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La guerra in Ucraina è il campo d'addestramento perfetto per l'estrema destra

La guerra del Donbass è un magnete per i suprematisti bianchi e i neonazisti che vogliono imparare a combattere.
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Un volontario del Battaglione Azov, in una foto scattata a Kiev nel 2015. Fotografia: SERGEI SUPINSKY/AFP via Getty Images

Mikael Skillt, un veterano dell’estrema destra svedese, era arrivato a Kiev a febbraio del 2014, pochi giorni dopo la rivoluzione in Ucraina e la destituzione del Presidente Viktor Yanukovych.

Skillt, che al tempo era un neonazista molto conosciuto e con oltre vent’anni di “esperienza” nella scena, era stato attratto dalla rivoluzione perché voleva far parte di qualcosa più grande di lui. Come molti altri membri dell’estrema destra in tutto il mondo, era stato ispirato dal ruolo di spicco svolto dagli ultranazionalisti ucraini e dagli ultras di estrema destra durante le proteste ribattezzate Euromaidan—e voleva sostenere la loro causa.

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“Stavamo facendo la storia,” ha raccontato a VICE World News. “Chi non avrebbe voluto farne parte?”

Grazie a questa decisione, Skillt ha preso parte a un’ondata composta da migliaia di foreign fighter di estrema destra, che hanno partecipato alla successiva guerra in Ucraina sia dalla parte dei russi che da quella degli ucraini.

Secondo gli esperti, le ragioni dei singoli erano molteplici: chi arrivava per cercare un po’ di avventura, chi era lì per una questione di status o di addestramento militare. Quel che è certo è che l’esperienza di combattimento accumulata, nonché i legami internazionali, hanno reso queste persone una realtà preoccupante. Infatti, questo fiume di combattenti ha trasformato l’Ucraina in un hub transnazionale della rete suprematista, con una traccia sotterranea esplicitamente fascista che continua ad attrarre e ispirare gli estremisti di tutto il mondo.

Manifestanti anti governativi in Piazza dell'Indipendenza a Kiev, a febbraio 2014. Fotografia: Jeff J Mitchell/Getty Images

Manifestanti anti governativi in Piazza dell'Indipendenza a Kiev, a febbraio 2014. Fotografia: Jeff J Mitchell/Getty Images

“I suprematisti bianchi stanno cercando lo scontro,” sostiene Marilyn Mayo, una ricercatrice specializzata che lavora presso l’ADL’s Centre on Extremism. “Se ci si sofferma a indagare l’ideologia di questi gruppi, si scopre che molti di loro parlano apertamente di prepararsi a una guerra razziale, e di volere un vero e proprio addestramento militare.”

Per questi foreign fighter, la guerra in Ucraina rappresenta l’opportunità perfetta per vivere questa fantasia guerresca, afferma Jason Blazakis, un ricercatore del Soufan Centre. Persone come Skillt, specifica, erano “sostanzialmente l’incarnazione di quello che molti suprematisti bianchi volevano essere e fare: combattere in un conflitto… andare in Ucraina per vivere il sogno in prima persona.”

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Skillt, che aveva avuto precedenti esperienze militari presso la National Home Guard svedese, si era arruolato nel 2014 per combattere in una delle milizie di volontari formatisi per difendere l’Ucraina dai separatisti spalleggiati dalla Russia, nella parte orientale del Paese.

Combattimenti a Avdiïvka, nella regione del Donec'k, a marzo del 2017. Fotografia: ANATOLII STEPANOV/AFP via Getty Images

Combattimenti a Avdiïvka, nella regione del Donec'k, a marzo del 2017. Fotografia: ANATOLII STEPANOV/AFP via Getty Images

Il gruppo in questione era il Battaglione Azov, una milizia di estrema destra proveniente da quelle stesse forze ultranazionaliste che avevano fornito la spinta al fronte della rivoluzione.

Molti dei suoi membri abbracciano apertamente l’ideologia suprematista e alcuni mettono in mostra tatuaggi neonazisti. Il primo comandante del battaglione, Andriy Biletsky, aveva in precedenza guidato l’organizzazione paramilitare neonazista “Patriot of Ukraine” e affermato che la missione della nazione ucraina era quella di “condurre la razza bianca in una crociata finale… contro gli untermenschen [subumani] guidati dai semiti.

“Non è possibile dubitare dell’estremismo ideologico di queste persone, soprattutto davanti alle immagini con le svastiche,” conferma Skillt, che da allora ha rinunciato alle sue posizioni politiche estremiste. L’Azov ha attirato in fretta l’attenzione di tutti non solo per l’estremismo politico, ma anche per il valore dimostrato sul campo di battaglia, dove il battaglione si è fatto un nome durante l’aspra battaglia per la città di Mariupol, a cui ha partecipato lo stesso Skillt.

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Le azioni del gruppo hanno aiutato l’Azov a ottenere legittimità e a farsi in patria la reputazione dei difensori della nazione. In più, hanno rafforzato la loro immagine presso tutti gli estremisti di estrema destra in giro per il mondo, quegli stessi che il battaglione ha attivamente reclutato sui social media e tramite la costruzione di una rete coordinata.

Attivisti di estrema destra a Kiev nell'agosto del 2020, durante una marcia per i veterani. Fotografia: Pavlo Gonchar/SOPA Images/LightRocket via Getty Images

Attivisti di estrema destra a Kiev nell'agosto del 2020, durante una marcia per i veterani. Fotografia: Pavlo Gonchar/SOPA Images/LightRocket via Getty Images

Non tutti si sono messi dalla parte del battaglione Azov, persino nell’estrema destra. La guerra in Ucraina ha diviso come poche altre cose l’estrema destra mondiale, spaccata tra il supporto alle forze ucraine—a sostegno dei nazionalisti e contro l’aggressione russa—, e quelle russe—motivata in parte dalla volontà di considerare il Presidente Vladimir Putin un convinto difensore dell’Europa bianca e tradizionalista.

“La destra europea è divisa in questi due campi, pro-Russia e pro-Ucraina,” conferma Skillt. “La parte dominante è quella che combatte per i russi.” Ironicamente—considerando i tentativi del Cremlino di utilizzare l’ideologia del battaglione Azov per infangare tutte le forze ucraine—, i foreign fighter suprematisti sono stati addestrati e hanno combattuto anche per gruppi come il RIM, il Russian Imperial Movement, un’organizzazione ultranazionalista che sostiene di combattere per “la predominanza della razza bianca.”

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Gli esperti sostengono che RIM funzionasse da reclutamento per l’ala militare della controparte russa, la Legione Imperiale. Nel 2020, il governo degli USA ha inserito RIM nella lista dei gruppi terroristici globali degni di particolare attenzione, aggiungendo che ha “fornito addestramento para-militare ai suprematisti bianchi e ai neonazisti in Europa.” Nel mentre, i media tedeschi, citando alcune fonti dell’intelligence, hanno dichiarato che alcuni estremisti locali avevano ricevuto addestramento all’uso delle armi e degli esplosivi in un campo del RIM vicino a San Pietroburgo.

Nel frattempo, ad aprile del 2021, le autorità della Repubblica Ceca hanno fatto una retata presso un gruppo paramilitare, sospettato di mandare cittadini cechi in Ucraina per combattere dalla parte dei separatisti russi.

Per quanto riguarda l’Azov, l’ideologia estremista non si è rivelata un ostacolo per il suo consolidamento in terra ucraina. Soprattutto considerando che ha allargato le sue mire dai campi di battaglia alla società ucraina nel suo complesso.

Verso la fine del 2014, il Battaglione Azov è stato ufficialmente incorporato nella Guardia Nazionale Ucraina, di fatto ponendo i suoi soldati a libro paga del governo. Due anni più tardi, ha costituito un proprio partito politico, il Corpo Nazionale, prima di creare anche un gruppo paramilitare conosciuto come Milizia Nazionale, che “pattuglia” le strade applicando la sua versione della giustizia, a mo’ di vigilanti.

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Un manifestante con un fumogeno a Kiev nel 2014. Fotografia: GENYA SAVILOV/AFP via Getty Images

Un manifestante con un fumogeno a Kiev nel 2014. Fotografia: GENYA SAVILOV/AFP via Getty Images

Membri di questi gruppi negli ultimi anni hanno violentemente attaccato diverse minoranze (ad esempio, LGBTQ+ e Roma), tanto da portare il Dipartimento di Stato USA a definire il Corpo Nazionale un “gruppo nazionalista d’odio.”

E benché tutti questi tentativi politici abbiano sino ad ora mancato di attrarre un supporto significativo da parte del pubblico, l’“ecosistema” Azov ha permesso il sostentamento di un prospero sottobosco ucraino di estrema destra. Gli affiliati di questi gruppi organizzano festival musicali neonazisti, linee di abbigliamento e tornei di MMA, continuando a cercare, nel frattempo, l’appoggio della rete di estrema destra mondiale.

Così facendo, hanno ispirato e attratto diversi fanboy da tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti. Tra gli ammiratori più accaniti c'è la figura di Robert Rundo, appartenente al violento gruppo suprematista statunitense Rise Above Movement. Rundo è andato in Ucraina nel 2018 per fare rete e combattere agli eventi MMA dell’Azov, e ha persino lanciato un podcast con un importante affiliato del battaglione.

Rundo ha apertamente riconosciuto il ruolo giocato dall’Azov nell’ispirare la sua stessa ideologia estremista negli USA, e ha descritto in un podcast del 2017 la scena dell’estrema destra ucraina come: “la mia ispirazione per qualsiasi cosa.”

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L’influenza di questa frangia estremista ucraina ha suscitato timore a livello internazionale, a fronte del rafforzamento e della promozione dei gruppi suprematisti anche al di fuori dei confini dell’Ucraina.

Un militare ucraino mentre spara con una mitragliatrice pesante, in uno scontro vicino alla città di Dokuchaievsk, nel Donec'k, a luglio del July 2019. Fotografia: ANATOLII STEPANOV/AFP via Getty Images

Un militare ucraino mentre spara con una mitragliatrice pesante, in uno scontro vicino alla città di Dokuchaievsk, nel Donec'k, a luglio del July 2019. Fotografia: ANATOLII STEPANOV/AFP via Getty Images

Il governo degli USA ha vietato che i suoi aiuti militari raggiungano il Battaglione Azov, e l’FBI ha sostenuto in una denuncia che starebbe addestrando e radicalizzando i suprematisti americani. Nel 2019, tali preoccupazioni hanno raggiunto un livello tale da portare gli ambasciatori dei Paesi del G7 a spronare il governo ad agire contro gli estremisti.

Tuttavia, nonostante alcuni segnali indichino che l’Ucraina stia tenendo conto della pressione ricevuta per fermare il continuo arrivo dei foreign fighter—secondo un report di BuzzFeed News, ad ottobre del 2020 sono stati deportati due membri americani del gruppo neonazista Atomwaffen Division—, nulla lascia supporre che il battaglione stia abbandonando le armi, anche grazie al solido supporto politico ricevuto dal gruppo.

“Sono stati in grado di intrecciarsi allo stato ucraino,” conferma Blazakis. “Sono qui per restare. E sono molto pericolosi.”