevi per occupare il tempo tra una ripresa e l’altra?
Be’, era tutto molto strano ancora prima di cominciare a girare. La notte in cui siamo arrivati ho scoperto di dover dividere il letto con il produttore e uno degli attori principali, che erano entrambi giganteschi, quindi è stato un po' scomodo. Poi è venuto fuori che erano cristiani fino al midollo, e hanno cominciato ad ascoltare una serie di folli preghiere e poi hanno borbottato per un po’. Subito dopo hanno guardato un porno ridicolo e si sono masturbati. In pratica siamo balzati dal puro amore cristiano a una sessione pornografica.

E per quanto riguarda le groupie?
Oh Dio, sì. Più tardi quella stessa notte mi avevano lasciato solo, ho sentito bussare e mi sono trovato di fronte tre attrici con un grande stereo portatile, che mandava R&B molto sensuale. Hanno cominciato a spogliarsi intorno a me, cercando di coinvolgermi nella danza. Ero già molto a disagio dopo quella strana vicenda del porno, e ho pensato che si fossero risentiti che non mi fossi unito a loro, ma avevo paura.

Giusto. E tutto questo è successo la prima notte?
Sì, faccio ancora fatica a crederci. Il giorno dopo avevamo la prova costumi, io avevo 18 anni e avevo perso qualche chilo perché non mangiavo molto, e mi ero da poco tagliato i capelli. Mi hanno messo addosso un vestito enorme, talmente grande da essere ridicolo, e mi hanno spruzzato un quintale di gel sui capelli. Sembravo un dodicenne.

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Qual è stata la tua prima scena?
Eravamo nel cuore della foresta pluviale, ed ero circondato da una ventina di persone. Mi hanno dato un megafono e mi hanno detto di improvvisare un monologo che parlasse dell’inizio dei tempi e del motivo per cui io, missionario cristiano, mi trovavo lì. La cosa più ridicola, comunque, era che tutti erano a meno di un metro da me, quindi gli urlavo in faccia la storia dell’inizio dei tempi secondo l’Antico Testamento e tutta la tirata sul mia intento di rendermi messaggero di Dio.

Wow. E poi?
Credo che subito dopo ci fosse una scena in cui dovevo praticare un esorcismo su una donna posseduta, e riprendevamo durante la pausa pranzo della scuola, quindi c’erano circa 200 bambini che mi guardavano ridendo come matti mentre gridavo cose come “Libera il diavolo dalle profondità della tua anima!”

Sembra divertente.
È stato orribile. Nella scena successiva dovevo recitare una preghiera davanti a 50 persone ma, ovviamente, non conosco nessuna preghiera, a parte quella che ci facevano recitare a scuola. Mi dissero, “Va bene, borbotta qualcosa.” Ovviamente non avevo mai finto di pregare prima di allora, ma mi dicevano che se mi fossi messo in contatto con il dio dentro di me sarebbe stato più facile. Ho fatto un bel respiro e ho provato a copiare quello che avevo sentito fare dai ragazzi in camera la notte prima, e sembra che abbia funzionato, perché tutti gli abitanti del paese hanno perso la testa.

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Oh, mi sono dimenticato del mio momento preferito tra quelli che ho visto del film. La scena d’amore con la dea nella cascata.
Oh sì, è stato divertente. Si trattava di un monologo silenzioso in cui fingevamo di essere innamorati, e io odiavo l’attrice che interpretava la dea. Faceva troppo la prima donna. Sai, schioccava le dita per farsi portare le cose—non la sopportavo. Comunque, dovevamo fingere di essere innamorati, quindi ci guardavamo negli occhi con affetto, poi lei indicava qualcosa in un albero e diceva tipo, “Oh, hai animali domestici? Qual è il tuo cibo preferito?” E io, “Sì, ho un gatto, e adoro la pizza e lo sformato d'agnello.” Poi, dopo quella scena, io la prendevo per mano e la portavo vicino a una pietra, la guardavo negli occhi con aria sincera e le dicevo “Sei la più bella creatura di colore che io abbia mai visto." Una battuta davvero ridicola. Rivedere quella scena è penoso per me.

A dire il vero sono piuttosto invidioso. Cosa è successo dopo l’uscita del film?
Ci sono state interviste promozionali in cui io dovevo dire cose come, “Sono stato benedetto da queste persone, e penso che la sceneggiatura sia bellissima e densa di significato, ed che sia importantissimo diffondere il cristianesimo,” e un sacco di altre cavolate. Ho anche iniziato a vedere la mia foto dappertutto, perché mi pare che il film sia stato distribuito in 13 Paesi africani, e la strategia per pubblicizzare un film lì consiste nel far girare dei furgoni per la città con attaccate le locandine del film, urlando la data di uscita con un megafono. La gente per strada ha presto cominciato a chiamarmi “Pastore Williams”.

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Quindi all’improvviso ti sei ritrovato con un esercito di fan?
Non proprio, ma anche adesso mentre sto parlando con te ricevo messaggi e richieste di amicizia da parte di donne nigeriane che si complimentano per il mio feeling con la dea, o che mi chiedono di sposarle per consentire loro di ottenere il visto. Aspetta, me ne è appena arrivato uno su Facebook—il mittente è Promise Love: mi chiede se so come può fare a partecipare a un provino per un film.

Rimorchiala.
Oh e poi, circa un anno dopo la fine delle riprese, mi trovavo in un locale di Manchester. Erano le 5 del mattino e stavo pisciando. Un tizio mi batte sulla spalla e mi fa, “Tu sei il tipo del film Festival Of Love?” Gli dico di sì, lui chiama cinque dei suoi amici e mi fanno ripetere la scena del “Sei la più bella creatura di colore…” nel bagno di questo locale alle 5 di mattina. È stato bizzarro.

Sì, immagino. Grazie Louis, ci vediamo al prossimo pranzo di famiglia.

Segui Jamie su twitter: @jamie_clifton