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Musica

L.I.E.S. Records in cinque pezzi (non) facili

Percorriamo la storia di una delle nostre label preferite, la Long Island Electrical Systems di Ron Morelli, con cinque dei suoi capolavori.

Forse non c'è bisogno di ribadirlo, ma chi si immerge nella dance culture è inevitabilmente coinvolto anche in una certa forma di "tribalismo", anche se in forma inconscia. Alcuni DJ diventano i nostri sciamani, ci riconosciamo in certe forme di clubbing, che diventano una tribù, e alcune label diventano iconiche. Le nostre scelte quotidiane, in questo senso, sono emblematiche del nostro gusto e della nostra sensibilità, anche fuori dalle mura di un club.

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La musica che scegliamo di acquistare, in un certo senso, ci definisce, perché definisce la nostra appartenenza a una comunità. La prima definizione si ha se si acquista o meno un album, poi il cerchio si stringe su che tipo di album decidiamo di acquistare.

Qualche tempo fa vi avevamo illustrato le prodezze di etichette giovani come LA Club Resource o Berceuse Heroique, definendo la prima una sorta di "figlia d'arte" del modus operandi di Ron Morelli e della sua L.I.E.S.—label che butta fuori prodotti techno acida e distorta e difficile che potreste sentire in club minuscoli e bui frequentati solitamente da gente che odia i club e odia ballare, o almeno così potrebbe essere vista da un occhio ingenuo.

Nata nel 2010 dalla testa e dalle mani di Ron Morelli, la Long Island Electrical Systems è diventata un nucleo produttivo per l'house più grezza, cruda, plumbea e per la techno più ruvida e spigolosa. Il producer britannico Randomer ha da poco annunciato il suo ritorno alla label con un nuovo EP—Kid's Play— e noi cogliamo la palla al balzo per dare ai nostri lettori una chiave di lettura del lavoro di quest'etichetta allucinante, e abbiamo pensato di farlo con cinque release fondamentali quanto splendide quanto per nulla semplici da digerire. Ma questo è il bello.

Malvoeaux - Targets

È bene partire dall'inizio, letteralmente: il primo 12" della label è un'opera surreale e onirica infarcita di un ibrido house-disco che suona più o meno come una produzione che avrebbe fatto Soundstream dopo aver passato alcune notti difficili e una o due settimane a pomparsi i muscoli in sala pesi. "Targets" è un esempio perfetto per illustrare il potere del loop. Una serie meravigliosamente riuscita di incursioni disco che si intrecciano e sovrappongono, fino a lasciare l'ascoltatore in uno stato di piacevole stordimento, o in uno stato di trance dovuto al magico influsso della ripetizione. Questa release è sicuramente molto più leggera di quelle che l'avrebbero seguita, e in questo senso è un po' uno specchietto per le allodole, ma che specchietto, ragazzi.

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Steve Summers - Mode For Love EP

Ricordiamoci tutti del momento in cui era in voga l'outsider house. Erano bei tempi per la musica. Davanti a giovani producer e ascoltatori si aprivano un'infinità di possibilità. Il futuro era alla nostra portata e la sua colonna sonora sarebbe stata sicuramente qualcosa di storpio e squilibrato che suonava come se qualcuno avesse pisciato su un disco di Larry Heard, poi l'avesse ripulito, poi ci avesse ripisciato sopra, ci avesse sputato e sboccato sopra e poi l'avesse messo su, ma alla velocità sbagliata. Ed era favoloso. Poi ci siamo accorti che "outsider house" era una locuzione orribile e che non significava un cazzo, ma ci sono prodotti come Mode For Love, del Principe dell'Outsider House aka Steve Summers che furono, e ancora sono, davvero delle bombe a mano. Questa è house per individui disturbati, dilaniati, per insonni cronici, è paranormale, priva di senso e malata.

Various Artists - Music for Shut-Ins

Il nome dice tutto. Questa mini raccolta—che ci regala tracce di Beautiful Swimmers, Entro & Terri e Marcos Cabral—è una sorta di biglietto da visita, fotografa un momento della storia del clubbing. In un certo senso è anche rappresentativa di cosa fosse e cosa sia ora L.I.E.S. e della destinazione finale delle sue release avveniristiche: club oscuri, piccoli, in cui ogni cosa è appannata. È la cosa più lontana da un remix di David Morales da mani al cielo che possiate mai ascoltare, il che è ottimo. The Swimmers ci portano il brillante, futuristico quanto nostalgico pezzo "The Zoo", "Dancing on Manhattan" di Cabral è una scaldapista dall'animo dub e "The Clap" di Entro & Terri chiude il cerchio con uno stile subacqueo e brutale allo stesso tempo.

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Delroy Edwards - 4 Club Use Only EP

Una volta che ci siamo messi via il fatto che questo ragazzo sia il figlio di Ron Perlman (eh già) possiamo iniziare a ragionare e capire che il signorino Edwards, quello dietro a LA Club Resource, è in grado di fare sul serio. Il suo stile—immaginatevi il suono che potrebbe uscire dalla strumentazione di Legowelt dopo una tempesta di sabbia—ha caratterizzato le produzioni L.I.E.S. e non poco. La title track procede in maniera quasi diabolica su una costruzione di pad ipnotici e tondeggianti, affiancati da schizzi di 303 che dondolano sgraziati come un ragazzino dopo la sua prima sbronza. "Bells" è un simbolo minimal e la prova schiacciante che la cara vecchia marimba è ancora il miglior strumento per la musica da club, mentre "Love Goes On and On" un tuffo cafone e scoppiettante in un lago techno, che ricorda Drexciya.

Pvre Matrix - Burning Sulfur

E ora torniamo al Luglio 2015 con questo corredo acidificato di suggestioni in stile Joey Beltram. Burning Sulfr suona come suggerito dal titolo: un'eruzione di techno pesante e martellante che ricorda "The Bells" di Jeff Mills se fosse suonata a velocità accelerata. È roba che non scende a compromessi e a cui non frega un cazzo delle mode e delle classifiche e nemmeno di te, ovvero la quintessenza di L.I.E.S.

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