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Musica

Il rituale dei Satanismo Calibro 9

Due brani da Sitra Achra, nuovo lavoro dei Satanismo Calibro 9, che esplora il lato impuro, caotico e oscuro della natura umana. Buon Natale.
Sonia Garcia
Milan, IT

Gli ultimi lavori dei milanesi Satanismo Calibro 9 sono un chiaro esempio di come abbiano saputo sviscerare e metabolizzare alla perfezione la lotta dicotomica tra bene e male e la retorica artistica, filosofica, e religiosa che ne deriva. I riferimenti stilistici rimandano all'industrial litanico più ancestrale e occulto di Coil, Atrax Morgue, Current 93, e via dicendo, quindi direi che parlarne a tre giorni dal Natale è più che appropriato.

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Il loro ultimo prodotto è una release di Old Europa Cafè, la storica label industrial-dark ambient-neofolk di Pordenone, si chiama Sitra Achra, ed è un'esplorazione del lato impuro e caotico dell'uomo e della natura di cui fa parte. Si tratta di un cofanetto rosso—l'artwork è quello in alto—contenente un CDR di sei tracce, Il Deserto di Set e un tape con due tracce live registrate direttamente su cassetta, Ritual 328. Le copie sono 36, quindi se volete ordinarle, sbrigatevi ad andare qui.

Sitra Achra è il nome che la Cabala assegna all'albero della conoscenza, o della morte, contrapposto a quello della vita, l'Ain Soph. Dal primo derivano gli elementi eretici della Cabala stessa, e dell'ebraismo in generale; dal secondo l'ordine e lo staticismo più sacro. Ho parlato con Pery, uno dei componenti dei SC9, che di sicuro ne sa molto più di me.

Noisey: Parlami un po' dei rapporti con Old Europa Cafè, l'etichetta sotto la quale avete fatto uscire diverse release.
Francesco: Il rapporto con OEC iniziò quasi dieci anni fa ed è proseguito più o meno costante fino ad ora. Il primissimo cdr venne stampato da Trev dei Grey Wolves in cdr, formato che come le cassette va molto in questi generi, e OEC ne prese alcune copie in distro. Più avanti gli proponemmo del materiale e mi rispose "Si, il primo mi è piaciuto", e dopo tante release siamo ancora qua. Corbelli non l'ho mai conosciuto, e questo dipende forse soprattutto dalla mia scarsa vena in fatto di pr. C'è gente che passa più tempo sui forum che sugli strumenti, conoscono tutti e se non sono al centro dell'attenzione danno fuori di matto. Io sono più o meno all'opposto, quindi non ho mai scritto nè intrattenuto rapporti epistolari con Corbelli o altri. Conosco i suoi lavori, e non credo di dover dire la mia sulla Storia: parla da sè.

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Come e in che circostanze è nato e cresciuto il vostro progetto?
Avevamo un progetto power electronics—che abbiamo rispolverato di recente con una nuova cassetta—che si chiamava PK9, dove K9 sta per Calibro 9. Non mi soddisfaceva del tutto, e un giorno mi venne in mente questo sincretismo fra Satanismo e Calibro 9. Suonava bene, mi sembrava anche discretamente originale. Le primissime registrazioni le feci da solo con l'aiuto di 3vor (Northgate, Camerata Mediolanense). Successivamente si inserirono anche gli ex membri di PK9. Nei primissimi lavori c'è una vena ironica che è andata persa nel tempo. Siamo tutti appassionati cultori di esoterismo e affini, ed è stata un'evoluzione naturale. Abbiamo sviluppato un vero e proprio "sistema", supportato anche da scritti, e la nostra musica ne è la colonna sonora, utilizzabile anche in chiave "rituale" per chi volesse sperimentare—e ce ne sono di sperimentatori, te lo assicuro.

In sé Sitra Achra è già molto eloquente come nome del tape, essendo identificato nella Cabala come albero della morte da cui si origina il "male".
Tutte le tracce presenti sia sul cdr che sulla tape rimandano ad effettivi rituali e andrebbero affrontate in un'ottica di "music(k)" nel senso più radicale attribuibile a questo termine. Per riassumere molto brevemente e rispondere alla tua domanda, la kabbalah suddivide tutto in Sitra D’Kedushah (la dimensione "santa") e Sitra Achra (la dimensione dell'impurità, della Kelipah). I Kelipot sono gusci che circondano la divinità, come la buccia per il frutto. Tutto scaturisce dall'una o dall'altra, da Kedushah o da Kelipah, la prima dalla volontà interna di Dio, la seconda dall'esterna. Il potere di Sitra Achra deriva ad esempio dai peccati umani. L'uomo è dotato del libero arbitrio e ha una sua volontà, può scegliere il proprio destino. L'esistenza di un lato "buono" e di un lato "malvagio" è necessaria, perché è necessaria per l'esistenza appunto della libertà di scelta. L'uomo ha naturalmente un lato malvagio, e opera confrontandosi costantemente con i flussi che derivano da Kedushah e da Kelipah, operando delle scelte. Il libero arbitrio esiste grazie allo Tzimtzum, una sorta di "contrazione" creativa divina che ha permesso di liberare uno spazio vuoto per le dimensioni fisiche e spirituali. C'è un'apparente contraddizione, poiché letteralmente Ain Soph indica un'infinità senza forma che quindi dovrebbe permeare tutto nonostante questa "contrazione". Da Ain Soph emanano le Sephiroth, i dieci aspetti della dimensione divina riuniti nell'Albero della Vita. Sussiste anche un Albero Qliphotico, costituito da 10 sfere opposte alle sephirot dell'Albero della Vita. Ora credo sia meglio fermarmi, prima di esagerare e addormentare tutti i lettori.

Esiste un percorso attraverso il quale interpretare le tematiche che proponete nei vostri lavori?
Direi che abbiamo un approccio "post-moderno" a queste tematiche, intendendo con questo termine che non siamo seguaci di questo o quello. Non mi sento in grado di limitare la conoscenza e la sua acquisizione, e non ci precludiamo l'uso di alcuno strumento che può esserci utile. Non parlerei di percorsi, quanto piuttosto di strumenti che testiamo e che hanno una forma "sonica" che condividiamo con chi ci vuole ascoltare.

Raccontami di Live Ritual, la cassetta che uscirà assieme a Sitra Achra.
Il titolo della tape è Ritual 328. Sfruttiamo i suoni e le frequenze come mezzo utile a rendere efficaci le nostre esplorazioni, che in questo caso riguardano un archetipo ermafrodito e il principio femminile. Dal loro punto di vista più oscuro, ovviamente. Le registrazioni sono state effettuate utilizzando un multitraccia Fostex a 4 piste, infatti alla fine del lato B si sente il taglio brutale del nastro che finisce. Abbiamo ritenuto giusto lasciare tutto così come è venuto.

Anche qui è tutto molto prevedibile, ma quali sono le suggestioni artistiche che più vi influenzano?
Non saprei risponderti. L'unico riferimento sicuro è che quando ci inventammo il nome PK9, quel "Calibro 9" derivava da una passione sfrenata per Scerbanenco e il noir. Tuttavia, come ti dicevo, l'evoluzione ci ha portati altrove.

Segui Sonia su Twitter—@acideyes