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Musica

Frankie Knuckles ci mancherà

Abbiamo deciso di pagare tributo al padrino della House riascoltando qualcuno dei suoi set più pionieristici

C'è una persona, sopra tutte le altre, che dobbiamo ringraziare se oggi esiste qualcosa chiamato House Music, e quella persona è Frankie Knuckles. Nel 1981 faceva già il DJ da quasi dieci anni, quando iniziò a capire che probabilmente le tracce disco—genere che era appena stato dato per morto—avrebbero funzionato meglio usando un registratore a bobine per allungare le tracce, e magari aggiugendo qualche suono qua e là, qualche percussione tirata fuori da un primordiale beat box da organo. La prima drum machine (una TR-909 ovviamente) gliela vendette un giovanissimo Derrick May, all'epoca impegnato a gettare le basi di quello che sarà poi Rythm Is Rhythm, e abituato a fare la spola da Chicago a Detroit per andare a sentire Frankie al Warehouse.

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Da lì in poi è tutta storia: la nascita della house, le prime espatriate in inghilterra (dove lo accolsero come un guru), il riconoscimento internazionale come padrino di un genere e di tutta una maniera di intendere la musica da club, il ritmo, il ballo. Non ha mai amato definirsi un innovatore, anzi ci ha sempre tenuto a rimarcare che il clubbing esiste da molto prima della house e della techno, e che quello che lui ha sempre fatto è stato portare avanti con fierezza una tradizione.

Frankie è venuto a mancare ieri sera per complicazioni legate al diabete di cui era malato da tempo. Abbiamo deciso di pagare tributo alla sua eredità postando alcuni dei suoi set più vecchi tra quelli disponibili su YouTube, per mostrare alle giovani menti meno esperte cosa voglia dire essere un grande DJ e padrone del groove.