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Musica

Sangue negli occhi e noise: la ricetta di Trepaneringsritualen per guardare nell'abisso

Sono stato all'Inferno Festival e dai camerini usciva odore di sangue marcio.

Ero già a stato ad Oslo un po' di volte. Dal momento che l'unica cosa che posso permettermi di bere in Norvegia è l'acqua del rubinetto, sono sempre stato sufficientemente sobrio per conservare in qualche modo un'idea piuttosto chiara di quello che stavo facendo. È un po' scoraggiante quanto finisci per dimenticare in un anno o due, quindi, lo scorso weekend sono tornato in Norvegia per l'Inferno Festival completamente ignaro di quello che mi circondava, perché essere stato qualche volta nei paraggi non poteva essere assolutamente sufficiente per parepararmi al vuoto cosmico in cui stavo per entrare.

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Grazie al gentilissimo impiegato dell'hotel che mi ha disegnato la mappa per raggiungere la mia destinazione in cinque minuti a piedi, ho potuto attraversare uno dei tanti varchi ed entrare nell'area del festival. Dovevo sembrare così patetico e smarrito da suscitare la compassione di uno stoico guardiano della security che, alla fine, mi ha guidato fino alla minuscola tetrissima scala per il Bushwick Bar.

La micro location occasionale è parte del gigantesco centro Rockfeller music and entertinment, al centro di Oslo, ed è stata concepita specificamente per eventi clandestini. La politica sugli alcolici di qualunque paese scandinavo ha fatto sì che tutta la situazione diventasse immediatamente molto meno clandestina di quanto volesse far finta, però ho apprezzato le candele, presenti a sufficienza da creare atmosfera. I cocktails facevano schifo e costavano troppo, esattamente quello che ti aspetteresti da un qualsiasi buco pieno di hype al centro di Brooklyn, quindi, per un momento, mi sono anche sentito a casa.

Quella confortevole sensazione tuttavia non è rimasta troppo a lungo, grazie all'immediato intervento mega peso del primo artista noise locale: Toft. Mi sono perso la prima parte del suo set grazie ad una combo killer di stanchezza ed esasperazione, ma infine ho potuto avere anche io la mia fetta di dolce e pulsante suono noise condita con una punta di Skullflower. Il live di Toft è stato duro ma stranamente tranquillo, come la quiete prima del temporale in arrivo, del resto, mancava ancora una performance alla fine della serata…

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Alla fine del suo live, coronato di cavi, Toft mi ha smollato il suo computer tra le braccia e mi ha guidato al piano di sopra, nel backstage. Fortunatamente siamo amici da un po' quindi anzichè mandarlo affanculo per il gesto, l'ho seguito. Ha aperto quindi la porta davanti a me e un inaspettato puzzo di marcio mi ha steso all'istante. "Che cazzo è questa puzza?" Il colpevole era un pezzo di tela incrostata di sudiciume generico e sangue secco buttata su di un divano di pelle nera. Qualche scherzetto black metal era nell'aria…"ah sì, quello è di Thomas." Certo, chiaro, di Thomas.

Qualche minuto dopo un corpulento gentiluomo svedese color cadavere è entrato nella stanza, ci ha fatto amabilmente un cenno e si è scolato una birra. "Questo è Thomas." Ci siamo stretti la mano mentre del sangue gli colava dalle guance inzuppandogli la barba. Aveva gli occhi completamente rossi.

Dando un occhiata all'orologio, ha finito la sua birra e si è legato a mo' di cappuccio il pezzo di tela sudicio legandolo al collo con un pezzo di corda.

Era tempo di andare.

Il nostro uomo, Thomas, —meglio conosciuto come il provocatore "gothic death industrial" Trepaneringsritualen—ha quindi iniziato a servire al pubblico una delle performance più viscerali mai viste. Era terrificante. Il suo “Götisk Dödsindustri” sposa torture sonore e noise degli abissi con dei grugniti subumani psicoticamente distorti. a, Per quanto a volte musica del genere possa essere del tutto meccanica, la performance di Trepaneringsritualen è stata una brutale esperienza umana: vaga, incerta, fottutamente triviale.

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Thomas si è lanciato in giro per la stanzetta del Bushwick, quasi rotolando per terra il più delle volte, stritolando il microfono come se gli avesse fatto qualcosa di molto brutto. Schiacciando la faccia puzzolente addosso alla folla, emettendo ruggiti provenienti dai meandri delle sue viscere, impestando l'aria con un odore fetido, Trepaneringsritualen ci ha costretti a piegarci alla sua volontà. Come mi ha raccontato in seguito "Il modo migliore di spiegare quello che faccio di solito durante un live è farti pensare ad una fantasia estatica, in cui io cerco di invocare la grande oscurità del vuoto e di evocare l'assoluto terrore dell'affacciarsi sull'abisso. È un rituale che metto in atto per il mio godimento quanto un invito per lo spettatore a confrontarsi con quella terribile incertezza e assumerla come un passo di conoscenza ulteriore."

I pezzi che ha suonato in quell'occasione erano prevalentemente tratti dal suo album Perfection & Permanence, in uscita per Cold Spring a maggio in cd e LP.

Thomas è stato così gentile da fornirci anche la scaletta precisa del live:

39 Lashes

A Black Egg

The Seventh Man

All Hail The Black Flame & Deathward to the Womb (entrambe tratte da Deathward to the Womb 10")

Castrate Christ

Veil The World (da Veil the World cassette)

Åkallan: Mimír (dal doppio vinile con Deathstench)

Judas Goat (da Judas Goat 7")

He Who Is My Mirror

Siamo stati a bere al bar insieme dopo il concerto e non ho potuto fare a meno di notare come le iridi di Thomas fossero ancora completamente rosse.

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"Sì, mi fanno molto male," mi ha detto con aria indifferente. Gli ho suggerito quindi di togliere le lenti, lui mi ha guardato per un momento, ha alzato le spalle e se ne è andato.

Toft mi ha raccontato successivamente che Thomas non stava indossando affatto lenti a contatto colorate come davo per scontato.

"Si è riempito le iridi con il sangue."

"Cooosa?"

"…eh…sì."

"Il sangue è un misto tra il mio, quello di una mucca e quello di un maiale," mi ha spiegato il diretto interessato poco più tardi.

Quindi, fondamentalmente, riassumendo per sommi capi, Inferno ha lanciato sul palco dozzine di band metal dalla faccia scura con la previsione di dissacrare e distruggere ogni forma di cristianità nei paraggi, questo ben educato ma intenso ragazzone ha pucciato con nonchalance le sue iridi nel sangue di qualche animale, poi ha terrorizzato una stanza piena di stranieri in jetlag, e quindi ha passeggiato fino al bar per bersi un whiskey sour.

Bella lì mr.blackmetalnorvegese.