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Musica

L'importanza della bandana nella storia del rap

Da Tupac a Soulja Boy, passando per Cam'ron, Missy Elliott, The Game e A$AP Rocky.

Juelz Santana sfida le leggi della fisica dei tessuti.

È davvero possibile amare il rap e non amare le bandane? È una domanda difficile. Col senno di poi, possiamo dire che abbiamo sviluppato una vera attrazione per questi fazzoletti colorati oppure li tolleriamo, come abbiamo tollerato le salopette, gli zaini a banana o le reti da pesca a forma di t-shirt? Checché ne pensiate, la bandana ha fatto la storia dell'hip-hop, la troviamo in ogni buon video degli anni Novanta e Duemila, e si può affermare che sia ormai da tempo sinonimo di virilità assoluta e segno distintivo adottato dai ragazzini che si credono stocazzo.

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Per quanto sia difficile individuare le prime comparse della bandana nel genere (forse c'è sempre stata, in fondo), è facile constatare che i rapper non l'hanno mai abbandonata. Sono passati i tempi in cui anche i caporedattori dei giornali specializzati l'indossavano, ma il suo impatto è stato tale che nel 2016 è stata adottata anche dalle popstar. Certo, non mancano parodie e caricature, a volte esilaranti (ricordate Michael Scott in The Office?), ma l'hip-hop, al contrario del bandana thrash, genere molto più di nicchia, ha rappresentato la sua età dell'oro.

Tupac

Non si può non cominciare dal più grande cantore della bandana di tutti i tempi. Del resto, Tupac l'ha portata in ogni modo concepibile: con il nodo davanti e dietro, a cranio coperto e scoperto, sulla copertina di Rolling Stone e nei videoclip. Praticamente non l'abbandonava mai: in uno shooting con David LaChapelle vestito da schiavo davanti a un cavallo, sputando sui giornalisti o insegnando ai propri fan come rollare un blunt, che si lanciasse in un remake di Mad Max nel video di "California Love" o si reincarni in Cristo sulla copertina di The Don Killuminati (Better Dayz e Resurrection non contano perché sono dischi postumi), che posi in prima pagina sul New York Times (con il famoso titolo: "Sapete che cosa ascoltano i vostri figli?"), Tupac sembra averla trasformata nel suo simbolo, un piccolo dettaglio che gli ha permesso di mettere paura alla "buona" America bianca.

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Gravediggaz

Di ritorno sulle scene dopo essersi fatti licenziare da Tommy Boy Records, i quattro Gravediggaz hanno deciso di comunicare chiaramente le loro intenzioni con 6 Feet Deep/Niggamortis nel 1994. Qui Prince Paul, RZA, Poetic e Frukwan—rinominati per l'occasione rispettivamente The Undertaker, Rzarector, The Grym Reaper e The Gatekeeper—giocano seriamente con un immaginario morboso, aprendo l'album con una marcia funebre e parlando pressoché esclusivamente di omicidi o istinti suicidi. Inevitabilmente, la copertina doveva essere in tema. Oltre al coltello e alla rabbia negli occhi, quelle bandane contribuiscono all'aura di serietà e incazzatura.

Ja Rule vs Mobb Deep

"Eravamo veramente dei gangster rispetto agli altri. Poi Ja Rule è entrato nel locale indossando questa maglia super scollata che mostrava quasi i capezzoli. Sembrava proprio gay. Avrei dato qualunque cosa per vedere l'imbarazzo sul suo volto quando ci vide. Tutti i ragazzi che erano con me erano spietati e lo prendevano in giro senza tregua". Parole dure, pronunciate a fine anni Novanta dopo una serata molto alcolica dalle bocche di Prodigy. Perché? Perché i due rapper non lo hanno mai sopportato. E questo vale anche per il punto di vista del vestiario. Come si spiega? Quando il rapper dei Mobb Deep ha deciso di indossare la bandana sotto il cappello, come sulla copertina di The Infamous, e l'ha rivendicato orgogliosamente a ogni occasione mediatica, Ja Rule sembra seguirlo. Sembra una pessima imitazione di Tupac. Spesso dà l'impressione di avvicinarsi alla formula giusta, ma poi si perde. Qualcuno ha mai visto una combo bandana/doo-rag in un video che non sembrasse ridicola?

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Cam’ron

"Oh Boy" è probabilmente il singolo più famoso di Cam'ron, ma casualmente è anche l'espressione pronunciata da tutti quelli che stavano guardando i Grammy Awards nel 2003 quando lui è entrato in scena. Quella sera, apparentemente senza un minimo di vergogna, lo storico protégé di Biggie, a cui deve il suo contratto con Untertainment Records, si è presentato fieramente impellicciato, con un cappello di pelliccia e un telefono rosa. Esatto, è orribile. Ma come molte cose disgustose, ha generato un seguito di culto tanto da spingere la rivista Fancy a mettere in vendita l'outfit nel 2014. E non fu l'unico tentativo di Cam'ron. Nello stesso periodo, si era azzardato a indossare la bandana-visiera, con risultati che lascio giudicare a voi. Questo non ci aiuta comunque a risolvere l'enigma del suo collega nei Diplomats, Juelz Santana, che la sua bandana è riuscito a portarla in questo modo, sfidando ogni legge della fisica.

Missy Elliot

No, la bandana non è riservata agli uomini. Tanto più che quando si parla di spendere soldi in capi di vestiario che si indossano una volta sola le ragazze sono bravissime, no? No, si scherza. Anche se nel caso di Missy Elliott questa frase si avvicina alla verità. Non l'abbiamo seguita ogni giorno dopo le riprese del video di "Work It" nel 2002, ma siamo pronti a scommettere che questa bandana blu, mezza di pelo e mezza di cuoio, dev'essere finita piuttosto velocemente in fondo a un armadio e dimenticata, se non bruciata. O perlomeno lo speriamo, anche se questa è forse l'unica caduta di stile della rapper nel corso di questo periodo che potremmo chiamare timbalandesco. Non dimentichiamo che Eve aveva già scelto questo capo per il video di "Who's That Girl?" in cui l'ex-rapstar Ruff Ryders raggiunge il massimo: trecce rosse, cappello rosso, bandana nera e una tigre. Vi state ancora chiedendo che cosa ci facesse là quella povera bestiola? Anche noi.

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The Game

Non è old school né new school, The Game sa meglio di chiunque che il confine tra kitsch e avanguardia è fluido, e che è meglio puntare il più possibile verso la seconda, anche se non tutti comprenderanno. Mentre 50 Cent riportava in voga il doo-rag con Get Rich Or Die Tryin' nel 2003, The Game ha scelto di concludere Stop Snitchin, Stop Lyin nel 2005 con la fantastica "Red Bandana", un titolo che se la prende esplicitamente con il suo vecchio compagno della Aftermath. Una semplice divergenza di look? Chi può dirlo…

Booba – Autopsie Vol. 1

Ancora una volta la bandana rappresenta l'accessorio obbligatorio per l'uniforme del gangster. Come vedete, fa venire una gran voglia di pace nel mondo.

Soulja Boy

Secondo Wikipedia, non c'è alcun dubbio: "portare una bandana sulla testa era una tradizione dei contadini sivigliani nel XVIII/XIX secolo, e questa 'moda' approdò nel continente americano tramite i coloni spagnoli". Fine della lezione di storia. Forzatamente incompleta, questa definizione riesce comunque a mettere in evidenza lo scarto tra la rilevanza storica della bandana e l'uso che ne fa Soulja Boy in "Gucci Bandana". Evidentemente non gli è bastato essere attaccato da Ice-T e Snoop Dogg, oltre che in ogni angolo dell'Internet, perché le sue rime sono totalmente prive di tecnica, ma ha dovuto anche trasformarsi in un rappresentante porta a porta di una marca di lusso. Questa è stata la sua ultima hit, era il 2009, ed ha il merito innegabile di aver ispirato Bello Figo (aka Gucci Boy).

A$AP Rocky

E alla fine è successo quello che doveva succedere, il revival totale. Negli ultimi mesi Rihanna, Selena Gomez e Miley Cyrus hanno reso la bandana un accessorio quasi sensuale, ed è innegabile che ora sia di moda. Poco importa che siate o meno affiliati a una gang, adepti del gangsta-rap, stilisti, adolescenti che la usano per strangolarsi mentre si fanno le seghe o un semplice rapper calvo che cerca di nascondere il proprio problema tricotico, d'ora in poi la si porta. Non importa come. Nemmeno A$AP Rocky si sente in imbarazzo a legarsela attorno al cappello. Ok, capiamo lo scollo a V, il contrasto tra bianco e nero, l'antinomia, la follia creativa che prende il sopravvento sul pensiero razionale… ma resta comunque un po' da pagliacci. Ma tranquilli, la sua band ha recentemente sfoggiato un altro look: il mimetico integrale da Bootcamp Click anni Novanta, indossato sul palco di Jimmy Fallon. Quest'inverno ci sarà da ridere!

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