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Musica

Cowboy Bebop è l'anime con la musica più figa di sempre

Senza la colonna sonora di Yoko Kanno and the Seatbelts questo splendido show non sarebbe diventato leggendario.
cowboy bebop

Cowboy Bebop. Pronunciare queste due parole di fronte ai fan degli anime produce, il più delle volte, risposte entusiaste. Dalla fine della serie, nel 1996, Cowboy Bebop è assurto allo stato di culto, anche perché aveva aperto nuove vie agli anime, distanziandosi dalla tradizione giapponese e avvicinandosi all'estetica occidentale e a realtà futuristiche che non sembrano nemmeno così inverosimili. I ventisei episodi di questo piccolo gioiellino mescolano elementi di film noir, indipendenti, d'azione, pulp, fantascienza e molto altro.

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La trama ruota attorno ad un gruppo di cacciatori di taglie che lottano per catturare manigoldi d'ogni sorta, dai furfantelli ai criminali più incalliti. Pian piano però traspare il vero senso della serie: raccontare la difficoltà di queste persone (e del loro corgi) nello scendere a patti col proprio passato, e nell'evitare che questo influisca negativamente sul presente e, soprattutto, sul futuro. Questo sottotesto esistenzialista è ciò che rende Cowboy Bebop una sorta di trattato sulla solitudine, ma sempre contornato da scene d'azione, prospettive dettagliate di realtà interstellari evolute e scene in cui il ramen sembra il cibo più succulento sulla faccia della Terra.

cowboy bebop ost

La copertina della colonna sonora di Cowboy Bebop, cliccaci sopra per ascoltarla su YouTube

Un altro degli aspetti interessanti di Cowboy Bebop, per quanto spesso snobbato, è la sua colonna sonora. Lo guardi per la sua narrazione frenetica e complessa, ma quello che ti tiene incollato allo schermo sono le sue mega hit: tracce che vanno dal bossa nova all'heavy metal, dal jazz al blues al J-pop. La lotta tra l'anti-eroe Spike Spiegel e il trafficante Asimov Solensan non avrebbe lo stesso senso, ad esempio, se non si giocasse sulle note di "Rush". E poi, ovviamente, c'è il tema portante della serie: "Tank", una traccia jazz il cui peso è praticamente equivalente a quello dello show stesso.

Dietro alla colonna sonora di Cowboy Bebop c'è Yoko Kanno, compositrice e musicista conosciuta per il suo lavoro con l'anime del 1994 Macross Plus. La sua combinazione di elementi breakbeat, orchestrali, techno e tribal dimostra l'abilità di Kanno nel giocare coi generi mescolandoli in maniere bizzarre che però, per assurdo, formano un insieme coerente e solido. Altre colonne sonore curate da lei sono quelle di Ghost in the Shell: Stand Alone Complex, The Vision of Escaflowne, e Wolf’s Rain, e questo suo lavoro si affianca a quello di producer (ha lavorato con la cantautrice e attrice giapponese Maaya Sakamoto). Comunque, Cowboy Bebop resta un mondo a se stante.

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"Io volevo suonare roba che mi muovesse dal profondo dell'anima, che mi facesse ribollire il sangue, che mi facesse volar via il cervello."

Il sound che accompagna Cowboy Bebop è nato alcuni anni prima della serie. "I semi da cui è nata la colonna sonora sono stati piantati quando, a scuola, ero membro di una banda di fiati," racconta Kanno in un'intervista rilasciata nel 2014. "Non so come funzioni oggi, ma ai miei tempi ai ragazzini si insegna a suonare pezzi tutt'altro che fighi, il che mi ha portato a volerne fare di miei. Una parte di me, però, rimaneva frustrata dal fatto che non capivo perché nessun altro sembrava particolarmente disturbato dalla bruttezza di quei pezzi che ci costringevano a suonare. Io volevo suonare roba che mi muovesse dal profondo dell'anima, che mi facesse ribollire il sangue, che mi facesse volar via il cervello."

Dopo che qualcuno della Victor Entertainment fece il suo nome, Kanno unì le forze con il regista di Cowboy Bebop Shinichiro Watanabe per sonorizzare la serie. Watanabe creò i primi elementi della serie seguendo anche le indicazioni sonore di Kanno, e continuò a procedere in questo modo per il resto della lavorazione. "Ascoltavo le musiche che creava per Cowboy Bebop, prendevo ispirazione da lì per creare nuove scene," raccontava Watanabe nel 2013. "E allo stesso modo lei si lasciava ispirare da queste nuove scene e si faceva venire altre idee per la musica, che mi portava poco dopo. Era come un gioco continuo a rincorrersi tra me e lei, e in questo modo abbiamo sviluppato all'unisono ciò che poi è diventato Cowboy Bebop.”

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Le musiche per Cowboy Bebop sono firmate da Yoko Kanno and The Seatbelts, il gruppo che Kanno aveva messo insieme per l'occasione. Musicisti giapponesi, statunitensi e francesi che suonavano ballate, bossa nova, country, musica elettronica, funk, hard rock, hip-hop, jazz, samba e altri generi. Era un supergruppo prettamente strumentale, ma con incursioni canore di Mai Yamane, Soichiro Otsuka, Steve Conte e "Gabriela Robin"—pseudonimo della stessa Kanno.

Come leader dei Seatbelts, Kanno crea panorami sonori molto variegati per l'altrettanto variegato universo di Cowboy Bebop. Praticamente ogni scena è accompagnata da una traccia diversa, il che crea un mood differente per ogni momento. Che si tratti di una chitarrona acustica a commento di Spike che tenta di prendere sonno dopo una dura giornata, o di una strisciata solenne di sassofono in sottofondo a una scena in un bar, la musica ti fa sentire presente in quell'istante e sottolinea il tema portante: una solitudine esistenzialista che fa da collante a tutta la serie.

La musica ti fa sentire presente in quell'istante e sottolinea il tema portante: una solitudine esistenzialista che fa da collante a tutta la serie.

Tradizionalmente la musica non è un elemento fondamentale negli anime. Di solito le colonne sonore non sono molto più che elementi di sottofondo, con un paio di tracce J-pop aggiunte per i titoli di testa e di coda. Anche una serie come Angel Beats!, in cui la musica giocava un ruolo essenziale—tanto che c'era una band immaginaria chiamata Girls Dead Monster che suonava lungo tutto lo show—seguiva lo stile J-pop e rock degli altri anime.

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Ecco, la sonorizzazione di Cowboy Bebop prendeva le distanze da questa tradizione. La sua relazione con il cartone è calzante anche se di carattere improvvisato: anche qui si riflette la continua rincorsa tra immagini e suoni, come se combattessero tra loro a chi vince per primo la nostra attenzione. Ma ancora più importante è il fatto che le tracce contribuiscono a renderlo ancora più figo nell'insieme.

Cowboy Bebop non solo per la struttura della sua trama e il suo stile, ma anche per come tutto suona. Kanno ha un'attenzione per i dettagli paragonabile a quella di un maniaco come Kanye West. Ha una ambiziosa e sfaccettata, come dimostra la sua scelta di mettere insieme un super-gruppo capace di suonare qualsiasi genere musicale per renderla realtà. E di passare dall'uno all'altro con naturalezza, nel rispetto delle scelte artistiche della loro leader.

La playlist che ne risulta sembra messa in shuffle ma in qualche modo, nella sua casualità, è sempre puntuale e calzante. Il groove di “Mushroom Samba” accompagna l'inseguimento tra Ed e un criminale in possesso di funghetti allucinogeni. La malinconica “Call Me Call Me” è il commento al ricordo del passato di Faye. La strafottente di “The Real Folk Blues” commenta la lotta di Spike con la gang di Vicious. Traccia dopo traccia, scena dopo scena, non troviamo mai un accoppiamento immagini-suono che possa sembrare fuori luogo.

La colonna sonora di Cowboy Bebop è proprio come lo show che accompagna: innovativa, ricca e senza tempo.

La colonna sonora di Cowboy Bebop è proprio come lo show che accompagna: innovativa, ricca e senza tempo. Tutte le tracce che animano la serie si possono trovare su YouTube, anche se per i più seri esistono diversi cofanetti e album che oggi si trovano su eBay. Il tocco di Kanno è inconfondibile, al punto che gli appassionati di anime sanno riconoscere al primo ascolto il suo zampino. Ed è così perché sa bilanciare sonorità di provenienza ed effetto talmente diversi tra loro riuscendo comunque a fornire un quadro generale stranamente omogeneo.

Il suo lavoro su Cowboy Bebop lo attesta alla perfezione. È impossibile immaginarci come sarebbe stata questa serie senza le sue musiche. Sarebbe come immaginarsi Le Iene di Tarantino senza “Stuck In The Middle With You,” Garden State senza “Such Great Heights,” o Spring Breakers senza “Scary Monsters and Nice Sprites.” E questo perché trama e musica, nel caso di Cowboy Bebop, procedono tenendosi per mano. Se c'è qualcosa da imparare dal meraviglioso rapporto creativo che Kanno e Watanabe hanno instaurato, è che non bisogna sottovalutare il potere della musica, l'effetto che ha sullo sviluppo di una storia. Kanno e i suoi Seatbelts hanno conferito alla serie quell'elemento in più che le è servito per diventare non solo un anime di culto, ma una delle migliori serie a cartoni animati di tutti tempi.

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