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Musica

Abbiamo chiesto ai commessi di Milano di commentare la musica dei negozi in cui lavorano

Se vi sentite sotto tortura ogni volta che entrate in un negozio del centro, immaginatevi loro...
Sonia Garcia
Milan, IT

Lo shopping è un'attività che da che mondo è mondo si deve svolgere da soli e in totale assenza di interferenze sonore da parte del negozio in cui ci si trova. Oltre alla parola shopping, siamo tutti d'accordo che la disgrazia più grande è finire la batteria del telefono/iPod da cui eventualmente proviene il sottofondo musicale delle nostre fasi di acquisto, e quindi essere brutalmente purgati con la musica-da-negozio-in-centro che, come ben sapete, è una vera e propria sciagura.

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Questa fatidica musica-da-negozio è un fenomeno che esiste, è radicato, e a molte persone piace pure, perciò ho cominciato a interrogarmi se sia io in effetti l'unica ad avere problemi con la frequentazione in solitaria di luoghi affollati, iperluminosi e iperprofumati, privata della mia musica preferita.

Come rimedio alla seccante questione ho dovuto prendere misure drastiche aka trascorrere una mattinata in Corso Vittorio Emanuele—in cui comunque tutto è ancora ammissibile fintanto che non è sabato e non c'è la Vogue Fashion's Night Out—dove a iPod spento e cuffie nello zaino, ho cercato di dare un'interpretazione quanto più oggettiva della musica da negozio di abbigliamento in centro il mercoledì mattina. Insomma, se normalmente è evitata come il cristianesimo da ogni persona sana di mente, c'è proprio bisogno che qualcuno la esorcizzi. Quel qualcuno in questo specifico caso sono io, Shazam e, per par condicio, i commessi dei negozi, che poverini la non-musica se la devono sucare tutto il cazzo di giorno. Intervistarli era il minimo che potessi fare.

H&M

Comincio il mio tour con questa catena perché sotto sotto è la mia preferita, ed è l'unico luogo chiuso e scintillante dove riesco a trovare indumenti a meno di dieci euro che non siano usati. Scusate se sono figlia della globalizzazione e sono senza una lira. Pure la musica mi ricordavo fosse di un certo livello; in qualche città nordeuropea non definita sono sicurissima di aver riconosciuto i Vampire Weekend una volta, che gran culo insomma. Tutto questo per dire che nel complesso le aspettative erano altissime.

Ciò che ho udito varcata la soglia invece è stata una certa Ella Eyre che ovviamente non conoscevo, ma che mi ha subito lasciato intendere le pericolose derive fichette del mio negozio di vestiti preferito. Che merda. Non riportate fotograficamente sono anche "Do It Again" di Robyn e la colonna sonora di ogni non-momento della vostra vita: decidete voi chi far vincere tra "Sky Full Of Stars" dei Coldplay e "Hideaway" di Kiesza.

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Noisey: Che rapporto hai con la musica che passa quotidianamente?
Commessa H&M: Mah, l'ascolto all'inizio del turno, dopodiché non mi rendo più conto.

C'è una canzone in particolare che ami o odi?
Che mi piace, che mi mette allegria e che mi fa lavorare è quella di Bruno Mars, la nuova con Mark Ronson. Che odio no, neanche più di tanto, altrimenti non lavori.

Fosse per te cosa metteresti?
Penso pop commerciale, quello che ascolto io e basta. Oppure le canzoni che magari sono più ascoltate in radio, che magari la gente conosce di più.

FOOT LOCKER

Qui nella mia vita ci sono entrata solo una volta con mia mamma per comprare le Galaxy rosse e argentate da molto giovane, e a parte l'oggettiva bonaggine dei commessi in divisa bianconera mi è sempre rimasto impresso ben poco. Quando poi ho scoperto che le voci che stavo sentendo erano di Rihanna, Kanye e McCartney ho avuto un'epifania: da Foot Locker si dovrebbe puntare di più sul rap. Il ragazzo con cui ho parlato non era tanto della mia idea, ma io spero lo stesso che dopo che me ne sono andata sia partito Gucci Mane.

Ciao, ti piace la musica che sta passando?
Commesso Foot Locker: Mmh, alcune ci stanno, ma non è il genere di musica che ascolto io.

Ci sono alcune canzoni che preferisci?
Alcune a furia di ascoltarle diventano orecchiabili, altre si iniziano ad odiare. È soggettivo. A me in particolare piace la musica elettronica, però quella non commerciale. Ascolto techno, roba da ballare perlomeno. Qua c'è musica commercialissima, radio edit e cose del genere.

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Ma è una stazione?
No sono dischi. Dischi che ci manda l'azienda da mettere in tutti i negozi. Cambiano di mese in mese, però bene o male sono quelli.

Che musica metteresti tu?
Io metterei non tracce esagerate da club pesante, però magari qualcosa sullo stile deep house, molto tranquillo. Fra il commerciale e l'underground, o perlomeno qualcosa che sia meno ascoltato dalla gente, un po' più ricercato.

MANGO

Il mango è il frutto più buono del mondo, questo è poco ma sicuro, ciò che non mi è chiaro è la vera natura del negozio omonimo, così come il tipo di clientela e la psiche di chi ci lavora. Dalla musica che ci ho trovato parrebbe un posto studiato per lo shopping sensuale, voluttuoso, per chi vuole innamorarsi mentre è alla ricerca del jeans primaverile color pesca perfetto. Facendo due più due, ad andare per la maggiore è la musica lounge, la cui unica controindicazione è che inacidisce a livelli inverosimili le commesse.

Ti piace la selezione musicale del negozio?
Commessa Mango: Sì, assolutamente. Per me va benissimo, non mi sono mai trovata in contrasto.

Ci sono canzoni che preferisci o che non sopporti?
No, anche perché qui non è proprio musica sempre commerciale.

Di tuo cosa metteresti?
Questa che c'è.

Ok.

BERSHKA

L'anno scorso, sotto consiglio di Matti, sono andata a fare una specie di colloquio per provare a diventare commessa durante il weekend, naturalmente fallendo. Tra le varie opzioni ricordo che di Bershka mi dissero ciò: "Per lavorarci devi apprezzare la musica da discoteca a volumi molto alti". Be', come sono entrata ho subito sentito "Fade Out Lines" di The Avener, e non era proprio la roba più pesa che ci si potesse immaginare. Neppure quella dopo mi ha convinto, cioè "Lean On" di Major Lazer e DJ Snake, ma per fortuna, poco prima di perdere del tutto le speranze, è partita "Only One" di Xandl che ha ristabilito ordine e disciplina tra i miei radicatissimi preconcetti.

Ad ogni modo, qui lo shopping diventa innanzitutto atto di affermazione sociale tra i coatti timidamente interessati alle evoluzioni stilistiche della cultura coatta a cui appartengono, e la musica alta è un diversivo indispensabile. Gran bel posto anche solo per chi ha voglia di stordirsi, comunque.

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Che rapporto hai con la musica qua dentro? Ad esempio, questo volume come lo affronti?
Commesso Bershka: A me piace questo volume, non ho grossi problemi.

E il tipo di canzoni che passano?
Visti i miei gusti in particolare non apprezzo proprio tutte le canzoni, però penso vadano bene per il tipo di clientela che viene qui. Io sono più da elettronica.

Hai pezzi preferiti o che odi?
Ma guarda quando becco la giornata impegnata, la musica diventa un sottofondo e basta, non me ne rendo conto.

Ok. Fosse per te cosa metteresti?
Più elettronica da discoteca, meno commerciale.

MÖTIVI

Non andava Shazam, forse perché era la prima volta che entrava a Mötivi pure lui, poverino. Posso assicurare però che la musica era SOFT, e che se non altro si associava bene all'immagine delle due commesse biondissime con cui ho chiacchierato. Chissà chi cazzo è che va a comprare roba da Mötivi, tra l'altro.

Cosa pensi della musica che passano in negozio?
Commessa Mötivi: Sì mi piace, è normale, soft, accogliente. Proviene da Radio Mötivi proprio, una stazione di musiche. È legata a un dispositivo che si chiama M-Tube che si occupa di cambiare la musica automaticamente.

A voi piace? Questa ad esempio non l'ho neanche trovata su Shazam.
Eh perché credo che siano dei remix che fanno apposta per creare l'atmosfera del negozio, ecco. Poi ognuno ha il suo stile, Bershka è più discoteca, ogni posto se ne crea uno in base allo stile del negozio.

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Canzoni che non sopporti della playlist?
No, non ce ne sono.

Cosa ti piacerebbe trasmettere, dipendesse da te?
Sinceramente lascerei scegliere a loro perché sono esperti in questo. Le mie iniziative le lascio per più avanti.

ALCOTT

"Rimarrai traumatizzata da Alcott, metti i tappi" mi ha detto Virginia. In realtà non è stato niente di troppo diverso da Bershka, se non fosse per la luce accecante e i colori molto più chiari al suo interno in generale—da Bershka mi pareva tutto bluastro. Per quanto riguarda la musica c'è poco da dire, Ariana Grande parla da sé. Meritevole era anche l'espressione della unenne che mi è passata davanti a un certo punto ballicchiando proprio questa canzone, purtroppo non riportabile. Altri pezzi caratteristici: "Runaway" dei Parachute Youth e "Dangerous" di David Guetta remixato da David Schulze. Anche qui simbiosi perfetta tra musica, indumenti a pois, clientela in fase pre/post puberale, e volumi da epilessia che mandano fuori di testa anche le povere commesse.

Ciao, il volume qui è altissimo!
Commessa Alcott: Sì, e dopo un po' che ascolto queste canzoni mi annoio anche.

Ci credo. Ce ne sono alcune in particolare che odi?
No, mi stanno sul cazzo tutte.

Tipo, dopo Ariana Grande cosa c'è?
Aspetta, sicuramente parte la pubblicità di Alcott. Poi non ricordo.

Di tuo cosa metteresti?
Musica soft, rilassante, che invogli la gente a fare shopping. Ci vuole una musica un po' più rock, ma anche più soft. Si dovrebbe alternare, ognuno ha i suoi i gusti.

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ZARA

Entro nella fastosissima Zara e Shazam mi accoglie così, con questi simboli incomprensibili. Non mi sorprendo granché, so bene che Zara ci tiene alla classe e all'immagine sofisticata di ogni capo/ambiente/vetrina/brano musicale possibile, in fondo può avere senso trovarsi depistati in questo modo. Anzi, scusaci Zara se tentiamo di comprenderti. La selecta musicale a cui ho assistito, simbologie occulte a parte, era a un volume tollerabile e comprendeva "Mad Love" di Elli Ingram e addirittura R. Kelly con "Fool For You". Che classe signori, non c'è proprio storia.

Ti piace questa musica?
Commesso Zara: Delle volte non l'ascolto neanche perché sono talmente preso dal lavoro che non ci faccio più caso. Questo nei finesettimana, durante la settimana è più tranquillo, e sì, molto piacevole.

Ogni quanto cambiano le canzoni?
Se non erro tipo ogni settimana. Sono playlist che fanno loro.

Ne hai di preferite?
No guarda, non ho niente di particolare da segnalarti. È tutta musica chillout, tranquilla, commerciale.

E di tuo cosa metteresti invece?
Ti dico la verità, non mi posso lamentare. A me fa piacere questa musica, mi trasmette tranquillità. Mi piace la musica in generale, la musica bella, almeno per questo ambito va bene così. Poi di miei gusti privati posso dire che mi piacciono i Daft Punk, però qui dentro non ce li vedo. Magari da Pull&Bear o Bershka. Qui no, le persone che vengono non hanno piacere ad ascoltare quella roba.

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Capito, grazie mille!

ABERCROMBIE

Quando in tenera età dicevo alle mie conoscenze femminili che vivevo a Milano, ma non ero mai stata da Abercrombie, la reazione più tipica e disgraziata di tutte era il "Come fai a non entrare con quei boni all'ingresso?". Una volta dentro, aldilà della strage olfattiva dovuta ai profumi iniettati direttamente nelle narici, ho notato che la musica molto alta, la luce bassissima e la temperatura tropicale facevano davvero credere di essere nel reparto rettili di un qualche zoo in Florida. È stato così, agonizzante e col telefono quasi scarico, che ho finalmente realizzato il perché del successo di Abercrombie: Abercrombie è L'AMERICA. A confermarmelo c'è stata la gentilissima—la più gentile e simpatica di tutte, in effetti—commessa, sicuramente di almeno otto anni più giovane di me, bonissima e in infradito, con cui ho parlato per ben tre minuti e mezzo. Ah, e chiaramente la selezione musicale che ha fatto da sottofondo alla nostra adorabile conversazione, cioè "Illuminate" di Tourist e Years & Years, "Faith" di Calvin Harris e "New Romantics" di Taylor Swift.

Cavolo, è bella alta la musica. Ti piace?
Commessa Abercrombie: No, dopo un po' non ne posso più. Ho un'amica che lavora da JDC e mi dice che durante la settimana lo cambiano il CD, noi abbiamo playlist che cambiano di stagione in stagione. Ora che abbiamo cambiato collezione abbiamo pure cambiato CD. Questo qui dura tantissimo, quattro ore di musica tutta diversa, non l'avevamo mai avuto. Prima durava un'ora e tre quarti. Sempre le stesse dieci canzoni.

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Poi che canzoni sono? Mi sembrano commerciali queste.
Ci sono le hit del momento, quelle che piacciono un po' a tutti, e poi per dire, a Natale mettiamo il CD di Natale, con Micheal Bublé, etc. A volte le playlist sono carine, questa lo è, ma dopo le quattro ore non la reggi più. Ogni tanto magari devi solo andare a ballare e ti partono le versioni remixate e non le puoi sentire. Sarebbe bello fosse come in radio, che se parte qualcosa che non ti piace cambi.

Certo. E senti, fosse per te cosa metteresti?
Devi tener conto che loro qua cercano di ricreare lo stesso ambiente che c'è in America, anche per il fatto che siamo in ciabatte, la musica deve essere altissima. Innanzitutto non terrei la musica così alta, perché spesso fai fatica a parlare col cliente. Alcune canzoni che passano vanno anche bene, semplicemente avrei fatto fin da subito playlist così lunghe, oppure avrei preparato più CD da cambiare durante la settimana. Poi alla gente piace eh, non c'è che dire. Si mettono pure a ballare alcuni, ogni tanto li vedi. Signore che entrano ballando. Ci metterei solo un po' più di varietà e basta.

C'è qualche canzone che preferisci o che non sopporti?
C'era un CD due stagioni fa in cui avevano messo una canzone di un angosciante… Tutta solo strumentale, senza parole, lentissima. Ci guardavamo e ci dicevamo, no dai mi ammazzo. Quello era il tipo di canzone che non dovevi proprio mettere, perché magari ho sonno e sono appena arrivata la mattina, mi passa completamente la voglia di lavorare. A questo punto meglio roba così ["Faith" di Calvin Harris].

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OVS

Ormai allo strenuo delle forze e con il 3% di batteria mi trascino verso l'OVS di Via Torino, perché sento che è quello l'unico vero OVS di Milano. Ciò che mi trovo davanti è una via di mezzo tra Bershka e H&M, con musica a volumi verosimili, ma comunque inaffrontabili viste le mie condizioni. "Lights & Music" dei Cut Copy mi avrebbe sicuramente tirato su di morale fossi stata un'assidua frequentatrice del Mi Ami, ne sono convinta. Invece no e, tristemente, non ha fatto nessun effetto. Neppure "Sunbird" di Henries & Holborn ha aiutato, anzi ha solo riconfermato che OVS è la democristianità fatta negozio, pure per quanto riguarda la musica. Non mi pento di avergli fottuto un rossetto a diciannove anni.

Che ne pensi di questa musica?
Commessa OVS: Io di solito faccio solo la sera, ma sì, diciamo che non mi lamento.

Cosa metteresti, fosse per te?
Di sicuro non musica troppo forte, perché lavorando non è l'ideale. Non saprei cosa mettere, forse sempre pop commerciale, ovviamente non techno e quelle cose lì che in negozio non ci stanno. Certo, se è un negozio super giovanile ci può anche stare, ma relativamente.

Sì.
Qualcosa di più soft direi. Oddio, non classica eh!

Eh no! Grazie mille.

Due i profondi insegnamenti che ho tratto da questa esperienza:

1. La musica italiana nei negozi italiani di catene perlopiù straniere è proibita dal mercato.
2. Bisogna sempre portarsi dietro un Cristo di lettore mp3 per garantirsi un'esistenza dignitosa.

Segui Sonia su Twitter—@acideyes