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Musica

Appunti a caso sul nuovo disco di Four Tet

Una specie di recensione di un disco nato con la felpa

Quando esce un nuovo album di Four Tet mi ci relaziono adottando criteri di resistenza passiva che non hanno senso di esistere, tipo “ma sì ora aspetto che Beautiful Rewind mi piova su per il culo” o “Ci sarà pure un altro disco di elettronica moscia ed elegante che mi prende bene in questo periodo. Rimettiamo su James Holden, spetta un attimo”. E via così. Poi l’ho ascoltato perché ho dovuto farlo, e questa cosa continuo a raccontarmela anche se quando poi il disco parte mi sento un cane di Pavlov. Il parere più bello che ho letto sul nuovo disco di Four Tet me l’ha mandato il mio amico Tommaso via email: “Stavo tentando di spiegarti che questo è il suo 'Random Access Memories'. Solo che al posto degli Anni 70, la disco, Moroder, 'we're up all night to get lucky', 'givelifebacktomusic' e blablabla, ci sono le felpe con il cappuccio, i rave illegali, i dischi di Grooverider, gli skit garage. la birra del discount e le radio pirata di South London.” Una delle cose che non ho mai capito bene in questa cosa delle felpe col cappuccio e dei rave illegali—se è per questo, pure di quei tizi che dichiarano di venire dal punk ma non ci vengono necessariamente e di tutte le sottoculture di cui hai fatto parte per autocertificazione—è perché ti senti in obbligo di dire in giro che ne hai fatto parte. Voglio dire, mica il fatto che i Beetroots vengano dal punk rende la musica dei Beetroots migliore (anzi proprio fottetevi, e probabilmente sono l’unico italiano al mondo che ama alla follia il disco nuovo dei Beetroots ma fottetevi lo stesso). In ogni caso, questa è una lista di cose gigantesche fatte da Four Tet e che esulano dalla sua discografia originale. Così, senza motivo.

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1- Il disco dei Fridge che si chiama The Sun, in questo anticipatore dell’ondata dei dischi tondi del 2010 ma uscito in un anno tipo il 2007. I Fridge erano il gruppo giovanile di Kieran Hebden, o almeno passano per una cosa del genere nonostante ai tempi venissero additati come la cosa più nuova mai successa alla musica rock o elettronica, essendo i Fridge un gruppo di musica rock o elettronica, AKA uno di quegli ibridi mostruosi che uscivano attorno alla fine degli anni novanta su etichette fortunatamente defunte o in crisi tipo Mo’Wax. Dicevo, i Fridge ai tempi di The Sun credo fossero già morti e sepolti, quindi è un disco a babbo morto e senza aspettativa oltre che, tutto sommato, squalificante nei confronti del Four Tet solista, quindi probabilmente SBAGLIATO ma non so come mai mi prenda così bene (è plausibile che sia per via della musica contenuta, uno space-lounge marziale senza costrutto).

2- Il disco dei Sunburned Hand of the Man uscito per Smalltown Supersound nel 2007 e intitolato Fire Escape, cioè in pratica una jam session tra i SHOTM e Four Tet prodotta da Four Tet stesso e diventata hip per dieci minuti sull’onda di una specie di consenso trasversale tra il pubblico abituale del gruppo (un branco di fricchettoni flippati con John Cage e fare i gavettoni col fango giù fiume in aprile) e tutto quel giro artsy fartsy che ha iniziato a farsi le pippe con Four Tet all’epoca di Everything Ecstatic, di poco precedente. Il risultato è per metà roba da scalzacani e per metà uno degli esercizi astrali più compiuti del secolo in corso… Che cazzo sto scrivendo, ci riprovo: è una roba da scalzacani ma, per via del suo tocco, così strutturata e marziale che lo potresti suonare al ristorante per il battesimo della nipote di Romano Prodi e nessuno avrebbe nulla da ridire.

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3- l’EP senza titolo ma comunemente detto Ringer, o l’EP intitolato Ringer e comunemente detto Ringer, uscito tra Everything Ecstatic e il disco successivo che cerco su google come si chiama per dire dell’impronta indelebile che ha lasciato sulla mia psiche: There is Love in You. Credo anche dopo la collaborazione strepitosa con Steve Reid. Ecco, di base Four Tet si può dividere in due periodi artistici che vanno fino a Rounds e dopo Rounds (se sei un beccamorto che copriva l’indietronica) O prima e dopo Ringer, se sei uno di quelli che hanno ascoltato il Four Tet in botta danceclub e non hanno più voglia di sentire le menate minimal-tronica del Four Tet pre-Ringer. Come si chiama la traccia 4 di Ringer? Possiamo già eleggerla traccia più bella di tutta la musica degli anni dal 2000 al 2010 o c’è qualche cazzaro da ripescare nei prossimi tre anni che sfaserà le classifiche? Dio quanto mi manca Steve Reid.

Metto anche la 4- Four Tet e Burial hanno fatto musica assieme, non particolarmente figa. La nuova roba di Four Tet, in ogni caso, va analizzata anche a partire dal fatto che un giorno di qualche mese fa Kieran Hebden è uscito su twitter o FB dichiarando “I AM BURIAL”, così a cazzo, e ha scoperchiato la mente di ogni giornalista rispettabile di questa terra. Svelata l’identità di Burial. È Four Tet. Vende i master di Untrue a sessanta sterle in giro per New York e nessuno li compra perché a NY la sterlina non è ben vista. Di base, quindi, suona necessario il fatto che la prima traccia di Beautiful Rewind sia—per errore—una traccia intitolata "Gong" che in realtà era destinata al nuovo disco di Burial.

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Non ho molto da dire sul disco nuovo di Four Tet. La maggior parte degli episodi è roba da palleggi a centrocampo mentre gente tipo Jon Hopkins usa le idee che avrebbe usato Four Tet in un disco di Jon Hopkins per diventare un mammasantissima della techno, meritatissimo per carità. Ed è roba che va scartata per principio per via dell’assioma di cui al punto 3, secondo il quale quando hai conosciuto il Kieran Hebden ignorante da pista non ti frega più un beneamatissimo cazzo del Kieran Hebden da ascolto, e quindi insomma è un po’ il suo Random Access Memories e passi tre pezzi o quattro ad aspettare che si decida a partire in cassa. Poi parte "Kool FM" , è un pezzo house da primi della classe di quelli che si sono vissuti le felpe con il cappuccio, i rave illegali, i dischi di Grooverider, gli skit garage, la birra del discount e le radio pirata di South London, ma va via piano piano fino al minuto due e poi ricomincia a bussare come il Signore mentre un tizio campionato brutto e probabilmente nero urla HEY HEY HEY per il resto del pezzo.

La migliore però è una traccia dal titolo "Buchla" che viene al numero 7: sta a metà tra gli ultimi Tussle e l’ora di punta sulla tangenziale di Bologna, dei primi ha l’andamento marziale e della seconda ha la sensazione che vorremmo essere da un’altra parte e l’odio verso chiunque stia nel raggio di due chilometri. E ci ricorda che Hebden, oltre a essere in segreto Burial e Banksy, faceva la roba africana che va di moda ora dieci o dodici anni prima che la roba africana andasse di moda e lo faceva meglio della maggior parte de la roba africana che va di moda ora, non che io sappia di cosa si parli quando si parla della roba africana che va di moda ora, ma immagino sia una roba che viene bene se possiedi, o hai posseduto in passato, una felpa col cappuccio.

Nel frattempo Kieran ha prodotto il nuovo album di Omar Souleyman e, dicono, pure il prossimo disco di Neneh Cherry. Ci sta in pieno, ha anche remixato cose del disco di The Thing e io non vedo l’ora, ma ora non c’entra niente.

È anche headliner del festival #C2C Alfa MiTo, a Torino dal 7 al 10 novembre e non fate finta che non ve lo abbiamo detto