Diciamoci la verità, trovare delle ispirazioni distopiche per un disco di musica ambient non è la cosa più originale del mondo. Anzi, diciamo che è incastrato tra i topoi principali del genere quello di mettersi a confronto con la desolazione post-civiltà e il tono melancolico di un futuro indifferente. Ciò non toglie che, dato che questo genere di prospettiva oramai ha praticamente filtrato a tutti i livelli dentro la nostra cultura, questo resti comunque un'immaginario interessante da esplorare. E con cosa vorremo quindi farlo? Con della musica ambient, appunto…C'è infatti un maestro del genere come Christian Fennesz che si è messo con il duo torinese OZmotic per fare un album intitolato AirEffect. La formazione jazz del gruppo (Stanislao Lesnoj a sax ed elettronica, SmZ a batteria e oggetti vari) dona alle texture che escono dai loro strumenti esattamente il carattere di rovina, di oggetto culturale oramai ridotto a memoria, anzi a non-memoria in quanto conoscibile solo tramite scienza forense. Fennesz, tra loro, è come se incarnasse la pesantezza climatica di un pianeta oramai inospitale, in cui il passaggio umana ha irrimediabilmente modificato l'ecosistema.L'ispirazione viene, a detta loro , da un capolavoro come La Jetée di Chris Marker, precursore dell'hauntologia apocalittica molto prima che iniziassimo a sentire la fine informazonale dei tempi come dato di fatto. La cosa veramente interessante è che, nella bolla temporale odierna, oramai anche la distopia è diventata solo uno dei futuri possibili e perduti, rendendosi melancolica al quadrato e rendendo noi melancolici al quadrato. A questo punto, l'unica musica che ha senso ascoltare è del genere di quella contenuta in questo disco che noi vi offiramo in anteprima e che esce il 12 giugno su SObject e Folkwisdom.
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