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Musica

Recensione: James Holden and the Animal Spirits - The Animal Spirits

Per la prima volta accompagnato da una band, il produttore inglese si allontana sempre di più dall'elettronica per raggiungere un ibrido estremamente personale.

Lo dico subito: per quanto mi riguarda, The Inheritors, l'album di James Holden del 2013, è uno dei dischi più belli di questo decennio.

Holden a una certa si è stufato della trance per cui era noto e della club culture che gli era sempre stata un po' stretta, ha smesso di fare DJ set, ha tolto la cassa ed è passato a fare - mi autocito - "una musica totale che tiene insieme la kosmische musik, il minimalismo, lo spiritual jazz e la tradizione pagana anglosassone, il tutto dando un'impronta personalissima a queste influenze, raccolte in una vita di ascolto" e di musica vissuta con passione.

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Questo nuovo disco, The Animal Spirits, prosegue su quella linea ma va ancora più in là: è un disco suonato da una band e non più il lavoro di un singolo produttore (se avete visto i suoi ultimi live capite di cosa stiamo parlando). L'album esce infatti accreditato anche agli Animal Spirits, la band che lo accompagna composta da Tom Page dei RocketNumberNine alla batteria, Etienne Jaumet (sassofono), Marcus Hamblett (cornetta), Liza Bec e Lascelle Gordon (percussioni). Holden ovviamente si dedica ai sintetizzatori e a dirigere il tutto.

È un passo che lo porta sempre più lontano da quello per cui era famoso, e chi non ha apprezzato le sue ultime evoluzioni di certo non ritroverà l'amore grazie a questo disco. Chi invece si è fatto affascinare da questo coraggioso ibrido tra elettronica e spiritual jazz e dall'onestà di un percorso estremamente personale e sentito troverà di che godere nell'epica "Spinning Dance", tra le costruzioni di "Pass Through Fire", con l'ipnosi di "Each Moment Like The First", nelle atmosfere prima intense e poi pacificate di "The Beginning & End Of The World", per la rileyana (il Terry Riley di Shri Camel, con una formazione di spiritual jazz a accompagnarlo e a fare detonare il pezzo) "Thunder Moon Gathering", l'epica title track o le delicate "The Neverending" (bellissima) e "Go Gladly Into The Earth".

Quasi tutti i pezzi contengono quei momenti tipici di Holden in cui a un certo punto dici "wow", ma forse - se vogliamo - è un disco meno rivoluzionario e più canonico del precedente: si inserisce su una linea precisa e non è un taglio netto come quello fatto in passato. Credo che chi ha seguito il percorso del produttore inglese fino a qui possa sapere cosa aspettarsi. Detto questo, per quanto mi riguarda è un album che sto amando moltissimo, molto vicino al mio concetto di musica ideale e che, già lo so, girerà tantissimo sul mio stereo.

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James Holden & the Animal Spirits suoneranno anche a Milano, al Linecheck Festival, il 24 novembre. Acquista i biglietti sul sito del festival.

The Animal Spirits esce oggi, venerdì 3 novembre, per Border Community.

Ascolta The Animal Spirits su Spotify:

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