Neomelodici e neoborbonici: Napoli vista dal fotografo Carlo Rainone

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Neomelodici e neoborbonici: Napoli vista dal fotografo Carlo Rainone

Carlo Rainone ha deciso di raccontare l'identità culturale della sua città analizzandone i simboli più estremi: neoborbonici e neomelodici.

Le persone non dotate di sangue blu, come me e probabilmente voi, sono spesso affascinate dalla storia e dai rimasugli delle monarchie, soprattutto quando possono attribuire ai bei tempi andati con la deposizione dei regnanti caratteri di bellezza, splendore civile e benessere che i nostri giorni evidentemente non possiedono. A dimostrare questo corollario potrei portare l'ultima ossessione per gli scatti rubati all'Instagram del principe "sex symbol" Costantine-Alexios di Grecia, l'epica di Emanuele Filiberto a bordo del food-truck, la faida per il trono di Calabria, e i neoborbonici che contestano la scarsa copertura mediatica della sfilata di D&G a Napoli.

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Proprio sui neoborbonici e su Napoli si è concentrato l'ultimo lavoro fotografico di Carlo Rainone, fotografo di origine partenopea che, dopo aver iniziato a scattare in Turchia durante le proteste del 2013 contro il governo Erdogan, è tornato a Napoli per raccontare l'identità culturale della sua città analizzandone i simboli più estremi: in particolare, coloro che 155 anni dopo l'Unità d'Italia vogliono riportare ai fasti del passato monarchico la città—i neoborbonici—e coloro che proseguono la tradizione musicale esplosa negli anni Ottanta—i neomelodici.

L'ho contattato per farmi raccontare come vede Napoli attraverso i suoi progetti Viva 'o rre e Indie Napoli.

Guardie d'onore del III Reggimento Fanteria di Linea Principe prima della cerimonia della bandiera, in Piemonte. Marzo 2016.

VICE: Per cominciare, come ti sei avvicinato alla fotografia?
Carlo Rainone: Sono ingegnere informatico e ho studiato in Arizona, dove, mentre mi confrontavo con un mondo che non conoscevo, mi sono comprato una macchina fotografica. Ho iniziato molto lentamente, poi mi sono trasferito in Turchia dove mi sono ritrovato nel mezzo alle manifestazioni del 2013, e pur non avendo idee precise ho deciso di raccontare quello che vedevo.

Ma poi la maggior parte delle tue storie fotografiche riguardano la tua città natale. Come hai scelto di concentrarti proprio su Napoli?
Forse perché ci sono nato, e nonostante i viaggi e la vita in America sentivo la necessità di tornare ed esplorare cosa significa essere un napoletano, a partire dai simboli estremi della mia cultura. Come i Neoborbonici: napoletani convinti, con un senso di appartenenza territoriale molto forte. Volevo capire come altre persone vivono il rapporto con la "napoletanità".

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Ok, andiamo con ordine: chi sono i neoborbonici e perché li hai trovati particolarmente significativi per l'identità culturale di Napoli?
All'inizio degli anni Novanta, sul territorio tra Sicilia e Basso Lazio sono nati alcuni movimenti e associazioni che cercavano di riportare in auge e diffondere la cultura del Regno delle due Sicilie; il Movimento Neoborbonico è la più grande di queste—raccoglie qualche migliaio di persone. Il loro scopo è quello di cercare, anche tramite ricerche d'archivio o l'aiuto di professori associati, di riportare alla luce la vera storia del Regno delle due Sicilie e dell'Unità d'Italia, che considerano la frattura attraverso la quale Napoli ha perso identità e potere. È come se per loro l'Unità d'Italia o il movimento garibaldino fossero momenti da cancellare dalla storia, capisci?

Un dettaglio della giacca indossata da Aniello Sicignano, 47 anni, leader dei moderni Briganti. Marzo 2016.

Però mi pare anche di capire che il loro non sia un intento "politico" in senso attivo: non sono né sostenitori della restaurazione della monarchia di per sé né secessionisti.
Esatto, la loro attività sul territorio è quella di spronare la gente a riscoprire la propria identità. Stanno gettando le basi, a loro dire, perché le nuove generazioni napoletane possano avere coscienza della grandezza del proprio passato ed esserne fieri, per sfatare il mito per cui il Regno delle due Sicilie è storicamente considerato povero e il "borbone" un usurpatore del popolo. Quest'ultima nomea dipende dal fatto che la persistenza della monarchia—prendi l'esempio di quella spagnola—ha minato la creazione di uno stato moderno e di una classe borghese, facilitando il mantenimento di un regime feudale che dava pochi benefici al popolo, di una mentalità statica e di una situazione di servilismo che contribuì molto all'ignoranza e alla miseria.

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Tra i tuoi scatti ho visto che c'è anche una specie di passaporto…
Il passaporto veniva rilasciato agli appartenenti al movimento durante gli anni Novanta, mentre la carta d'identità viene ancora "emessa" da questo fantomatico Parlamento del Regno delle due Sicilie. Se sei nato qui [a Napoli così come in tutte le terre del regno] puoi fare richiesta per ottenerla.

Che tipo di persone hanno abbracciato il movimento?
In realtà è molto "variegato": ne fanno parte sia persone molto istruite, come professori—lo stesso presidente del Movimento è un professore—o scrittori che sono "la mente" dietro ai libri che elogiano i primati del Regno (la prima ferrovia italiana, il primo ponte sospeso in ferro battuto, etc), invece chi riempie le piazze negli eventi ha estrazione varia.

Un passaporto del Regno delle Due Sicilie appartenente a un artigiano. Aprile 2016.

All'interno del movimento ho visto tanta gente che si aggrappa a queste associazioni come fossero quasi una religione. La nostalgia del passato a Napoli è fortemente radicata: il presente non esiste, il futuro neanche a dirlo e quindi ci si guarda sempre indietro. Ed è proprio questo che rende forte questo movimento anacronista.

Non avendo rivendicazioni di tipo politico, quali sono le manifestazioni che organizzano? Immagino che siano rievocazioni e cose simili, che sono sempre un po' buffe da un punto di vista esterno.
Sì, rievocazioni ma anche convegni. Ad esempio a Gaeta—città simbolo, visto che è stata l'ultima a "cadere" prima dell'Unità d'Italia—ogni anno c'è una tre giorni dove appartenenti al Movimento Neoborbonico e simpatizzanti si incontrano per commemorare il Re e la Regina che si erano rifugiati all'interno del castello per difendere la città dall'assedio. Si riuniscono per discutere dell'andamento del movimento e pianificare l'organizzazione per l'anno successivo. Sempre a Gaeta c'è il "Borbon-tour" per riscoprire i luoghi legati alla famiglia Borbone.

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E poi ci sono tavole rotonde in cui neoborbonici e appartenenti al clero parlano di come questo paese "allo sbando" abbia bisogno di riappropriarsi di valori sani, tramite anche la riscoperta della propria storia. Il clero e il Regno delle due Sicilie hanno sempre avuto un forte legame. Per quanto riguarda la rievocazione storica, alle manifestazioni ufficiali presenziano le cinque o sei guardie d'onore del Regno.

La famiglia reale di Borbone - Due Sicilie. Il principe Carlo è uno dei due pretendenti al trono. Maggio 2016.

E come si relazione la cittadinanza "normale" di Napoli con questi eventi, o con persone che girano vestite da guardie del Regno?
Ti racconto un aneddoto:una volta, in Piazza Plebiscito, durante l'evento di Investitura dei nuovi Cavalieri del Sacro Ordine Militare di San Giorgio—ordine che fa capo alla famiglia Borbone e in cui milita il principe Carlo, uno dei due pretendenti al trono—dopo la cerimonia c'era un padre che fermò il principe per chiedere, "Re, perfavore, una fotografia co'u'criatur [con suo figlio]" con rispetto e riverenza nel riconoscere in quella persona una vera guida, seppure priva di potere istituzionale.

Ma ad oggi che cosa resta della casa Borbone?
Due rami della famiglia Borbone ancora resistono: alcuni associazioni supportano quello francese, altre quello spagnolo. Quello più forte è quello francese, che spesso presenzia a Napoli. Quello spagnolo, che fa riferimento al nipote di Juan Carlos, sta ritornando in auge perché ha scoperto recentemente di poter pretendere "al trono" tramite inghippi dinastici. Attualmente non si sa bene chi dovrebbe essere il Re o la Regina di questo regno fittizio, quindi nel frattempo entrambi si "comprano" i favori dei napoletani.

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Per farti capire quanto è viva la cosa, comunque, considera che in aprile il sindaco di Pimonte [un piccolo comune della penisola sorrentina] ha fatto sventolare sul comune la bandiera del Regno delle due Sicilie, oltre a quella italiana ed europea. Dopo un paio di giorni la bandiera è stata fatta rimuovere dal prefetto di Napoli, visto che una cosa del genere non è legale.

L'artista Enzo Di Palma a "Campania TV", che trasmette dal quartiere Gianturco di Napoli. Molti cantanti prenotano slot sulle emittenti private per presentare i propri pezzi. Per un'ora e mezza di esibizione si va dai 150 euro in su. Marzo 2015.

Passando al tuo progetto Indie Napoli, è incentrato sulla musica neomelodica. È un fenomeno che esiste solo in città ed è esploso ormai quasi quarant'anni fa, negli anni Ottanta. Come ha ancora seguito nel 2016?
La musica neomelodica è ancora radicata, anzi, in questi anni il fenomeno è andato ulteriormente a rafforzarsi. Ho trovato, a differenza di molti anni fa e di come me lo ricordavo, un movimento molto indipendente, distaccato da qualsiasi etichetta discografica—e non a caso si parla di "indie". Va avanti da solo con un business multimilionario, con delle dinamiche perfettamente funzionanti. Non ne vedo la fine perché la gente ha bisogno di sentire quel tipo di canzoni, di musica, di testi.

Come hai sviluppato il progetto—immagino che i social network e YouTube oggi abbiano un ruolo fondamentale nella diffusione di una musica che è sempre stata "per strada" e popolare, no?
Ho seguito vari artisti che ho scoperto online guardando i video. Li ho contattati facilmente, visto che lasciano sempre su YouTube il loro numero per le cerimonie, matrimoni e feste. Li ho poi accompagnati nella loro quotidianità, nel loro lavoro, quindi sia alle cerimonie, sia nelle apparizioni tv o in radio.

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Il backstage della trasmissione di Enzo Di Palma. Durante la diretta la madre risponde alle telefonate dei fan, che richiedono canzoni o dediche. Marzo 2015.

In che modo il mondo musicale dei neomelodici è diverso dal resto della musica leggera italiana?
Sono stato colpito soprattutto dal rapporto quasi familiare che il pubblico ha con gli artisti, e anche da come avviene la distribuzione della musica. I cantanti neomelodici, di solito—tolti i pochi big—hanno un rapporto incredibilmente diretto con i propri fan, a cui lasciano i numeri di telefono o i contatti Whatsapp e da cui vengono contattati per complimenti, ma anche solo per fare quattro chiacchiere.

Un'altra cosa che mi ha incuriosito è la strategia per vendere i biglietti dei concerti o gli album: porta a porta. Basta chiamare il cantante, che dopo qualche giorno arriverà a casa tua per consegnarti l'agognato tagliando o il cd, e scattare alcune foto di rito con te e con tutti gli amici e i vicini di casa che hai preventivamente avvertito. E proprio su questo si basa secondo me la forza della musica neomelodica: fidelizzare il pubblico con strategie oculate, che sembrano decise a tavolino da un guru del marketing ma che avvengono abbastanza organicamente in questo mondo.

L'artista Rosario Daniel autografa il braccio di una fan. Aprile 2016.

Tutto questo è molto bello, c'è anche qualcosa di meno strano in senso bello e più strano in senso negativo?
Ci sono decisamente cose che sembrano "anormali" in quel mondo. Se alludi a criminalità e camorra, ci sono sicuramente alcune zone di contatto tra la musica neomelodica e la criminalità, difficili da vedere chiaramente.

Ti posso fare alcuni esempi però: spesso nelle trasmissioni televisive condotte dagli artisti chiama qualcuno che chiede un "augurio di pronta libertà" per qualche parente, o amico, e l'artista non si tira indietro, spesso augura la libertà a quello che potrebbe essere un suo fan. Oppure ti ritrovi a seguire l'artista di turno in concerto in qualche rione popolare della provincia napoletana e sei catapultato in una situazione oggettivamente difficile e di grave marginalità sociale.

In quali altre situazioni pensi di ritrovarti a breve? A che progetti stai lavorando?
Ti posso dire che sono affascinato dal fenomeno dell'indipendentismo e da alcune forme di autogoverno, e è per questo che penso di continuare sulla falsariga della storia del "Regno delle Due Sicilie" per esplorare altre realtà simili.

Il rinfresco per una prima comunione al Grand Hotel La Sonrisa. Giugno 2015.

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