FYI.

This story is over 5 years old.

Musica

Certe volte anche chi parte rimane, gli amici ricordano Primo

Stasera a Roma si terrà un concerto in memoria di Primo Brown. Abbiamo raccolto i messaggi di stima e affetto di tutti gli artisti che si esibiranno in suo onore.

Oggi, 25 Marzo 2016, all'Atlantico di Roma, si terrà un concerto in onore della memoria di Primo Brown dei Cor Veleno, scomparso il 1° Gennaio 2016 dopo una lunga malattia.

Sul palco dell'Atlantico si esibirà il non-plus ultra del rap italiano e la lineup è ricchissima. L'intero incasso sarà destinato ad un progetto dedicato a David, che probabilmente verrà svelato nel corso della serata. Nello spirito di questa iniziativa e per ricordare al meglio Primo, abbiamo voluto raccogliere dei messaggi di stima e affetto dedicati alla sua memoria da parte degli amici artisti che parteciperanno alla serata romana. Questo articolo, nel suo piccolo, vuole essere un invito a riscoprire la discografia di uno dei migliori rapper della nostra penisola, la cui cifra stilistica consiste in una scrittura tanto immaginifica quanto, all'occorrenza, pesante come un Sanpietrino a Caracalla.

Pubblicità

L'impatto sotterraneo che Primo ha avuto sul rap italiano è emerso drammaticamente il giorno della sua scomparsa, con messaggi di cordoglio provenienti da artisti portatori di un'idea musicale diversissima, se non addirittura antitetica (da Guè Pequeno a Ghemon, da Fabri Fibra a Jovanotti), a testimonianza della trasversalità del rapper romano. Primo, in effetti, sapeva essere ora schietto e diretto come un gancio al mento, ma anche intimo e raccolto ("Nelle Mani", "Tubi Caldi"), sempre in equilibrio tra due modi antitetici di approcciarsi a questa cosa del rap. Il vuoto che ci ha lasciato sembra incolmabile e ora è più che mai necessario ricordare uno degli insegnamenti più importanti che Davide ci ha lasciato: per il KO devi parlà con gli altri, perché qua trovi soltanto dei motivi per risollevarti.

AMIR ISSAA

Immagine via Facebook

"Davide è stata la prima persona a cui ho raccontato che mio padre era in carcere. Non l'avevo mai raccontato a nessuno dei miei amici. Stavo chiudendo l'album Uomo Di Prestigio e mi avevano chiamato dal carcere di Rebibbia a suonare. Ho portato con me anche Primo e Tormento. Chi mi ha chiamato (a suonare) non sapeva che stavo tornando in un luogo che avevo già frequentato per tantissimi anni. Casualmente, in quel periodo, frequentavo molto Tormento e Primo; mi è venuto automatico coinvolgerli, ho sentito la necessità di dover raccontare a qualcuno questa cosa, questo macigno che mi tenevo dentro, che poi è confluito nella canzone "Cinque Del Mattino".

Pubblicità

Dopo il concerto ci siamo ritrovati in macchina insieme, e io dico a Primo: 'David, mio padre è sempre stato nel carcere in cui abbiamo appena suonato'. Lui si è girato, mi ha guardato e ha continuato a guidare. Questo episodio, in cui Davide neanche ha parlato, mi ha fatto capire che potevo raccontare questa cosa a tutti, mi ha lasciato qualcosa da raccontare…
Dal vivo aveva l'attitudine da punk rock, non da rapper: lui saliva sul palco e aveva dentro questa carica, questa energia… saltava da una parte all'altra. Essere in vita e poter decidere quello che faccio è per me un privilegio. Ho una foto di David che mi ha dato suo padre con dedica, la guardo ogni mattina. Te ne puoi andare a 38 anni come niente: non va dimenticato mai".

CANESECCO

Immagine via Facebook

"La prima volta che ho visto i Cor Veleno dal vivo avevo 15 anni, ed era nel 1999. Ero lì per vedere Piotta e Flaminio Maphia, trovai i Corve come gruppo d'apertura della serata. Durante l'esibizione la gente iniziò a strillare "PIOTTA! PIOTTA!", il quale all'epoca era fuori con Supercafone, che stava spopolando. Primo tra una traccia e l'altra disse: 'Siamo qui per fare uno show per le nostre tigri e finché non è finito non ci leviamo dal cazzo, se non vi sta bene levatevi voi!' Per me fu subito amore e da quel giorno i Cor Veleno divennero il mio gruppo preferito".

COEZ

Immagine via Facebook

"Fra tutte le leggende del rap romano, Primo Brown era sicuramente il più aperto mentalmente, rappava da quando le nuove leve di oggi andavano alle medie, ma allo stesso tempo ci teneva a collaborare con tutti, anche con i giovanissimi, come me, Gemitaiz o Madman. Quando non eravamo molto conosciuti, ci ha sempre dato grosso credito, andando anche contro ad una mentalità romana abbastanza ottusa, che a volte penalizza un po' tutti noi".

Pubblicità

DANNO

"Per me Primo è David, perché quando l'ho conosciuto si chiamava solo così, poi è diventato Scheggia, e solo dopo si è fatto chiamare Primo Brown. Per cui David. Un ragazzino con le Ewing giganti ai piedi e un'energia indescrivibile che si conteneva a fatica e che riversava nella musica appena poteva. Giravamo coi mezzi perché eravamo pischelli in quel periodo, conquistavamo autobus e vagoni della metro per andare a scoprire Roma, trovare un nuovo muro dipinto, o semplicemente andare in pellegrinaggio fino al negozio di dischi più fornito. David nell'autobus rappava ad alta voce e si appendeva a testa in giù sulle maniglie per reggersi, rimanendo così a dondolarsi in mezzo alla gente. Certe volte tutto il vagone si girava a guardarlo e magari io mi sentivo pure in imbarazzo. Ma quello era e continua ad essere David per me. Uno spirito libero. Un ragazzino con le scarpe giganti, pieno di vita, che se ne fregava di tutto e di tutti, faceva quello che voleva e come lo voleva, e si appendeva a testa in giù negli autobus per avere una visione del mondo tutta sua, una prospettiva personale dell'universo che gli ha permesso di scrivere in un modo unico e bellissimo la sua vita in rima".

GEMITAIZ

Immagine via Facebook

Il 13 Luglio 2012 feci uscire Quello che vi consiglio volume 3 e dentro c'era anche "Ti piacerebbe", un pezzo con Ensi e Primo Brown. Ero felicissimo perché era la prima volta che collaboravo ufficialmente con lui per un mio progetto solista. Nei mesi precedenti realizzai la base del pezzo con Flavietto (Mixer T); avevamo campionato una chitarra elettrica e fatto un beat molto semplice ma che spaccava tutto, basso sample e batteria, crudo. Mentre lo realizzavamo abbiamo pensato immediatamente a Primo perché era proprio il suo sound, l'heavy metal, il rock 'n roll sui quattro quarti, casa sua. Ricordo che lo chiamai e gli dissi: 'Brother, ho questa traccia per il tape e sarei onorato di ospitartici', lui accettò senza pensarci due volte. Nonostante ci conoscessimo da un po', per me era ancora un mito, un esempio e un professore, quindi ero al settimo cielo. Lui era impegnato in quel periodo, non mi ricordo se per concerti o per registrare in studio e quindi riuscì a venire a registrare la strofa soltanto pochi giorni prima dell'uscita del mixtape. Ovviamente la sedici era una sassata e si fondeva perfettamente sul pezzo, che spaccava (come quello di Ensi, che aveva già registrato). Il giorno dopo l'uscita del tape io lo presentai a Roma, al Parco delle energie; il giorno stesso chiamai Primo e gli dissi che, se aveva piacere a fare il pezzo dal vivo, per me era top. Lui mi rispose: 'Bro, non so se me la ricordo, l'ho scritta da poco e in questi giorni so' stato impicciato, comunque passo lì e poi vediamo'.
La sera arrivò e io lo beccai lì insieme agli altri, lo salutai e gli dissi 'Fratè, non ti preoccupare, c'hai ragione, t'ho avvertito troppo tardi, è colpa mia'. Lui tirò fuori dalla tasca un foglio con la sua strofa scritta a mano e mi disse sorridendo: 'Sticazzi bro, salgo col foglio e la famo'. Sorrisi, gli diedi il 5 e così fu: salì sul palco col foglio in mano e spaccò tutto pur di accontentare un ragazzo di 24 anni che voleva diventare come lui. Questo era Primo Brown, una persona vera, umile, speciale".

Pubblicità

HYST

Immagine via Facebook

"Feci un viaggio di 11 ore di treno, una volta, per andare a girare un video dei Cor Veleno da qualche parte sulle Alpi. Cercavo di comportarmi come se fosse scialla, ma in realtà che loro avessero bisogno di me era un privilegio. Tornando in hotel dopo le riprese in macchina io e Primo parlammo. Della luna e delle montagne. Della solitudine in natura che è diversa dalla solitudine nella metropoli. Dei maschi alpha nel branco di lupi della tundra che tolta la pelliccia sono piccoli, rosa e fragili. E parlando di altri parlavamo di noi. Capii che Primo faceva spesso così e imparai a leggerlo nelle sue strofe. Primo mi diede la chiave per David e io gliene fui grato".

JOHNNY MARSIGLIA

Immagine via Facebook

"Io sono cresciuto ascoltando il rap italiano e i Cor Veleno stavano nella mia top 5. Ho avuto la fortuna di vederli dal vivo più volte nella mia Palermo quando avevo più o meno 18 anni, ricordo che ero impressionato da come stava sul palco Primo. Qualche anno dopo ho avuto la fortuna di fare delle date con loro e non dimenticherò mai quella sera a Verona in cui Primo mi invitò nella sua camera e mi fece ascoltare un paio di pezzi di quello che poi sarebbe diventato El Micro de Oro. Dentro di me dicevo cazzo sono in stanza con Primo Brown che mi fa sentire i pezzi nuovi… Incredibile! Abbiamo fatto una bella chiacchierata quella sera. Abbiamo parlato di un bel po' di cose, anche personali, una chiacchierata intima e speciale, perché non solo ero lì con un mio idolo ma scoprivo che era una persona umile, spontanea e di cuore".

Pubblicità

LUCCI

Immagine via Facebook

"C'era un contrasto incredibile tra la forza, l'arroganza (nell'accezione più positiva del termine) e la coattanza di Primo sul palco e la gentilezza, la cortesia ed una sincera disponibilità di David come persona. Roma tradizionalmente richiede posizioni nette, drastiche sul rap a costo anche di sorvolare sull'aspetto umano. David invece mi sembra abbia sempre messo l'aspetto umano davanti al resto, collaborando con le realtà più disparate, cercando di fare un lavoro di unione e aggregazione che storicamente è riuscito a Milano ma resta incompiuto da noi. Ecco, quell'apertura mentale sulla musica unita alla gentilezza per me sono un lascito importante e molto difficile da portare avanti".

MASITO

Immagine via Facebook

"Nel 1992 ho conosciuto David, ci aveva presentato Giorgio (Grandi Numeri) che avevo incontrato insieme a Simone (Danno) girando vicino P.zza di Spagna a Roma; lo avevamo fermato con Simone per la fibbia col nome che portava sulla cintura, al tempo era una cosa rara da vedere in giro e solo i più old-school ce l’avevano. Eravamo quattro rapper a Roma e così abbiamo fondato gli FDC (Facce da Culo) e passavamo le giornate provando i pezzi a casa oppure al Flaminio o davanti al negozio Babilonia in via del Corso. Quando stavamo da David, lui attaccava il microfono e ci rappava le sue strofe, scriveva come un treno già al tempo, a volte arrivava da noi il pomeriggio e ci leggeva tre strofe che aveva scritto la notte prima e mi meravigliava il fatto che appena scritte già sapeva come farle sul beat mentre io ci impiegavo parecchio a trovare la metrica e ad essere fluido. Provava i pezzi in camera fino a farli alla perfezione, correggeva e ripeteva come un professionista sotto contratto anche se non avevamo prospettive di uscire con il disco o concerti da fare. Non vedevamo l’ora di rappare da qualche parte e quando si presentava l’occasione in qualche club romano del tempo a fine serata era il più carico quando salivamo, stava tutta la sera col vinile in mano della strumentale che dovevamo usare e quando toccava a noi gli brillavano gli occhi e dava il massimo anche per un pubblico "clubbarolo", poco interessato al rap italiano, che ci guardava come alieni. David era bravissimo, voce dolce e bella e rap da combattimento come nessun altro, in sala voci era uno spettacolo e al primo take tirava fuori la bomba con una facilità disarmante. Penso a lui tutti i giorni, mi manca".

Pubblicità

NITRO WILSON

Immagine via Facebook

"Sono contentissimo che sia stato organizzato un evento così. Anche perché penso che David avrebbe voluto essere ricordato con la musica, con la presa a bene che dimostrava quando la faceva. Ho visto poche persone con la stessa passione incondizionata per qualcosa. Per me è stato sempre un esempio da seguire, sia artisticamente che personalmente, anche se lui non si è mai posto come tale".

PIOTTA

Immagine via Facebook

"Il punto non è raccontare un aneddoto su David. Di aneddoti ce ne sarebbero centinaia. Il problema è sceglierne uno che possa dare una visione d'insieme di David, pur raccontandone un solo dettaglio. Quando si passa tanto tempo con una persona è normale avere la fortuna di coglierne molteplici sfumature, a volte anche apparentemente in contrasto, nel divenire del tempo e della crescita. Come fosse un romanzo di formazione. Questo, però, non è un romanzo, è vita vera vissuta. La prima immagine che ho di David, non in senso assoluto avendolo conosciuto già tanti e tanti anni prima, è di una calda notte d'estate del 2000. Lui è sul divano di casa mia. Posso vederlo, come fosse ora e per questo ve lo racconto coniugando i verbi al presente, come fossimo in questo preciso istante. Stiamo scrivendo insieme il ritornello di "Eurocontanti", uno dei miei pezzi - col senno di poi - che mi convinceranno meno. Ma questo ora è un aspetto del tutto marginale. Quello che ci affascina più di ogni cosa è lo stimolo nello scrivere un brano che sappiamo sarà spinto in radio, così da arrivare sulla bocca di tutti. Sono anni difficili per il rap in Italia, ma, noi restiamo i sognatori di sempre. E così, in una di quelle lunghe notti tra amici, spesso a casa di Ivan o in seconda battuta da me o da Chicco o a Trastevere con Giorgio, cominciamo a giocare con le parole e la melodia. Perché David se vuole è un ritornellaro nato e canta meglio di tanti altri. Per timbro e per intonazione. Lui è fatto così. La parte che più propone di sé, sul palco e sui dischi, è hardcore allo stato puro, ma non è snob, anzi. Ascolta anche la roba mainstream e persino un certo pop. È educatissimo. È gentile. Scherza e ride. Noi della crew siamo tutti un po’ così. Il rap è un grande gioco e per questo lo amiamo. Il problema semmai, è spiegarlo a tutta quanta la gente. E questa mentalità aperta ci lega molto, noi tutti. Una mentalità che ci porta e porta David a collaborazioni variegate e, solo apparentemente, lontane. Idem per le sue cose. Avrò già 10 inediti di un David più morbido e solare che lui sta realizzando come una sorta di sfida con se stesso. Per dimostrare, se mai ce ne fosse bisogno, che se vuole può farlo e che quel suo essere così hardcore è invece una scelta mirata, persino fisica a volte. Ai live David dà tutto di se, e la gente lo percepisce. Sul palco, lui e i Cor Ve, sono una macchina da guerra. E lo so caro David che quei 10 pezzi alla fine resteranno qui. Dentro un hard disk o su un vecchio DAT. Che non vorrai mai pubblicarli e che dirai agli amici più intimi di tenerli solo per sé. Per quando magari saremo lontani e avremo voglia di ascoltare qualcosa di noi che la gente non conosce ma che racconta comunque una parte di noi, un pezzo di noi, un momento del nostro cammino. Ora si è fatto tardi e ci salutiamo dentro ad un bar appena aperto, tra un cornetto e un cappuccino. E non sarà certo un addio ma l'ennesimo arrivederci. Ciao Dà".

Pubblicità

SALMO

Immagine via Facebook

"Da ragazzini se ascoltavi rap e non conoscevi Primo dei Cor Veleno, voleva dire che non capivi un cazzo. Era il tipo di rapper che faceva sognare ad occhi aperti. Quel tipo di rapper di cui sai tutte le rime a memoria. Quello che ti insegna a registrare le strofe tuttedunfiato".

STOKKA & MADBUDDY

Immagine via Facebook

"Per noi è molto difficile vivere questo momento, immaginare Primo artista senza obbligatoriamente ricordare ogni momento che abbiamo vissuto insieme a Primo uomo. David ha sempre creduto in noi sin dal primo giorno, e ci ha trasmesso una attitudine nell'approccio a questa musica di cui abbiamo fatto tesoro. Fuori dagli schemi e dalle pippe discografiche, lui si è sempre approcciato a questa cosa come un fiume in piena che travolge le case, senza curarsi delle regole ma finendo per dettarne di non scritte, restituendoci un fottuto immaginario hardcore senza bisogno di nessun artefatto per delineare un personaggio che facesse vendere i dischi. L'MC più Heavy Metal in circolazione, ed è così che lo terremo nel cuore".

TORMENTO

Immagine via Facebook

"David, questo mondo è un po' più povero senza la tua limpida sincerità, piango spesso per questo, anche adesso. Provo tanta compassione per chi non ha il coraggio di fare della propria vita un esempio di coerenza. Non comprano i tuoi dischi neanche oggi che dovrebbero renderti omaggio, pensa che povertà. Ti voglio bene, mi manchi… a presto amico mio!"

TURI

Immagine via Facebook

"Al di là della stima reciproca dal punto di vista professionale (ho sempre invidiato la sua iperproduttività e il suo continuo entusiasmo) con David avevo anche un ottimo rapporto umano. Mi divertiva un sacco il fatto che ogni qualvolta ci si incontrava, l'argomento principale dei nostri dialoghi non era la musica, ma bensì le donne. Si, perché nonostante quella sua attitudine da macchina mangia-palcoscenico,era una persona tremendamente sensibile ed emotiva, capace di mettere a nudo le proprie debolezze senza un minimo di vergogna".