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Musica

Helena Hauff, punk analogica dai desideri discreti

Il suo debut album, "Discreet Desires" sta per uscire per Werkdiscs/Ninja Tune. L'abbiamo intervistata per l'occasione.

Sono appena passate le quattro del pomeriggio ad Amburgo, e Helena Hauff si è svegliata da poco, dopo una serata passata a giocare a biliardo, con quel po' di hangover che non guasta mai. Il suo debut Discreet Desires sta per essere pubblicato dalla Werkdiscs di Actress e da Ninja Tune insieme. Nel frattempo, la producer e DJ tedesca ha deciso di prepararsi a quest'uscita facendo più o meno l'opposto di quello che ti aspetti da un musicista. Dopo aver girato parecchio a Luglio e Agosto, dedicherà Settembre a un meritato riposo e a giorni in cui si chiuderà in casa a produrre nuova musica.

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"Se devo essere sincera, non è che penso Oddio ho un album in uscita, quindi devo pianificare tutto per bene e organizzarmi il tour," mi dice Hauff. "Non credo che sia questo che fa la differenza. Non ho nemmeno l'ansia di uscire con un disco proprio d'estate. Non capisco assolutamente queste esigenze dettate da logiche mercato-centriche."

L'approccio crudo e, per così dire, punk alla musica di Hauff è immediatamente tangibile in Discreet Desires. Le venti tracce del disco esplorano un hinterland di elettronica ombrosa, in cui Hauff si fa strada con le relativamente limitate possibilità dei mezzi analogici: qualche synth Roland e un po' di drum machine (TR-808, TR-707, Juno-60 e un Alpha Juno 2). Nella press release dell'album viene palesato il rapporto simbiotico di Helena con le sue macchine: "Ho la sensazione che si tratti di relazioni binarie: fai una cosa e la macchina reagisce. La macchina ha il proprio cervello, e ti dà indietro qualcosa."

Ascoltate "Tryst", da Discreet Desires:

Registrato e improvvisato nel suo studio in camera ad Amburgo, Discreet Desires ha un gradiente sonoro che si spiega con la convinzione di Hauff che "la perfezione è noiosissima e non esiste davvero… Se non nella morte. La morte è perfetta." Ci si avvicina a capire il mood dell'album se si pensa all'immagine che Hauff ha indicato come sua ispirazione—figure in bianco e nero con gli occhi a volte mezzi aperti altre mezzi chiusi—molto simile all'atmosfera di quella poi scelta come cover dell'album. "Quella foto evoca uno stato d'animo che volevo tradurre in suono, più o meno dalla fine del 2013," ricorda. "Non pensavo davvero che avrei fatto un album, allora. Mi sono solo ritrovata con questa traccia, 'Sworn To Secrecy Part II' che per me era perfetta per descrivere ciò che avevo in mente. Poi ho fatto altri pezzi, sempre con quell'immagine come linea-guida, e mi sono resa conto che quello che stavo facendo era più di un semplice EP e stava già prendendo la forma di album."

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La copertina di 'Discreet Desires'

Dai sussulti e dalle interferenze elettriche di "Sworn To Secrecy Part II" fino all'assalto percussivo e alla modulazione propulsivva della martellante "L'Homme Mort," Discreet Desires ci dà giù duro nella miniera di influenze EBM, industrial e proto-acid house e techno. "Ho applicato questi suoni nell'album, che sono quelli con cui conduco i miei DJ set", spiega Hauff. "Sono influenzata dalla synth music degli anni Ottanta, da tracce EBM, e da roba industrial e acid techno, dall'electro. Ascolto anche un parecchio psych e acid rock."

Anche se ha già tirato fuori un sacco di singoli, EP, e anche una cassetta, tutti accolti alla grande da pubblico e critica, Hauff è arrivata al punto in cui suonare dischi è il suo output artistico prediletto. "Non mi interessa fare un live che presenti le mie produzioni e basta," mi dice. "L'unico live che faccio è quello con Hypnobeat, che funziona benissimo perché è praticamente tutta improvvisazione. Abbiamo tre TR-808 e una TR-707, il che lo rende puramente ritmico. Ed è esattamente come quando produco. Non voglio essere vincolata a uno strato melodico particolare, non voglio dover provare. Improvviso."

Cresciuta ad Amburgo, il fascino di Hauff per l'attività di DJ risale ad appena dopo che ha iniziato a frequentare i club. "Ero affascinata dall'arte di mettere dischi con uno specifico sound," ricorda. "I miei primi set erano un po' più houseggianti di quelli di oggi, ma includevano sempre la techno più pesa, più acid. All'inizio ero sotto per i dischi di AUX 88 e Drexciya, ma non sapevo bene come combinare tracce house a 115 BPM con roba electro a 135 BPM… poi ho trovato il modo: dovevo solo mettere più techno! [ride]"

Il passaggio dal DJ set alla produzione è arrivato dopo che Hauff si è sbrigliata da una serie di tentativi di registrare roba coi software, processo che la frustrava non poco. "Qualche anno fa, ho raggiunto un punto in cui sapevo che DOVEVO trovare un modo per fare la mia musica," mi racconta. "Non capivo perché non riuscivo a farlo e sapevo che avrei dovuto trovare il mio metodo. Un mio amico aveva a casa un po' di synth, di cui mi sono subito innamorata, e ho finito per comprarmi il suo TB-303. Poi ho comprato un MPC, e mi sono resa conto che avevo bisogno di macchine analogiche per funzionare bene. È il mio modo… Dopodiché non mi sono più fermata!"

Hauff mi racconta che l'uscita di Discreet Desires significa che può finalmente tornare a fare nuova musica, tornare a girare come DJ e a gestire la sua nuova label Return To Disorder, la cui prima release, un album rock psichedelico della band Children Of Leir, uscirà anch'essa ai primi di settembre. "Ho sistemato tutti i miei macchinari nel mio appartamento nuovo e non vedo l'ora di starci chiusa giorni interi. Dovevo buttare fuori questo LP per liberare spazio nel mio sistema, e mi ci è voluto un anno tra tutto, produzione eccetera. In parte mi sento paralizzata da tutta questa trafila, ma l'altra parte è felice perché ho una buona scusa per riposarmi un po'."

"E forse lo farò," conclude, "ma ora che sta per uscire, forse la sensazione che prevale è la voglia di lavorare su materiale nuovo."