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Musica

Il Drone Day è un giorno dedicato alla musicoterapia fai-da-te

Una giornata in un parco a suonare drone e discutere di salute mentale.

Tutte le foto di Tom Beedham

È un torrido pomeriggio di maggio a Toronto quando un elicottero arancione taglia il cielo limpido sopra il parco della chiesa di San Giorgio Martire. Che il pilota lo sappia o meno, sta contribuendo all'espansione di un evento drone comunitario organizzato dal centro per arti nonprofit Music Gallery. Mentre le pale dell'elicottero ronzano sopra le nostre teste, all'ombra del campanile, musicisti di tutte le età ronzano insieme, chini sopra a sintetizzatori modulari, controller MIDI, pedali, gong e altro.

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Questa coincidenza si rispecchia in un ciò che ha spinto Marie LeBlanc Flanagan, co-fondatrice del sito e distribuzione musicale Weird Canada, a istituire una festa nazionale attorno a questo genere nel 2014. Il drone, contrassegnato dalla sua espansività, è eccezionalmente inclusivo.

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"La maggior parte della musica collaborativa ha barriere immense da superare, c'è un gigantesco carico di conoscenza e storia che bisogna capire per sentirsi a proprio agio per unirsi al solito quartetto jazz, o al cerchio bluegrass, o alla jam session rock. Il drone è diverso", ha raccontato a THUMP. "Il drone, con le sue tonalità ampie e dilatate, unisce le persone, permette la collaborazione, crea unione in maniera molto poco invasiva".

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Con eventi in tutte le province e territori del Canada, e da quest'anno anche in altri paesi come Bulgaria, Germania, Lettonia e Regno Unito, la missione del National Drone Day è di fare da versione anticapitalista di "un'idea di vacanza che sia una celebrazione comunitaria con nessun altro scopo oltre all'interesse comune nella musica drone e in una comunità, in un momento preciso".

È questo che ha portato a questo semi-improvvisato tributo al sustain, al cluster tonale e alla tensione nei giardini di Toronto una domenica pomeriggio, un evento a offerta libera i cui guadagni sono stati donati in toto al Centro per le Dipendenze e la Salute Mentale (CAMH). Sotto l'egida del titolo "Drone Therapy" non c'erano headliner, e i performer si esibivano simultaneamente in ordine casuale, a seconda del trasporto del momento.

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Nella parte anteriore del parco, lo scrittore e editor di Little Brother Magazine Jess Taylor ha condotto il pubblico in dibattiti su diversi argomenti, dalla difficoltà di accesso alla terapia per gli artisti ai benefici della musica per la salute mentale. I membri del pubblico sono stati incoraggiati a condividere le proprie esperienze, sono stati distrubuiti pamphlet su telefoni amici e possibilità di accesso a terapie economiche o gratuite, e si è mangiato snack dai nomi buffi (caramelle gommose "Dronosaur", tortine "Reverberice Cakes", ecc).

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A livello concettuale, associare la musica drone con la psicoterapia è una cosa molto sensata. Gli esperti di psicoacustica hanno scritto molto sull'argomento e LeBlanc Flanagan descrive l'esperienza di ascoltare drone come un'esperienza "di trasporto". "Quando ascolto drone, posso chiudere gli occhi e lasciarmi sopraffare totalmente dal suono. Posso scavare nelle profondità delle mie parti più danneggiate e spogliare il mio dolore fino alla carne viva e riassemblarmi, ricucirmi", dice. "Gran parte di un buon lavoro di terapia comprende rimanere fermi con se stessi, e il drone è una strada che porta a questo".

Delusa, come tanti altri, dalla propria esperienza nella ricerca di terapia professionale a prezzi abbordabili in tutto il Canada ("liste d'attesa su liste d'attesa"), la scrittrice e artista pluridisciplinare Kristel Jax ha organizzato l'evento Music Gallery dopo essere stata al Toronto Drone Day nel 2015. Pur essendo reticente nell'ammettere che ascoltare la musica abbia alcun diretto effetto terapeutico, documentare le sue esperienze con la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) al CAMH attraverso una serie di vlog con colonna sonora drone le ha dato uno scopo e l'ha aiutata a trovare una comunità di sostegno.

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"La grande motivazione dietro i video era la gente che mi diceva che li aiutavano", dice. Conferire forza ad altre persone e nel frattempo sfogare quello che lei aveva provato durante le sessioni di terapia le ha dato un motivo per immergersi totalmente nel processo CBT, anche quando sembrava non funzionare. "Sarebbe stato bello se quando mi trovavo in difficoltà avessi visto qualcuno parlare delle cose che stavo affrontando per normalizzarle, perché non avevo idea di che cosa stesse succedendo all'inizio. Non sapevo nemmeno cosa fosse un attacco di panico".

Per quanto riguarda LeBlanc Flanagan, pur riconoscendo che il drone non potrà mai prendere il posto dell'aiuto di un professionista o dei medicinali, lei spera che iniziative dal basso come questa possano far capire alle persone che "non sono sole, che sono esseri umani in mezzo a molti altri esseri umani".

"Che cosa vuol dire essere umani, poi, se non vibrare alla propria frequenza e lottare per trovare il proprio posto in mezzo a tutte le altre vibrazioni? Spero che la gente che esce dalla Drone Therapy lo faccia con bellissimi suoni che permangono nelle sue orecchie. Spero che trovi risorse, senso di comunità e il coraggio di sostenere se stessa e lottare in ogni giorno difficile. Perché la vita è veramente dura ed è bello riprendersi giorno per noi stessi".

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Puoi saperne di più sul Drone Day qui.