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Siamo stati alla prima asta di arte digitale in Inghilterra

L'asta PaddlesON! Alla Phillips di Londra,con le opere di James Bridle, Dora Budor, Quayola, e Yung Jake, è stata un successo insperato.

Jeanette Hayes, Press ESC to Escape, 2014

Lo scorso autunno a New York, è stata lanciata Paddles ON! come la prima asta dedicata esclusivamente all'arte digitale in una delle maggiori case d'asta internazionali. Organizzata e curata dall'ex direttrice di Eyebeam Curatorial Fellow e 319 Scholes Lindsay Howard, è stata un successo formidabile per gli standard commerciali dell'arte digitale; circa 500 persone hanno partecipato all'asta tenuta al quartier generale della Phillips a New York, e si sono accaparrate il 92 percento delle opere per valore e l'80 per cento per lotto. È stato un momento unico nel quale la comunità emergente dell'arte digitale è entrata in collisione con il mondo dell'arte contemporanea, spinto dal guadagno sulla merce.

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Il 3 luglio, in collaborazione con Megan Newcome di Phillips, e Annie Werner di Tumblr, la Howard ha portato Paddles ON! a Londra in quella che è stata la prima asta ufficiale di arte digitale mai fatta nel Regno Unito. Secondo Paddles ON!, gli artisti e le gallerie hanno ricevuto il 100 per cento dei profitti dell'asta, mentre una parte degli extra degli acquirenti saranno donati a Opening Times, un nuovo corpo di commissioni online no profit.

“L'arte digitale è un vero riflesso dell'età contemporanea,” ha detto la Howard. “Dagli autoritratti stampati in 3D ai rendering architettonici su Google Earth, dai dipinti digitali alle opere composte da algoritmi, gli artisti esaminano i modi in cui l'esperienza adesso si modella profondamente sulle tecnologie digitali.”

Tenutasi alla casa d'asta della Phillips a Londra, sono state esposte 23 opere di 23 artisti, molte delle quali originate nel regno decisamente digitale di Tumblr con i suoi blog basati su immagini, e stimate per un totale complessivo tra i 66.097 e i 92.672 Euro.

Appena entrati, la mia prima impressione è stata che gli artisti di Paddles ON! potessero fare concorrenza ad una galleria adiacente che ospitava opere di artisti affermati tra cui Ed Ruscha, Andy Warhol e Mark Flood. Passeggiando su e giù per gli spazi di Paddles ON!, comunque, ho scoperto un certo numero di opere altrettanto affascinanti.

Per me, TimeToDie di Dora Budor era la migliore. La Budor ha preso due schermi acrilici e, usando un trasferimento a schermi combinati, è riuscita a sollevare e sottolineare gli effetti speciali dei lividi di Blade Runner.

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A parte essere un film pazzesco, Blade Runner ha uno dei migliori monologhi nella storia del cinema: il momento di Roy Batty “Lacrime nella Pioggia”. Chiudendo con le famose ultime parole “è tempo di morire,” delle quali la Budor si appropria per il titolo dell'opera, attraverso i lividi rappresentati, cattura la fragilità umana, ma anche l'umanità intrinseca dell'intelligenza artificiale.

Anche il famoso artista-hacker Evan Roth ha esibito la sua opera, Next, Next, Next, al Paddles ON! di New York, come parte della “Serie di Dipinti Multi-Touch,” mostra un reperto umano dal suo iPhone: il residuo oleoso lasciato dal passaggio di un pollice mentre si sposta sul touch-screen. Roth ha ingrandito l'immagine e l'ha resa in pigmenti di carbone, così che questo residuo quasi invisibile diventi traccia risonante di come gli umani interagiscono con la tecnologia in generale.

E, oh, la collezione dall'era tecnologica si fa sempre più interessante:

Période des attitudes passionelles di Sophie Kahn è una scultura stampata in 3D di una scansione imperfetta e segnata dagli errori del corpo dell'artista. La Kahn è andata contro l'idea che le stampanti in 3D siano motori di un design intricato cambiando lievemente la sua posizione e postura durante il processo di scansione laser. Il risultato è un glitch duro e ipnotico, un piacere da guardare, e chiunque l'abbia comprata adesso possiede un reperto di alta tech-art del ventunesimo secolo.

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E cosa sarebbe una mostra d'arte digitale senza un lavoro di Quayola? La Howard è riuscita ad accaparrarsi un vecchio pezzo, Topologies – Tiepolo Immacolata Concezione del 2010. In quest'opera, Quayola fa esplodere geometricamente l'Immacolata Concezione di Tiepolo in un mondo virtuale, dove suoni ipnotici scricchiolano come ghiaccio, come se una forza digitale invisibile scolpisse il remix algoritmico di Quayola nel cyberspazio.

A parte TimeToDie della Budor, la mia opera preferita è stata IMG_885 (holographic) di Michael Staniak. Dall'altra parte della stanza, l'opera sembra olografica, come una di quelle cartoline che, quando le ruoti in verticale da sinistra a destra, assumono una qualità prismatica. Da vicino, il composto-colata appare totalmente diverso, quasi granuloso in apparenza, ma sempre molto bello.

Nonostante la qualità del lavoro, ancora non si sa se la mostra e asta di Paddles ON! a Londra proclami un futuro ricco per le opere artistico-tecnologiche. Anche se il mondo dell'arte sta sicuramente notando questo tipo di opere e le sta commercializzando, non le mette in mostra con lo stesso fervore dei movimenti del ventesimo secolo come i Dada o il Surrealismo—almeno per ora.

Altri artisti hanno esibito le loro opere a Paddles ON!, tra cui: Majed Aslam, Laura Brothers, Maja Cule, Harm van den Dorpel, Jeanette Hayes, Luis Hidalgo, Sara Ludy, Jonas Lund, Michael Manning, Alexandria McCrosky, Yuri Pattison, Hannah Perry, Heather Phillipson, Harry Sanderson, Oliver Sutherland, Amalia Ulman, e Yung Jake.

Dora Budor, Timetodie, 2014

Per saperne di più, visita Paddles ON! London e il Tumblr di Paddles ON.