FYI.

This story is over 5 years old.

Musica

La polizia sta iniziando a scansionare le facce dei partecipanti ai festival

Attenzione, il "Grande Fratello" vi sta guardando.

Per la maggior parte di noi, i festival sono un modo per scappare le invisibili prigioni della tecnologia. "Non mi porto il telefono al festival," rassicuri il tuo amico, "faccio sta pazzia". E hai ragione zio, per un paio di giorni hai voglia di vivere la realtà in un momento di disconnessione mentale e di perderti in questo sballo che è il mondo concreto. Questo succede bene o male a tutti i festival, tranne che al Download, festival inglese in cui la polizia ha cambiato le regole e il senso di un evento puramente ricreativo.

Pubblicità

La polizia del Licestershire ha deciso che avrebbe applicato la tecnologia di riconoscimento facciale al festival, cui hanno partecipato più di 100.000 persone. Lo ha confermato il sito web riconducibile alle forze dell'ordine britanniche Police Oracle.

A livello mondiale non è la prima volta che i partecipanti a un festival sono stati sottoposti a sorveglianza pesante a un festival musicale, di solito a loro insaputa. Dopo i fatti successi a Boston ad aprile del 2013, il festival Boston Calling è stato soggetto a forme di sorveglianza basate sul riconoscimento facciale discrete, ma pesanti. Certo, si può parzialmente giustificare la scelta da parte delle autorità di Boston, dal momento che il festival veniva appena dopo i bombardamenti alla Boston Marathon. Nel caso del festival inglese, però, le misure sembrano meno sensate.

L'annuncio, tramite articolo sul Police Oracle, recita: "le telecamere, posizionate in maniera strategica, eseguiranno una scansione dei volti al Download Festival di Donington e li confronteranno con un database di immagini provenienti da tutta Europa." Quindi sostanzialmente le facce della gente tutta sfatta al festival sono state confrontate con quelle di ogni criminale del Vecchio Continente. La misura sembra alquanto eccessiva, comparata allo scopo dichiarato dal Police Oracle, che era quella di tenere sotto controllo i "furti di smartphone".

Secondo The Register: "L'articolo pubblicato dal Police Oracle ha causato ansie crescenti anche all'interno della polizia del Leicestershire, che non avrebbe voluto che il suo nuovo piano di sorveglianza avesse tutta quella visibilità. Il pubblico del festival sarebbe stato informato di tali misure di controllo solo dopo la fine del Festival, con la regola che 'se non ne sei consapevole non è un'intrusione'—una giustificazione sensata."

Pubblicità

Il Main stage del Download, via Alistair McMillan (Flickr)

Il fatto che gli avventori del Download fossero stati informati del sistema di sorveglianza PRIMA di entrare al festival era quindi già un primo fallimento per la polizia. Inoltre, era uno smacco, dato che non sarebbe più stato giustificabile come "misura preventiva" perché non era stato preventivamente dichiarato. Al contrario è parso un modo per stigmatizzare un certo tipo di persecuzione autoritaria ai festival, anziché un modo per tutelarne gli avventori.

Ho chiamato Renate Samson di Big Brother Watch, un'organizzazione che si occupa di tenere sotto controllo gli abusi di potere nel Regno Unito. I loro report sono citati spesso in azioni parlamentari. "Una cosa è credere di essere tutelati ai festival", mi spiega, "un'altra è venire a sapere per puro caso che la tua faccia sta venendo scannerizzata usando la tecnologia biometrica e confrontata con un database europeo di gente sotto custodia. Questo è grottesco. Oltretutto quella specifica regione sembra avere una sorta di mania per la sorveglianza, dato che detiene il record di telecamere a circuito chiuso di tutto il Regno Unito."

Tecniche di riconoscimento facciale al Boston Calling

Alcuni vedranno queste nuove frontiere dello Stato di Polizia come un giusto mezzo: dopotutto chi ne subisce le conseguenze sono solo coloro che già stanno in quel database di persone sotto custodia. Quindi solo ai cattivi vanno le punizioni, come nei migliori film polizieschi. Solo che non sappiamo cosa succederà a tutti i dati registrati dalle telecamere a circuito chiuso nei festival, e di facce innocenti che ora stanno nei database della polizia. Come scriveva Luke O'Neil su Noisey US dopo i fatti di Boston: "Non occorre essere paranoici per rendersi conto di essere sotto sorveglianza forzata: come ci insegna Snowden, una volta che un dato è registrato non viene cancellato se non dopo un lunghissimo periodo." Nello stesso articolo O'Neil rivela che il giornalista americano Kenneth Lipp è riuscito a scoprire più di 70 ore di filmati di sorveglianza del festival Boston Calling che erano rimaste online un anno dopo quel festival.

Pubblicità

Un mesetto fa l'Outbreak Festival—che avrebbe dovuto tenersi nella stessa location del Download e non doveva essere sottoposto a misure di riconoscimento facciale—è stato misteriosamente cancellato all'ultimo minuto, nonostante fosse già tutto pronto. Il motivo era qualcosa di connesso alla sicurezza. Non sappiamo se il Download fosse o meno la cavia prescelta per queste nuove tecnologie applicate alle misure di cautela della polizia.

L'articolo del Police Oracle sostiene che altre organizzazioni di festival avessero espresso interesse in tecnologie di quel tipo, dopo che avessero avuto riprova del loro giusto funzionamento. Kevin Walker ha dichiarato all'Oracle che "sarebbe stata una delle prime volte che quelle misure sarebbero state testate in ambienti non controllati. C'è già molto interesse da parte di altri festival."

Solo che non è molto chiaro come un festival come il Download, che nella sua storia ha all'attivo soltanto 91 arresti su 120.000 ingressi, sia stato selezionato come terreno di prova per queste misure. Viene da pensare che il pericolo maggiore di un festival i cui headliner sono i Kiss sia prendersi un colpo di lingua da quel vecchio porcellone di Gene Simmons.

Quando sentiamo la cara vecchia frase "tutto quello che dici può essere usato contro di te" nei film polizieschi mentre un poliziotto ammanetta il cattivo, ci viene da pensare che sia una drammatizzazione molto lontana dalla nostra realtà.

Ma al giorno d'oggi quella frase risuona inquietante dato che è applicabile ad ogni elemento della tua vita che in qualche modo lascia tracce di te, online e dal vivo. Che sia il momento in cui rientri nel raggio d'azione delle telecamere a circuito chiuso, che sia una telefonata o un messaggio del tuo iPhone, le tue mail, il tuo Whatsapp, la localizzazione GPS. Anche quando cerchi un porno vintage dal tuo computer per pura fruizione personale, sappi che è successo che gli hacker lituani sono riusciti ad accedere alle webcam dei visitatori di siti porno. Puoi stare sicuro che le tue giornate, anche quelle più ingloriose, non svaniranno nel nulla perché ti stanno registrando con tutti i mezzi disponibili e forse un giorno qualcuno ti chiederà dei soldi per rivenderti il libro della tua vita basato su informazioni che rendi pubbliche, più o meno consapevolmente.

Ci sono pericoli di cui non siamo consapevoli, e sono ovunque, ma per tornare al punto del discorso basti essere consapevoli che ai festival si stanno iniziando a prendere misure da stato di polizia e si stanno spendendo gran soldi per monitorare gente la cui unica colpa è essere fan di gruppi demmerda. Oltretutto, basandosi sul dato che conosciamo, la polizia preferisce tenere all'oscuro i soggetti controllati. L'idea di essere costantemente sotto osservazione, anche nei momenti di puro e innocente svago, è qualcosa che può seriamente rovinarvi la festa. Forse quelli che abbiamo sempre considerato dei coglioni perché andavano ai festival vestiti da deficienti in maschera sono in realtà i più furbi di tutti.