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esperimenti

Ho passato una giornata dicendo solo 'che fai a Capodanno?'

Ed era il giorno della mia laurea, tra l'altro.
L'autore nella posa di un meme sul capodanno che ha particolarmente apprezzato.

Ci sono domande che hanno sempre ossessionato la razza umana. Da dove veniamo? Cosa c'è dopo la morte? Siamo soli nell'universo? E poi c'è LA domanda, quella che ci sentiamo porre più spesso specie in questo periodo dell'anno: cosa fai a capodanno?

Non so quando sia cominciata, ma da qualche tempo a questa parte il capodanno è diventato un meme a forza di eventi Facebook ironici in stile "Capodanno a [inserire la località 'buffa' del momento, dal Molise alla filiale di Banca Intesa di Castiglione delle Stiviere]…" che crescono come funghi nelle nostre timeline man mano che la data si avvicina e aumentano le nostre aspettative e le nostre ansie per l'anno nuovo.

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A questo si aggiungono i siti dedicati esclusivamente a cosa fare a capodanno, che hanno url tipo Capodanno.it, 31dicembre.info, Festecapodannomilano.it. E poi i "meme" sul capodanno che per la maggior parte sono screenshot del Signore degli Anelli o di Matrix con scritto (font: impact) "Dov'era Gondor quando ci si organizzava per capodanno" "E se ti dicessi che a capodanno me ne sto a casa?" E poi "i 30 meme più divertenti con cui rispondere e farsi gli auguri" e—appunto, ed ecco che qui torniamo alla domanda fondamentale—i video sui "10 modi per evitare la fatidica domanda 'che fai a capodanno?'"

È per questo che martedì ho deciso di passare tutta una giornata pronunciando solo e unicamente questa domanda: cosa fai a capodanno? Cosa? Fai? A? Capodanno?

Il caso ha voluto che martedì fosse anche il giorno della mia (sudatissima) laurea. La sera prima ho fatto tardi perché sono stato fuori a bere con gli amici, ma tanto la mattina dopo non dovevo svegliarmi presto per andare al lavoro e anche la mia ragazza si era presa la giornata libera. La sveglia è suonata alle 9, più tardi del solito, e stavolta invece che spegnerla e girarmi dall'altra parte in attesa della successiva (ne metto sempre tre o quattro a poca distanza l'una dall'altra) ho acceso il registratore dell'iPhone. Poi ho sbadigliato e mi sono agitato nel letto finché la mia ragazza, anche lei sveglia, non mi ha dato il buongiorno. Era il momento di dare inizio al mio esperimento.

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"Cosa fai a capodanno?"

"Perché?" ha risposto lei ancora mezza addormentata, con una voce proveniente da un'altra dimensione.

"Cosa fai?"

"Oddio, non ci posso credere, l'esperimento [per VICE]."

"Cosa fai a capodanno?"

Potete ascoltare un estratto della conversazione qui:

Mi ha pregato, mi ha implorato di smetterla. È passata alle minacce e mi ha detto che mi avrebbe lasciato se non avessi detto qualcosa di diverso da "Cosa fai a capodanno?". "Fai la persona seria," mi ha detto. "È il giorno della tua laurea," mi ha detto. "Dai, ti prego," mi ha implorato quasi piangendo, "non è possibile che tu sia così immaturo." Di fronte a tutto questo la mia risposta, immutabile, senza variare nemmeno nell'enfasi o nella flessione, è stata sempre la stessa: "Cosa fai a capodanno?"

La mia ragazza fa colazione e mi guarda male. Tutte le foto dell'autore.

Dopo colazione siamo usciti per vederci con mia sorella, che studia in un'altra città ed era tornata apposta per la mia laurea. Il piano era andare insieme a comprare i regali di Natale per i nostri genitori e poi andare a mangiare una pizza dall'egiziano dietro casa prima di dirigerci verso l'università.

Io e mia sorella siamo molto legati. Quando mi ha visto mi è corsa incontro per abbracciarmi.

"Ciao! Come stai?"

"Cosa fai a capodanno?"

*ci sciogliamo dall'abbraccio*

"Eh non lo so, forse vado ad Amsterdam con il mio ragazzo."

"Cosa fai?"

"Vado ad Amsterdam."

*inizia a sembrare confusa*

"Capodanno?"

"La smetti?"

Siamo entrati al centro commerciale. A ogni "Cosa fai a capodanno?" che pronunciavo mia sorella diventava sempre più frustrata, ma la mia ragazza aveva ormai raggiunto lo stadio dell'accettazione e le ha fatto capire che ogni tentativo di opporsi al mio comportamento sarebbe stato inutile. Eppure l'operazione di scelta dei regali necessitava per forza di un minimo di comunicazione.

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"Facciamo così: quando vuoi dire 'sì' dici 'cosa fai'. Quando vuoi dire 'no' dici 'a capodanno'. Per qualsiasi altra cosa usiamo i gesti. Ok?" mi ha detto mia sorella sentendosi un po' Pavlov al lavoro su un cane e un po' quel dottore polacco che ha inventato l'esperanto.

"Cosa fai?"

"Guarda cosa mi tocca fare, sei imbarazzante."

"Cosa fai a capodanno?"

Messo a punto questo sistema, comunque, il nostro giro di shopping è stato simile a una lunga partita di Tabù. Una partita di Tabù in cui la lista delle parole che non puoi dire è tutto il vocabolario, in pratica.

Mia sorella si è prestata gentilmente per questa foto.

Dopo il giro siamo andati all'egiziano. Qui ordinare è stato più facile del previsto: visto che io mangio solo la pizza marinara i miei commensali hanno potuto ordinare per me. Dopodiché abbiamo preso la metro per andare in università.

Siamo arrivati piuttosto presto e abbiamo dovuto aspettare un po' prima che venisse il mio turno di discutere la tesi. Durante quest'attesa non è successo granché, anche se la mia ragazza ha iniziato a essere davvero preoccupata che potessi continuare a fare lo scemo anche durante la discussione e chiedere "Cosa fai a capodanno?" alla commissione. Mi ha pressato a lungo al riguardo. Ho cercato di farglielo capire usando il codice sviluppato in mattinata, ma non semrava troppo convinta. Temo non si fidi di me.

Mentre aspettavamo i miei genitori, ho cominciato a ricevere messaggi di auguri e di congratulazioni. Alla maggior parte di questi non ho risposto perché mi dispiaceva trollare (ad esempio) mia nonna o gli amici di famiglia che non vedo mai. I miei amici invece li ho trollati senza pietà:

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Questo è il mio collega Leon Benz.

(L'ultimo messaggio è una bestemmia, per quello l'ho blurrato).

A questo punto, mentre aspettavo appostato sulla soglia dell'aula, è uscito il primo neolaureato della giornata, tutto elegante ed esaltato com'è giusto che sia, seguito da un codazzo di parenti in festa che non aspettavano altro che di stappare spumanti e incoronarlo d'alloro.

Ma prima il poveretto ha dovuto passare le mie forche caudine. Ci siamo incrociati fuori dall'aula e lui mi ha guardato con un misto tra stupore e felicità, immagino chiedendosi chi fossi e aspettandosi che gli facessi gli auguri. E invece.

"Cosa fai a capodanno?"

È rimasto un po' interdetto. Si è messo a ridere. Mi ha detto, "Scusa?"

"Cosa fai a capodanno?"

Ma la domanda è caduta nel vuoto. Dopo un attimo di spaesamento il tizio si è allontanato ed è andato a festeggiare.

Nel frattempo erano anche arrivati gli altri membri della mia famiglia, tra cui mia madre e il suo secondo marito. Anche loro li vedo poco perché di recente si sono trasferiti all'estero per lavoro. Il risultato è stata un'altra riunione di famiglia commovente durante la quale sono sembrato completamente pazzo, altri sguardi di disapprovazione, un predicozzo di mia madre sul prendere seriamente la laurea dopo che la mia ragazza le ha spiegato perché mi stavo comportando in quel modo.

Avevo un accordo col mio editor: dovevo resistere solo fino alla discussione, poi sarei potuto tornare a fare la persona seria e smettere di fingermi ossessionato dal capodanno e dai progetti per il capodanno. Per cui quando hanno chiamato il mio nome e mi hanno fatto entrare nell'aula della discussione mi sono sentito sollevato. Ho proprio detto, "Ok, ora faccio il serio" in modo da confortare tutte le persone che mi stavano accanto e che tenevano più di me al mio terminare con successo gli studi.

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Dal momento della mia discussione ho smesso di fare LA domanda a tutte le persone che incontravo e dopo la discussione non ho ripreso perché scusate se mi ero laureato e volevo andare a bere per festeggiare.

La conseguenza più rilevante delle ore che ho passato a fare lo scemo e portare tutti all'esasperazione è stata una: tutte le persone a cui ho fatto la domanda, TUTTE, dalla prima all'ultima, dalla mia ragazza in pigiama alle nove di mattina a mia sorella a mio padre ai miei amici hanno dato sempre invariabilmente la stessa risposta: "Non so." Non so, forse vado ad Amsterdam col mio ragazzo. Non so forse vado a casa di coso. Non so ho un mezzo impegno ma vediamo. Non so, non so, non so non so non so.

Non so, forse è per questo che il capodanno è diventato un meme, forse è per questo che su internet sembrano essere tutti in fissa con quella domanda là e il grafico di Google Trends per "cosa fare a capodanno" è fatto così:

Forse è perché tutti sentiamo come un imperativo categorico kantiano (ah, forse non l'ho menzionato, ma mi sono laureato in filosofia) di dover fare qualcosa a capodanno ma allo stesso tempo abbiamo paura del capodanno perché abbiamo paura che non regga le nostre aspettative ("anno nuovo vita nuova," come si dice, quelle robe lì anche se facciamo finta che non ci importino) e forse per questo l'arrivo del capodanno ci paralizza così e finiamo alla solita festa a casa di qualcuno o a cliccare su Milanocapodanno.it. Forse è questo. Forse.

In ogni caso, voi che fate a capodanno? Io non ho ancora programmi. Organizziamo qualcosa dai.

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