Chi sono i Brockhampton?
Illustrazione di Kayla Graves.

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Musica

Chi sono i Brockhampton?

Una boyband da 15 elementi con background e talenti diversi che produce l'hip hop più vitale del momento.
Ryan Bassil
London, GB
Giacomo Stefanini
traduzione di Giacomo Stefanini
Milan, IT

Il dizionario Merriam-Webster associa il termine "growing pains" allo "stress e lo sforzo di iniziare un nuovo progetto" e/o i dolori agli arti dei bambini piccoli. È una buona definizione—del resto si considerano "il dizionario online più usato d'America per la lingua inglese"—ma manca un'interpretazione molto importante: il disagio psicologico di crescere nell'in-mezzo.

Come fenomeno extracorporeo e onnipresente, l'in-mezzo è leggermente simile al "sottosopra"—termine diffuso dalla serie di Netflix Stranger Things—nel senso che rappresenta un luogo a metà tra due mondi. Nella serie, è dove Will è tenuto ostaggio—non nel mondo reale, ma nemmeno fra i morti. La versione non immaginaria dell'"in-mezzo" non è così drammatica, ma descrive un simile luogo in mezzo a luoghi: uno strano spazio tra due mondi, una separazione.

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Qui è dove troverai quelli che stanno in mezzo. Gli adolescenti bianchi cresciuti col rap, per esempio; i ragazzi neri cresciuti con lo skate e i Nirvana; l'unica persona di genere non binario in una cittadina prevalentemente di destra; o il ragazzo depresso e solitario che si aggira per i corridoi della scuola con il proprio album preferito che pompa dagli auricolari nelle orecchie. Trovare un equilibrio su questo precipizio può essere problematico, ma quando la gente s'incontra in queste zone di confine può anche divertirsi molto. E, soprattutto, trovarsi un gruppo di esclusi dà conforto—rende più facile trovare la propria vera identità.

I Brockhampton—una boyband texana formata da 15 membri e ora di stanza a Los Angeles—nascono in questo mondo. Come i Guerrieri della Notte del film, o i ragazzi di Stand By Me, sono un gruppo di outsider tenuto insieme da una passione comune—in questo caso quella di creare musica, cortometraggi e arte. Vivono insieme in una casa, sono bianchi, neri, etero e gay e sono una testimonianza del fatto che le nostre stranezze sono una cosa bellissima e dovremmo esibire con orgoglio le nostre sfumature.

Avrete già sentito nominare questo gruppo. Del resto, hanno raggiunto le centinaia di migliaia di riproduzioni dei loro ultimi singoli; il loro manager è Christopher Clancy, che aiutò gli Odd Future all'inizio; e sono capitanati da Kevin Abstract, che ha scritto uno dei migliori e sconosciuti album del 2016. Ma in caso non vi sia giunta voce, ecco un breve ricapitolo. Si sono tutti conosciuti su un famigerato forum per fan di Kanye West. A quei tempi, i membri lavoravano come revisore contabile in banca (Jabari Manwa) o in un concessionario (Ameer Vann) mentre alcuni si facevano licenziare dal Walmart (Ashlan Gray). Uniti da una causa comune, si sono trasferiti tutti in una casa in Texas—alcuni dei membri si sono trasferiti da altri stati—e si sono messi sotto a lavorare esclusivamente sulla musica.

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Concentrando i propri sforzi, i Brockhampton sono diventati un'inarrestabile forza creativa. Nei due anni dalla loro concezione sono riusciti a trasferirsi a LA, a pubblicare il mixtape All-American Trash e a lanciare un programma televisivo su VICELAND US—il tutto restando totalmente indipendenti. Ma Saturation, la loro uscita più recente, è quella che ha avuto più successo. È un album di debutto selvaggio e fuori dai generi, che pone l'accento sull'importanza di essere se stessi—di stare con una crew di fuorilegge sociali, sfoggiando con orgoglio la propria appartenenza e lasciando che siano gli altri a rincorrere e dover capire.

"STAR", la terza traccia dell'album, fotografa perfettamente quest'idea. "A scuola non mi cagavano / Ora i critici non mi cagano / La mia famiglia non mi caga", rappa Kevin Abstract, prima di chiudere con: "Ma VICELAND mi ha cagato" (e sì, prima che vi mettiate a insinuare cose, questo articolo verrebbe pubblicato anche se non fosse così). Poi racconta di come non sa guidare, non ha soldi e spende tutto quello che guadagna in Uber—e di conseguenza è povero ammerda. È lo stesso approccio confidenziale che rese così interessanti Kanye West e Kid Cudi agli inizi.

Come Odd Future prima di loro, i Brockhampton sono stati bravissimi nel creare un proprio mondo—un pacchetto a 360 gradi in cui dirigono i propri video, realizzano i propri artwork, producono tutta la loro musica. Nel fare questo, ogni uscita scava più a fondo nel nucleo dei Brockhampton, portando alla luce manifestazioni di umorismo, realtà e stati mentali. Per esempio: guarda un video e rimarrai impressionato. Guardane due e ti renderai conto che c'è un filone, visto che ognuno inizia con un discorso diretto in camera alla Johnny Knoxville, leggermente alterato: "Este es mi amigo Jabari. Nosotros odiamos a la policía" (Questo è il mio amico Jabari. Noi odiamo la polizia). E questa roba fa anche ridere—quello humour strambo ma efficace che può venire soltanto da un gruppo di amici che si sentono a proprio agio gli uni con gli altri. Beccati "STAR" e capirai.

Creando in questo modo, l'ascoltatore si ritrova più coinvolto nei Brockhampton—arriviamo a scoprire la personalità di ogni componente. E ci sono un sacco di talenti impressionanti; oltre ad Abstract e i membri sopramenzionati, c'è Bearface, Dom McLennon, Matt Champion e una pletora di altri. Questi musicisti compongono tutti anche da soli, ma unendosi nei Brockhampton hanno creato qualcosa di unico e completo. Ascoltiamo storie di dipendenza dai medicinali ("2PAC"), di buoni pasto e povertà ("MILK"), dolore e amore perduto ("FACE"). La combinazione dei membri e delle loro storie individuali permette di dipingere un ritratto realistico di cosa significhi essere giovani, essere al di fuori dei soliti circuiti, essere in mezzo.

Tutto questo per dire che, nonostante alcuni argomenti trattati, i Brockhampton sono in grandissima parte positivi. "MILK" fotografa perfettamente questo approccio. Per quanto parli dei lati negativi della fine dell'adolescenza che non è ancora inizio dell'età adulta, la traccia parla in definitiva di accettare se stessi, di crescere come persone—e di come tutto si risolve alla fine. Parlando di questa canzone in un'intervista con Pigeon and Planes, Dom McLennon ha detto: "Non vogliamo dire di uscire e andare alla prossima manifestazione o marcia. Vogliamo dire: esistete in questo clima sociopolitico terrificante, pazzo e schifoso e siate voi stessi senza vergognarvene perché è quello che facciamo noi. Non so come, ma ha funzionato per noi, cazzo".

E come dice Ameer Vann in "FACE": "Mi serve un amico / E a te serve una casa"—forse i Brockhampton possono esserlo anche per voi. Se vogliamo basare le nostre aspettative su "GUMMY" e "SWAMP", allora stanno per far uscire un altro album dell'estate, SATURATION II.

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