Forse non c'è bisogno di ribadirlo, ma chi si immerge nella dance culture è inevitabilmente coinvolto anche in una certa forma di "tribalismo", anche se in forma inconscia. Alcuni DJ diventano i nostri sciamani, ci riconosciamo in certe forme di clubbing, che diventano una tribù, e alcune label diventano iconiche. Le nostre scelte quotidiane, in questo senso, sono emblematiche del nostro gusto e della nostra sensibilità, anche fuori dalle mura di un club.La musica che scegliamo di acquistare, in un certo senso, ci definisce, perché definisce la nostra appartenenza a una comunità. La prima definizione si ha se si acquista o meno un album, poi il cerchio si stringe su che tipo di album decidiamo di acquistare.Qualche tempo fa vi avevamo illustrato le prodezze di etichette giovani come LA Club Resource o Berceuse Heroique, definendo la prima una sorta di "figlia d'arte" del modus operandi di Ron Morelli e della sua L.I.E.S.—label che butta fuori prodotti techno acida e distorta e difficile che potreste sentire in club minuscoli e bui frequentati solitamente da gente che odia i club e odia ballare, o almeno così potrebbe essere vista da un occhio ingenuo.Nata nel 2010 dalla testa e dalle mani di Ron Morelli, la Long Island Electrical Systems è diventata un nucleo produttivo per l'house più grezza, cruda, plumbea e per la techno più ruvida e spigolosa. Il producer britannico Randomer ha da poco annunciato il suo ritorno alla label con un nuovo EP—Kid's Play— e noi cogliamo la palla al balzo per dare ai nostri lettori una chiave di lettura del lavoro di quest'etichetta allucinante, e abbiamo pensato di farlo con cinque release fondamentali quanto splendide quanto per nulla semplici da digerire. Ma questo è il bello.È bene partire dall'inizio, letteralmente: il primo 12" della label è un'opera surreale e onirica infarcita di un ibrido house-disco che suona più o meno come una produzione che avrebbe fatto Soundstream dopo aver passato alcune notti difficili e una o due settimane a pomparsi i muscoli in sala pesi. "Targets" è un esempio perfetto per illustrare il potere del loop. Una serie meravigliosamente riuscita di incursioni disco che si intrecciano e sovrappongono, fino a lasciare l'ascoltatore in uno stato di piacevole stordimento, o in uno stato di trance dovuto al magico influsso della ripetizione. Questa release è sicuramente molto più leggera di quelle che l'avrebbero seguita, e in questo senso è un po' uno specchietto per le allodole, ma che specchietto, ragazzi.Il nome dice tutto. Questa mini raccolta—che ci regala tracce di Beautiful Swimmers, Entro & Terri e Marcos Cabral—è una sorta di biglietto da visita, fotografa un momento della storia del clubbing. In un certo senso è anche rappresentativa di cosa fosse e cosa sia ora L.I.E.S. e della destinazione finale delle sue release avveniristiche: club oscuri, piccoli, in cui ogni cosa è appannata. È la cosa più lontana da un remix di David Morales da mani al cielo che possiate mai ascoltare, il che è ottimo. The Swimmers ci portano il brillante, futuristico quanto nostalgico pezzo "The Zoo", "Dancing on Manhattan" di Cabral è una scaldapista dall'animo dub e "The Clap" di Entro & Terri chiude il cerchio con uno stile subacqueo e brutale allo stesso tempo.Una volta che ci siamo messi via il fatto che questo ragazzo sia il figlio di Ron Perlman (eh già) possiamo iniziare a ragionare e capire che il signorino Edwards, quello dietro a LA Club Resource, è in grado di fare sul serio. Il suo stile—immaginatevi il suono che potrebbe uscire dalla strumentazione di Legowelt dopo una tempesta di sabbia—ha caratterizzato le produzioni L.I.E.S. e non poco. La title track procede in maniera quasi diabolica su una costruzione di pad ipnotici e tondeggianti, affiancati da schizzi di 303 che dondolano sgraziati come un ragazzino dopo la sua prima sbronza. "Bells" è un simbolo minimal e la prova schiacciante che la cara vecchia marimba è ancora il miglior strumento per la musica da club, mentre "Love Goes On and On" un tuffo cafone e scoppiettante in un lago techno, che ricorda Drexciya.E ora torniamo al Luglio 2015 con questo corredo acidificato di suggestioni in stile Joey Beltram. Burning Sulfr suona come suggerito dal titolo: un'eruzione di techno pesante e martellante che ricorda "The Bells" di Jeff Mills se fosse suonata a velocità accelerata. È roba che non scende a compromessi e a cui non frega un cazzo delle mode e delle classifiche e nemmeno di te, ovvero la quintessenza di L.I.E.S.Segui L.I.E.S. su Facebook // SoundCloud // Twitter
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Malvoeaux - Targets
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Steve Summers - Mode For Love EP
Ricordiamoci tutti del momento in cui era in voga l'outsider house. Erano bei tempi per la musica. Davanti a giovani producer e ascoltatori si aprivano un'infinità di possibilità. Il futuro era alla nostra portata e la sua colonna sonora sarebbe stata sicuramente qualcosa di storpio e squilibrato che suonava come se qualcuno avesse pisciato su un disco di Larry Heard, poi l'avesse ripulito, poi ci avesse ripisciato sopra, ci avesse sputato e sboccato sopra e poi l'avesse messo su, ma alla velocità sbagliata. Ed era favoloso. Poi ci siamo accorti che "outsider house" era una locuzione orribile e che non significava un cazzo, ma ci sono prodotti come Mode For Love, del Principe dell'Outsider House aka Steve Summers che furono, e ancora sono, davvero delle bombe a mano. Questa è house per individui disturbati, dilaniati, per insonni cronici, è paranormale, priva di senso e malata.
Various Artists - Music for Shut-Ins
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