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Musica

Il pop arcobaleno dei Superorganism

Il collettivo cosmopolita che ha riportato la spensieratezza nell'indie pop del 2018 sta per arrivare in Italia, vi raccontiamo la sua storia.

Quando morì nel 1801, Joseph Orono aveva 113 anni. Da decenni era il leader di una tribù di nativi americani che occupava le terre attorno alla Baia di Penobscot, in quello che oggi è lo stato del Maine. Era conosciuto da tutti come “the blue-eyed chief”. Cinque anni dopo la morte, alla sua memoria venne intitolato un piccolo insediamento ai piedi di una cascata: la città di Orono.

Quasi sessant’anni più tardi, Orono diventa la sede dell’università del Maine, delle sue aule e delle sue dorm room. È in una di queste che negli anni Novanta si incontrano due studenti fuorisede, entrambi giapponesi, con la passione per i Weezer e per i Pavement. Si innamorano e nel 1999, una volta tornati in Giappone, hanno una figlia. La chiamano come la cittadina del Maine in cui si sono conosciuti: Orono.

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Noguchi Orono oggi ha 18 anni ed è la cantante di una delle band più chiacchierate del 2018, i Superorganism, che suoneranno per la prima volta in Italia il prossimo 15 novembre al Circolo Magnolia di Milano. Sguardo basso, voce quasi monotonica (a là Stephen Malkmus, potremmo dire), mani in tasca e un approccio lo-fi alla vita che contrastano con la coloratissima cornice fornita del resto della band: otto elementi, visual in techicolor, un mix catchy di pop digitale e meme sonori che sembrano usciti da un subreddit.

Li hanno definiti “la band di internet, se internet avesse una sua band”. Ed è proprio online che i membri della band si conoscono, si scambiano idee, basi e testi, componendo i primi pezzi. I suoi componenti mantengono una relazione a distanza per mesi tra Australia, Stati Uniti e Inghilterra prima di decidere di andare a vivere assieme e di trasformare una townhouse di East London in una specie di comune del pop. È qui che nel 2017 nasce quasi dal nulla il progetto Superorganism, e con esso le tracce dell’album omonimo, pubblicato da Domino e Hostess.

Orono è anche incaricata di comporre i testi, benché di madrelingua giapponese. Ancora prima che la comune sia nata, la cantante riceve le basi via Dropbox e butta giù qualche riga, d’istinto: è così che nasce il primo singolo ad averli messi sui radar della stampa internazionale, “Something for your M.I.N.D”:

I know you think I'm a sociopath
“My lovely prey”, I'm a cliche
Make way I'm in my Pepsi mood
Mama needs food, how about a barbecue?
For us the bourgeoisie, so carefree

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“Comincia tutto da una conversazione tra di noi, parlando di musica e di arte in cucina”, aveva spiegato Orono. “Poi qualcuno se ne esce con un’idea iniziale per una canzone. Normalmente poi ci scambiamo i file, così che tutti possano aggiungere il proprio contributo; ci lavoriamo fino a che non abbiamo il prodotto finale”. Succede così anche per “Everybody wants to be famous”, brano che parla dell’abbassamento della soglia minima necessaria per il raggiungimento della celebrità, non senza ironia: “Penso che io e te assieme / possiamo illuminare il mondo / siamo tutti stelle stanotte / dobbiamo solo capire perché”.

E proprio del perché i Superorganism siano una delle “band del 2018” possiamo discutere a lungo — vuoi per la loro particolare storia o per il loro approccio spensierato che conquista una fetta di pubblico cross-generazionale, oppure ancora per il live nel Tiny Desk di NPR in cui “suonano”, tra gli altri strumenti, anche una bottiglia di aranciata, una mela, un secchio d’acqua e la sveglia di un iPhone. Ed è questo approccio da state sereni regà che alla fine li premia, in un mondo dove troppi sembrano prendersi eccessivamente sul serio. Buone notizie, dai: è l'inverno 2018 e il divertimento e la spensieratezza non sono ancora passati completamente di moda.

I Superorganism suoneranno dal vivo al circolo Magnolia di Milano il 15 novembre. Acquista i biglietti qui.

Valerio è su Twitter.

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