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Musica

Paul Morley analizza delle suonerie dell'iPhone

L'autorevole critico Paul Morley ha decostruito per noi alcune suonerie di iOS7

L’arrivo di un nuovo telefonino è un fatto che raramente cattura l’attenzione a casa Morley. Ho il mio fedele telefono fisso Wild & Wolf Nero del 1950 e ho anche l’uso delle mie due gambe, con le quali posso camminare e conversare con le persone faccia a faccia, di solito riguardo ai seguenti temi prestabiliti: la poesia sconsolata dei sobborghi di Manchester; il movimento post-punk; i luoghi che bazzicava Trevor Horn e la posizione del mio telefono Wild & Wolf Nero del 1950.

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Sono però seriamente preoccupato per il modo in cui il suono viene disseminato in questo mondo post-moderno. Viviamo in un'era in cui, dopo tutto, ogni uomo in possesso di uno "smart phone" (quanto è ironico come nome?) può andare in alta montagna in mezzo ad un gregge di mucche e sparare l’ultimo pezzo degli Slew Dem sulle loro docili e confuse facce.

Il suono, in forma musicale, ha molte forme diverse forme e nessuna di queste mi intriga più della “suoneria”, il rumore che un telefono emette quando riceve una telefonata. Quando Apple ha fatto uscire il software iOS7, mi sono spostato dalla mia camera dei segreti (l'ufficio) alla camera dell’acqua (la vasca da bagno), ho acceso alcune camere del fuoco (grosse candele) e ho aperto le mie orecchie (Morley non si limita mai a “sentire”) per ricevere i suoni delle ultime suonerie della Apple. Mi sono sentito come se per quei 6 minuti e 17 secondi mi fossi liberato dai demoni che mi tormentavano, come se gli sciacalli che mi perseguitavano nei miei sogni se ne fossero andati; questi sciacalli suscitano in me un orrore infinito, oltretutto hanno sempre la faccia di un sogghignante Mark Kermode. A seguito, ecco alcuni miei pensieri su una selezione di tracce:

"Opening" (Default)

Nonostante Godard sostenga che “una storia dovrebbe avere un inizio, uno svolgimento ed una fine, non necessariamente in quest’ordine” quando si tratta di recensire musica che scaturisce da telefonini sarebbe bene cominciare dall’inizio o–nel caso della Apple–cominciare con "Opening" (Default). Anche se ero un po’ preoccupato, nella mia camera dell’acqua, con la disposizione della mia collezione di giochi da bagno firmati New Order–la mia spugna Hooky continuava a gettare in acqua il basso; il mio Bernie Sumner galleggiante continuava ad affondare–ed io mi sono subito reso conto del debito che questa suoneria aveva con le opere del compositore Hans Zimmer, in particolare le rappresentazioni soniche che ha creato per il film d’esordio di Tarantino Una Vita al Massimo. Come migliaia di band hanno percorso il solco dei Joy Division offrendoci minestre riscaldate mezze bruciate della grande band di Macclesfield, così anche una società di computer ha ripercorso il solco di Zimmer, il maestro tedesco…

Oh, industria discografica, cambierai mai?

"Silk"

Come la Apple ha ucciso Zimmer in Opening, così uccidono anche tutta la cultura cinese in Silk. Il palese furto è evidente già nel nome della suoneria, richiamante l’antica via della seta, che attraversava per intero la Cina e che indica un tessuto sviluppato in un paese prima mistico, adesso terrificante. Questo è orientalismo ai livelli peggiori. A questo punto potevano assumere Jackie Chan per urlare “A me piace l’anatra alla pechinese” e farla finita con sta cosa. Disgustoso.

"Playtime"

Confesso che i toni bassi insipidi e insidiosi di questo pezzo mi hanno mandato in uno stato di panico tale che, per un momento, ho pensato di annegarmi solo per scappare da cotanto tormento. C’è, in questi 22 secondi di musica, qualcosa di così traumatico che mi sono sentito completamente impossessato dai fantasmi del passato, dai maligni sciacalli-Kermode e dal volto farfugliante di una demoniaca Lauren Laverne. Al climax del pezzo–intorno ai 19 secondi–mi sentivo come se stessi assistendo al lancio della bomba atomica su Hiroshima tanta era l’intensità feroce della nuvola che mi stava avvolgendo tra la testa e la vasca da bagno.

Ho pensato alle tenebre di questo progetto post-illuministico, ai sogni mostruosi degli uomini iper-razionali e mi sono sdraiato sul fondo della mia camera dell’acqua, piangendo.

"By the Seaside"

Mi sono sentito come se nulla potesse curarmi dal terrore suscitato da "Playtime" ma "By the Seaside" mi ha innalzato dal fondo della camera dell’acqua e mi ha riportato alla vita umana. Mi è sembrata riecheggiare Blackpool, le gite al mare, il Nord come immagino che sia e come vedo nei documentari e nei libri, i miei cagnolini Eee, Bah e Gum. Per farla corta, ero di nuovo un bambino, saltavo sul bagnasciuga a Whitby, con un sasso in una mano ed il primo 7” in edizione limitata degli Stooges nell’altra.

"Uplift" / "Waves"

Mi piace far suonare questi due toni insieme, in un back-to-back di 35 secondi di ispirazione. Sono puro pop. Sono gioielli spettrali. Nei loro magici arpeggi mi sento elevato, salgo oltre l’acqua della vasca in un mondo in cui i critici di musica sono finalmente accreditati con il rispetto a loro dovuto. Mi vedo girellare tra le nuvole al suono di una colonna sonora Durutti Column con il mio fedele telefono Wild & Wolf del 1950 accanto a me. Sto cavalcando unicorni. Sono finalmente libero.

Questo è quanto è stato riferito e riportato fedelmente da Oscar Rickett