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Musica

Ho provato a scaricare la musica con i software peer to peer della mia adolescenza

Un viaggio tanto nostalgico quanto inutile tra i programmi di file sharing della mia infanzia per controllare se funzionano ancora.
Mattia Costioli
Milan, IT

Una schermata di WinMX

Credo di far parte di una delle ultime generazioni che hanno avuto a che fare con la pirateria per interposta persona e, in particolare, la prima volta che ho infranto il diritto alla proprietà intellettuale di un'azienda multinazionale è stato per giocare a un videogioco, che se non ricordo male doveva essere FIFA 2000. Ho acquistato il CD-Rom ad una bancarella all'uscita della metropolitana e alla fine, siccome non funzionava, me ne sono fatto masterizzare una copia dal marito della mia maestra di matematica, alle elementari, che lavorava in un negozio di assistenza informatica o qualcosa del genere e arrotondava con i videogiochi piratati.

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Da lì in poi sono successe una serie di cose che non riesco a collocare in un preciso ordine cronologico ma i cui punti salienti sono: l'ADSL, la pornografia e il file sharing. Per quanto i primi due sembrino un argomento più allettante, sono costretto a concentrarmi sul terzo. È incredibile quanto la storia della pirateria e i momenti salienti che la riguardano siano così malamente fissati nel firmamento della mia memoria, è un po' come quando provo a pensare alla mia altezza e sono perfettamente consapevole che a 18 anni ero parecchi centimetri più alto che a 14, ma non ho idea di quali siano stati i passaggi intermedi perché ho dovuto convivere con queste piccole modifiche della mia realtà ogni singolo giorno. Quindi sì, la mia prima connessione a internet tramite fibra ottica è stata un grande cambiamento, così come l'arrivo di Spotify (e del più rilevante, anche in ottica file sharing, YouTube) seguito a ruota da Popcorn Time, Netflix e il mio primo protocollo BitTorrent, o l'epoca d'oro di MegaUpload e tutti gli infiniti gradienti derivati, più o meno autorizzati (e più o meno legali). Ma non riesco a fissare dei momenti di svolta in questa storia.

Lo scambio di materiale protetto da copyright è una cosa che è sempre stata lì e se oggi (nella maggior parte dei casi) ho smesso di scaricare le puntate delle serie tivù o gli album appena usciti non è perché, ad un certo punto, sono finito nella lista dei trecentomila denunciati da Lars Ulrich quando nel 2000 decise di andare a caccia uno per uno degli utenti che scaricavano i dischi dei Metallica, ma è solo perché sono (molto) più pigro e (un pochino) più ricco di qualche anno fa.

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Ma che cosa è successo, nel frattempo, ai programmi e ai siti web che mi hanno permesso di essere una persona culturalmente migliore ed eticamente, sotto molti punti di vista, peggiore? Il primo passo da fare era tornare nel luogo da cui tutto era cominciato: Napster.

Napster oggi

Del software progettato da Sean Parker oggi rimane solo un brand, acquistato ad un certo punto pure da Best Buy, che al momento si offre come alternativa a Spotify, Apple Music e altri servizi di streaming musicale. Non ha nessuna peculiarità che lo caratterizzi rispetto alla concorrenza e in linea di massima credo che il tipo nela foto qua sopra stia ascoltando Simon & Garfunkel mentre ripensa a tutte le decisioni sbagliate che ha fatto in vita sua per ritrovarsi come testimonial del nuovo servizio di streaming autorizzato basato sul brand di un software tramite cui io ho scaricato per la prima volta "Tua Madre - Fabri Fibra VS Kiffa" (che rimane ancora la pietra angolare più importante del rap italiano).

In realtà ho appena mentito perché io Napster non l'ho mai usato e dato che dopo cinque paragrafi vi sarete ormai accorti della totale inutilità di questo esperimento, tanto vale che io provi a riesumare i programmi che ho davvero utilizzato. Sono sufficientemente convinto che il primo peer-to-peer che ho mai installato fosse WinMX, sotto imbeccata di un amico che aveva un cugino eccetera, eccetera. Il programma era tutto nero, con le scritte in verde e subito mi permetteva di sentirmi molto più abile con la tecnologia e furbo del resto del pianeta, pensieri tra l'altro equivalentemente falsi, visto che capire nuovamente come far funzionare WinMX mi ha portato via molte più ore del previsto.

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Napster ieri

Alla fine ce l'ho fatta e ho molto apprezzato che in tutti questi anni nessuno abbia fatto niente per rendere più intuitivo il funzionamento del software, anzi. Il catalogo di file a disposizione sembra essere ancora abbastanza ampio (sicuramente più di quello di Spotify, tanto per fare un paragone col mondo reale) e la feature principale di WinMX è ancora lì: l'elemosina. Infatti mi ero dimenticato che il meccanismo alla base di WinMX (fingete che io sappia ciò di cui sto parlando, così che io non debba davvero fingere di saperlo) prevede che gli utenti fonte, ovvero quelli che possiedono questo o quel file, possano abilitare il download agli utenti in coda, che aspettano di scaricarlo.

Questa feature mi ha aiutato a ricordare che il mio username su WinMX, dopo qualche settimana di pochi download e molta sofferenza, era diventato qualcosa tipo SexyStudentessa1991. Oltre a crearmi una serie di disturbi della sfera sessuale quello username mi ha permesso di accedere a tantissima musica e tantissima pornografia, ingredienti fondamentali per plasmare ogni persona che scrive di musica.

eMule oggi

Dopo WinMX la mia seconda conquista tecnologica è stata eMule e sono molto soddisfatto nel constatare che la release ufficiale dell'applicazione che nel 2002 è nato come alternativa ad eDonkey non è ancora riuscita a raggiungere l'agognata versione 1.0, ma si è fermata a 0.50a.

eMule, ancora adesso, funziona esattamente allo stesso modo in cui funzionava dieci anni fa e la priorità di download si basa su un sistema di crediti completamente demenziale, ma se siete alla ricerca di file particolarmente rari (o, se più probabilmente siete dei pedofili ancora a piede libero) immagino che questo software sia la miglior alternativa disponibile.

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È proprio per via di quel sistema di crediti che mi permetteva di scaricare i dischi alla sorprendente velocità di uno alla settimana che decisi di virare su LimeWire, ed è proprio grazie a LimeWire che imparai come si installa un sistema operativo dopo un bel Format C. Per fortuna LimeWire è stato chiuso nel 2010 dopo una serie di processi legali e, al momento, non esiste una versione funzionante del software ma, se vi manca il brand, potete scaricare uno dei tanti malware a disposizione. Anche il cuginetto Kazaa è completamente morto.

Niente di valore è andato perduto

Come saprete se seguite le vicende di Kim Dotcom, il Dan Bilzerian dell'information technology, anche MegaUpload, che per qualche mese era diventato così efficace e popolare che persino mia madre aveva cominciato a scaricare le puntate di Breaking Bad è giustamente morto, togliendo agli occasionali di internet una grossa fonte di download e cultura. La sua eredità MEGA funziona ancora meglio dell'originale, ma non vi spiegherò come perché rientra in quell'intersezione tra illegale e numericamente irrilevante che di solito fa venire voglia di lavorare alla Polizia Postale. Questo è lo stesso motivo per cui non è raccomandabile scrivere di SoulSeek, il paradiso degli hipster scum pirates di tutto il mondo.

Napster è morto, LimeWire è morto, Kazaa è morto ed eMule, WinMX e tutti i loro cloni funzionano più che altro per una questione di testardaggine delle community che li utilizzano.

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Per concludere il mio esperimento ho sbaraccato tutte le difese della mia rete per permettere a eMule di connettersi con la polizia belga i suoi server e ho scaricato "The Sound Of Silence" di Simon & Garfunkel – ma poi l'ho scaricata e ho ascoltato la canzone gratis su YouTube, così che l'etichetta riceva i suoi meritati 0,0003 centesimi.

Non ho imparato nulla di utile da questa esperienza, se non che l'industria discografica è riuscita a rendere lo streaming legale così semplice da utilizzare ed economico che nessun essere umano completamente funzionale ha più voglia di farsi tutta la trafila necessaria per scaricare illegalmente la musica. Il massimo che le nuove generazioni possono fare è rippare gli mp3 in qualità-incisioni-rupestri da YouTube, ma è come se non importasse più a nessuno.

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