Attualità

Perché era ora che Justin Timberlake chiedesse scusa a Britney Spears

Il documentario ‘Framing Britney Spears’ chiarisce quanto Timberlake sia stato misogino e a dir poco scorretto.
Alex Zaragoza
Brooklyn, US
Daniele Ferriero
traduzione di Daniele Ferriero
Milan, IT
Britney Spears e Justin Timberlake
Fotografia: Jeff Kravitz / Getty Images

Il 12 febbraio 2020 Justin Timberlake ha pubblicato sul suo account Instagram le sue scuse ufficiali: “Sono profondamente dispiaciuto […] So di non essere stato all’altezza in diverse occasioni e di aver beneficiato di un sistema che giustifica misoginia e razzismo.” Per poi precisare “Voglio in special modo scusarmi con Britney Spears e Janet Jackson, perché le rispetto, mi interessa il loro bene e so di aver fallito.”

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Britney Spears è seduta di fronte alla celebre giornalista Diane Sawyer. Nel corso dell’intervista “senza esclusione di colpi”, l’allora ventunenne pop star sta cercando di riprendere il controllo di una storia che la dipinge come una poco di buono e una traditrice. Sawyer osserva che la Spears ha passato un anno difficile dopo la rottura con Justin Timberlake, un’osservazione che mette visibilmente a disagio la pop star e la conduce alle lacrime. Mentre la conversazione continua, Sawyer aggiunge: “Hai fatto qualcosa che gli ha causato molto dolore, grossa sofferenza. Cosa hai fatto?”

Questa scena è diventata uno dei momenti più discussi di Framing Britney Spears, l’ultimo documentario del New York Times dedicato alla ininterrotta battaglia legale che riguarda la ultradecennale e complicata amministrazione controllata del suo patrimonio. Una forma di tutela che pone nelle mani del padre, Jamie Spears e—dopo una decisione della corte nel 2020—della società finanziaria Bessemer Trust, tutte le decisioni riguardati il lavoro, la vita personale e gli immobili di Britney Spears. L’artista è in questa condizione giuridica dal 2008, dopo che i suoi problemi di salute mentale sono stati resi noti anche al pubblico, e da allora si rifiuta di lavorare finché la custodia dei suoi beni non verrà revocata.

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Benché il documentario abbia aggiunto benzina al fuoco del movimento #FreeBritney, ha anche gettato nuova luce sul molesto trattamento subito dalla Spears ad opera dei paparazzi, dei media e del pubblico. L’intervista della Sawyer è un esempio perfetto di questo atteggiamento e ha portato i fans di Britney a bombardare i social media della giornalista con richieste di scuse ufficiali.

Impossibile non notare, infatti, quanto tutti siano stati complici in questo implacabile e crudele accanimento contro la star, e quanto la crescente misoginia della cultura mediatica e della società nella sua interezza abbiano rafforzato e intensificato ulteriormente il problema. In questo discorso sono inclusi tutti coloro che ci hanno scherzato sopra e hanno svilito la situazione.

Tuttavia, il documentario ci ricorda anche che una persona in particolare deve essere tenuta in particolare considerazione per il suo ruolo e partecipazione nella vessazione di Britney Spears: Justin Timberlake.

Framing Britney Spears illustra a dovere il modo in cui Timberlake ha preso possesso della narrazione riguardante la loro separazione e l’ha usata come arma per bruciare metaforicamente Britney sul rogo, utilizzando il video del suo singolo solista del 2002, “Cry Me a River”, per rappresentare se stesso come l’amante ferito in cerca di vendetta contro una partner che l’ha tradito—una partner che, guarda caso, somiglia dannatamente alla sua ex. Benché già questo sia stato sicuramente un colpo basso, Timberlake ha poi portato la storia dell’amante tradito in tour, esponendo in pubblico i dettagli privati della loro vita sessuale in un numero interminabile di interviste, in maniera da infangare l’immagine sacra della vergine innocente che era stata cucita su misura per lei.

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Come fatto notare da Wesley Morris del New York Times, “Il modo in cui le persone l’hanno trattata, per utilizzare un immaginario tipico delle scuole superiori, è quello della poco di buono della scuola e del quarterback.” Senza dubbio, insomma, Timberlake è tra quanti hanno alimentato l’odio nei confronti della Spears denigrandola in ogni possibile occasione, e ha usato la loro rottura per costruirsi una carriera solista nonché il ruolo del “vincitore” all’interno della relazione, grazie alla cultura della misoginia. Framing Britney Spears ci permette di ascoltare una clip di uno show radiofonico dove Timberlake sparla allegramente del sesso tra loro due e dove ci viene anche mostrata una cover di Details che si congratula con lui per essere riuscito a entrare “nelle mutande di Britney.”

“Non sto dicendo che si sbagli, ma non sto nemmeno dicendo abbia ragione,” precisa Spears a Sawyer nella famosa intervista, riconoscendo i suoi sbagli nella loro relazione e al tempo stesso mettendo in chiaro che la responsabilità della rottura non può ricadere interamente sulle sue spalle. La mossa è elegante, in special modo considerando quanto avrebbe probabilmente potuto dire sulla situazione, e quanto Timberlake abbia rivelato in precedenza al fine di mettere il pubblico contro di lei.

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Il fatto è che Spears non doveva essere trasformata nel cattivo della situazione, in una maniera tra l’altro così brutale da nutrire, almeno in parte, le sue seguenti crisi psicofisiche. I due sono stati insieme dal 1998 al 2002 e ciò nonostante, per anni, Timberlake ha continuato a tirare fuori nelle interviste il nome della Spears, a lanciare frecciatine nelle occasioni pubbliche e pubblicare nel 2006 un’altra canzone probabilmente dedicata a lei ("What Goes Around Comes Around")—quattro anni dopo la loro rottura, quando lei era già sposata, con un secondo bambino in arrivo e quando la sua salute mentale era già stata data in pasto ai tabloid.

In più, ogni volta in cui Timberlake ha crudelmente attaccato Spears, in maniera da costruirsi una fama ulteriore e sbarazzarsi dei suoi trascorsi negli 'N Sync, tutti ci hanno scherzato sopra e i media hanno trattato il tutto come se si fosse trattato di chiacchiere volgari da spogliatoio. Timberlake sembrava godere dello sputtanamento e ha visto così aumentare il suo fascino e innalzarsi la sua stella, sfruttando la narrativa della traditrice e poco di buono in suo favore, mentre, nel frattempo, i media e i paparazzi diventavano giorno dopo giorno più crudeli e invadenti nei confronti di Spears.

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In effetti, si è rivelato piuttosto facile mettere il pubblico contro Britney Spears approfittando di tutte quelle domande riguardanti la sua vita personale, il suo corpo, quel che indossava o meno, e persino la sua virginità—tutte domande sparate contro di lei senza alcuna considerazione per quanto risultassero volgari, sessiste e semplicemente sbagliate. Ad esempio, il documentario mostra un giornalista fare di punto in bianco una domanda a Spears riguardo il suo seno, alla quale, messa alle strette, lei risponde con una risata imbarazzata e incerta.

Perché una donna sessualizzata è vista come una minaccia ed è questo il modo in cui lei è stata dipinta. Una volta che il sesso era stato individuato come la causa potenziale della loro rottura, il pubblico non ha avuto problemi a dipingerla con una grossa, orribile, lettera scarlatta. Se poi consideriamo le recenti accuse di infedeltà a Timberlake da parte della stampa scandalistica, diventa difficile non vedere il doppio standard all’opera rispetto al trattamento subito dalla Spears.

Quello di dare le donne in pasto ai lupi è chiaramente il modus operandi di Timberlake, se si tratta della sua carriera. Quando Janet Jackson diventò la destinataria delle lamentele seguite al famoso incidente del febbraio 2004 durante il Super Bowl XXXVIII, nel quale Timberlake strappò parte del costume di Jackson mostrando involontariamente il suo seno nudo, Timberlake se ne lavò le mani e lasciò la Jackson a prendersi la responsabilità. Una volta ancora, si trattava di un bersaglio facile, perché Jackson è una donna nera, implicitamente vista come una minaccia per i valori americani.

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La sua carriera infatti subì una battuta d’arresto, mentre la fama di Justin continuò a crescere: Jackson fu bandita dai Grammy di quell’anno mentre a Timberlake venne chiesto di partecipare; lei venne messa in una lista nera dalle tv e dalla rete di Clear Channel Communications, cosa che danneggiò le vendite del suo album del 2004, Damita Jo; da allora lei non ha più potuto suonare al Super Bowl mentre Timberlake ha potuto farlo nel 2018. Due anni dopo il disastro del Super Bowl, Timberlake si è scusato, dicendo a MTV: “Probabilmente mi sono preso il 10 per cento della colpa e questo dice qualcosa riguardo alla nostra società. Penso l’America sia più dura con le donne. E penso che lo sia in particolar modo con le minoranze.” Ma il danno alla carriera della Jackson era ormai stato fatto. Terron Moore, direttore editoriale di MTV e Logo, ha twittato: “L’ascesa di Justin Timberlake tra le rovine di Britney Spears e Janet Jackson è qualcosa di cui dobbiamo davvero rendere conto.”

Benché Spears abbia ricostruito la sua carriera, lentamente e con qualche momento di difficoltà, pubblicando diversi album di successo, inclusi Blackout e Circus, e una residenza da record a Las Vegas, la sua vita personale è tuttora un lavoro in corso. Nonostante non discuta mai la tutela amministrativa a cui è sottoposta o i suoi problemi di salute mentale in pubblico, possiamo solo immaginare basandoci sul suo Instagram—dove balla spesso (anche su canzoni di Timberlake) o condivide meme e video di lei che chiacchiera delle sue cose preferite—che sta facendo del suo meglio per essere felice.

Dopo 12 anni di battaglie per riprendere il pieno controllo della sua vita, e le indiscrezioni (condivise online e nel documentario) riguardanti la minaccia di suo padre di portarle via i figli, Britney sta lavorando per crearsi una vita che sia davvero e pienamente sua. Ma non si libererà mai di Timberlake e di quello che lui ha fatto a lei.

Sarà sempre parte della sua storia, mentre Justin continuerà ad avere una carriera di successo costruita, in parte, sulla sua vergogna. I tardi anni Novanta e i primi anni Zero non erano certamente un momento storico dove termini quali “slut shaming”, “body autonomy”, ma anche “salute mentale” facevano parte del discorso pubblico. Ma ora le donne nell’industria musicale e a Hollywood hanno chiarito attraverso il movimento #MeToo e altre dichiarazioni che i comportamenti predatori o misogini non saranno più tollerati.

Timberlake può anche essersi scusato con la Jackson, ma fino a pochi giorni fa non si era mai premurato di graziare Spears della stessa attenzione, anche soltanto per una mossa squisitamente pubblicitaria. Questo dice molto della sua personalità. E ora sappiamo che Timberlake ha continuato a costruire la sua carriera usando il trauma di Britney Spears.