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Musica

I Negativland vogliono distruggere l'Internet

L'hanno previsto anni ed anni fa.

Qualche giorno fa ho messo le mani su un biglietto da visita di una società chiamata Content Content Content, Inc., che ha sede in una città chiamata Content. L'email del gruppo è content.content@content.com. Nell'angolo in basso c'è un piccolo logo di copyright, in aggiunta alla parola "Content."

Questo strano biglietto mi è capitato tra le mani quando sono andato a un concerto dei Negativland, un gruppo che ama sperimentare con collage sonori, al teatro Cinefamily di Los Angeles. Era un giovedì sera. Un uomo me l'ha dato mentre entravo nel teatro, dicendo che era il "programma" dello spettacolo. L'unico modo per cui ho capito che questo tizio aveva qualcosa a che fare col gruppo—e non era uno strano individuo intento a distribuire propaganda strampalata—è che l'URL del sito dei Negativland era stampato sul pezzo di cartoncino.

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Divertente, incisivo, strano. Quella mossa urlava Negativland. Nella grande corsa al numero di visualizzazioni in rete—in cui ogni organo di stampa le tenta tutte pur di riempire le proprie pagine di "contenuto" pronto per essere consumato—mai letto, badate bene, semplicemente "consumato"—i Negativland potrebbero tranquillamente essere considerati i produttori dei contenuti più sovversivi in circolazione. Fin dai primi anni Ottanta attingono dagli annali della cultura americana, mettendo insieme un archivio esauriente di detriti sonici da usare a proprio piacimento.

Al giorno d'oggi quello che i Negativland fanno da decenni è praticamente di riguer nella cultura dei meme di Internet—collage, mash-up, riappropriamento, ricontestualizzazione, sberleffo… Ma i ragazzi facevano tutte queste cose ben prima dell'avvento di YouTube e Tumblr, decadi prima che diventassero di moda. Sono diventati dannatamente bravi a farlo, oltretutto. E se chiedete a Mark Hosler, un membro fondatore del gruppo, la maggior parte della roba che vedete oggi è una merda bella e buona in confronto ai lavori migliori di Negativland.

"Ci troviamo in un'epoca molto diversa, oggi è molto semplice fare ritagli, fusioni, sovrapporre e mischiare varie cose. È talmente semplice che ora ce n'è in circolazione una quantità abnorme, che secondo me è piuttosto mediocre," dice Hosler.

Al Cinefamil, giovedì, Hosler e l'altro membro dei Negativland Peter Conheim hanno invece offerto solo contenuti di qualità. Raggiunti sul palco dal producer elettronico Wobbly (aka Jon Leidecker) e dal videoartista Steev Hise, hanno dato inizio allo show con una raffica di media non molto dissimile a un richiamo intergalattico. Utilizzando un tavolo pieno di gadget—incluse delle accuratissime noisebox fatte in casa, le Boopers—Hosler, Conheim e Leidecker hanno prodotto dei trilli e dei ronzii atonali ma stranamente melodici, reinterpretando alcuni classici dei Negativland. Nel frattempo Hise era dietro a un laptop, facendo partire delle immagini che si adattassero alla musica. Lo show aveva elementi di improvvisazione, ma al di là di un paio di ovvi imprevisti da palcoscenico, il quartetto si è esibito in perfetto sincrono.

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Sul palco il gruppo aveva attaccato due striscioni con la parola "Content!" scritta in caratteri Disney. All'inizio dell'esibizione, una voce campionata si è diffusa nella stanza: "NON DIMENTICATE MAI IL FATTO CHE NOI TUTTI NON SIAMO ALTRO CHE CONTENUTO." Al segnale prestabilito, Hise ha proiettato delle immagini di un tizio che schiacciava patate, insieme al logo della serie TV MASH. C'era una certa qualità mongoloide à la DEVO, in questa parte della performance. Il gruppo sembrava dire che, in quest'era di informazione digitale, la vera essenza dell'umanità viene schiacchiata in un ammasso burroso di inutile "contenuto".

Ma non deve per forza essere così. Anche mentre lamenta la scarsa qualità di moltissimi mashup dei giorni nostri, Hosler rimarca comunque il potenziale sovversivo dei collage: "Puoi usare il collage per parlare veramente di un argomento," dice."Puoi usarlo per commentare o parlare della nostra cultura e società, dei media, di tutto lo strano e pazzo mondo in cui viviamo. E più o meno è questa caratteristica dei collage che ha sempre affascinato i Negativland."

Hosler, un tipo alto e occhialuto con aria da nerd, ha imparato la magia del cut up sonoro tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta quando, ancora ragazzo, viveva nella contea di Contra Costa, una zona residenziale della Bay Area. Usando delle lamette per giuntare nastri magnetici, lui e gli altri membri della band hanno cominciato a collezionare suoni dalla radio e dalla TV—e dalla cucina dei genitori—e li hanno iniziati a spezzettare in modo da creare giocose composizioni Dada/surrealiste.

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"Eravamo ragazzi di provincia, stavamo semplicemente scoprendo un nuovo ventaglio di possibilità. Ed era davvero emozionante," ricorda. "Ti rendi conto che puoi fare loop, ripetizioni. Puoi far dire alla gente cose che non avrebbero mai pensato di dire. O puoi prendere l'esatto senso delle loro parole e calarlo in un nuovo contesto."

Con il passare degli anni, il gruppo è diventato sempre più ambizioso. Alla fine hanno adottato il ruolo di attivisti, suscitando un dialogo sul loro trattamento del copyright, nella speranza di renderlo più politicalmente, legalmente e culturalmente accettabile.

Anche se quest'impresa potrebbe sembrare piuttosto seria, si è talvolta manifestata con modalità esilaranti. Nel 1991 i Negativland attirarono le ire della Island Records quando pubblicarono il celebre EP U2, che era confezionato in modo da ricordare vagamente un'effettiva uscita degli U2 e includeva due cover caricaturali della hit "I Still Haven't Found What I'm Looking For." La Island, che allora rappresentava gli U2, fece prontamente causa al gruppo per i diritti di marchio. La band rispose con la pubblicazione di un corposo pacchetto composto da un CD e da una rivista, che raccontava tutte le loro tribulazioni ( solo per poi essere citati in giudizio anche dalla loro stessa label, la SST, proprio per avere pubblicato il giornale.)

Hosler oggi dice che l'esperienza in tribunale è stata "piuttosto terrificante." Ma ha anche dato un'opportunità alla band di porre interrogativi poco diffusi all'epoca: "Cos'è la cultura e chi la possiede, quando tutto è bianco o nero? Cosa ne dice la legge? Cosa ne dice invece il buon senso? Cosa fa bene all'arte? Cosa fa bene alla cultura? Quel genere di dibattito allora non esisteva ancora," dice, ma le cose sono cambiate negli anni. Girl Talk organizza feste, Auto-Tune the News è ormai di casa su YouTube, e la gente monta video di Leonardo DiCaprio con clip audio di Meshuggah. Dappertutto, la percezione di ciò che sia un corretto uso del copyright è cambiata. Ora, dice Holster, "Quel genere di dibattito esiste, e alla grande."

Dunque, tutto ciò significa che la missione dei Negativland è compiuta? Ora di fare i bagagli e dedicarsi ad altro? Hostler non la pensa così. Ma crede che essere provocatori e interessanti sia una sfida maggiore per i Negativland, nel clima dei contenuti attuali. "Persino l'atto in sé—l'atto dell'apropriazione, dell'archiviazione, della condivisione di queste strane stronzate che troviamo in giro—ecco, questo è Internet ora, giusto? Una componente enorme del web è semplicemente la gente che convide tutta la roba eccentrica che trova in giro," dice. "Oggi creiamo contenuti in un clima molto diverso. Forse rende il nostro lavoro meno interessante. Non so. Possibile. Ma ci sprona anche ad assicurarci davvero che ciò che facciamo con i collage, i mashup, i remix e il layering sia davvero interessante."

Nel corso dei prossimi tre o quattro mesi i Negativland pubblicheranno un nuovo album—il primo in sei anni. Si chiama It's All In Your Head, e dal modo in cui lo descrive Hosler, potrebbe essere il disco più intenso ed elevato nella storia della band. "È un concept sul fondamentalismo, sul monoteismo, su come funziona il nostro cervello. Perché gli essere umani sentono questa profonda necessità di credere in un solo dio," dice. "Parla del Cristianesimo, del Giudaismo, dell'Islam, del Medio Oriente, dei kamikaze."

Viviamo in un epoca di contenuti. L'attacco non finirà mai. Certe cose diventeranno virali, altre cadranno per sempre nell'oblio. Ma con un argomento così immenso, i Negativland potrebbero anche venirne fuori. "Stavamo cercando un soggetto che fosse più ampio di qualsiasi argomento mai trattato da noi," dice Holster. "Non puoi trovare nulla che sia più ampio di Dio."

Foto di Jill Marie Holslin