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Musica

Moro riporta il Tango alle sue radici africane

Il producer argentino di casa Non Records, con il suo EP "San Benito" rifiuta la deriva europea melodica e romantica della musica afro-sudamericana.

Chino Amobi, Angel-HO e Nkisi chiamano la loro NON Records un "African diaspora collective". L'ultimo acquisto del collettivo è il producer argentino Moro, e San Benito è il suo debut per la label apolide.

Se schiacciate play predisponetevi a un'esperienza d'ascolto parecchio diversa dalla maggior parte della musica elettronica in giro ora—almeno per i primi minuti vi sembrerà di aver acceso un videogioco di guerra. Di tanto in tanto appaiono suoni di robe che cozzano, cani che abbaiano inferociti, ululati e voci lontane che appaiono e scompaiono come in un sogno. Le percussioni sono mixate in modo da sembrare echi di cannonate distanti. Se questi suoni non fossero comunque disposti in beat, se pure grezzi, ci troveremmo davvero all'interno di un'apocalisse a forma di libreria di sample.

Ma nulla è veramente lasciato al caso: Moro tiene salde tra le braccia le redini di generi "tradizionali" come il tango e le lancia in una corsa disperata nel deserto delle storie dimenticate, in cui recupera, seppure prendendo la strada più tortuosa, le sue radici. "Il Tango è nato dal Candombe, dalla Milonga, dalla Rumba (tutti ritmi afro-sudamericani)," scive sulla pagina Bandcamp di San Benito, "chiaramente la parte africana è stata cancellata o nascosta, nel momento in cui lo sviluppo del genere l'ha portato ad avvicinarsi allo stile europeo, accentuandone il lato armonico/romantico e sopprimendone in parte quello ritmico. Sento che uno dei miei obiettivi è tornare alle radici africane del tango, reclamandone il ritmo e rendendolo centrale, visibile, un'altra volta."

Le cinque tracce dell'EP San Benito sono più che pure iniezioni ritmiche. Sono un enorme calderone di ingredienti completamente diversi, ma che stanno talmente bene insieme da farci pensare che Moro abbia inventato il proprio genere, anziché accodarsi ad altri già esistenti. "Per questa impresa," continua Moro su Bandcamp, "utilizzerò un genere che ho deciso di chiamare Ramba (che è un insieme di influenze argentine, uruguayane e cubane) e mi nutrirò di ritmi che hanno in comune lo stesso DNA, e che si servono di uno strumento chiamato CLAVE o, come lo chiamiamo qui, Madera."

San Benito è uscito venerdì per NON Records. Potete ascoltarlo qui: