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Musica

Tom Warrior ci parla di suicidio, Triptykon, HR Giger, e dei suoi giorni più oscuri

Non se la passa proprio bene bene...

È una verità assoluta che il metal odierno non sarebbe stato lo stesso senza lo svizzero Thomas Gabriel Fischer, ovvero Tom Warrior, chitarrista, cantante e mente degli Hellhammer, dei Celtic Frost e dei Triptykon. Con poco più che una Flying V, un Ibanez Tube Screamer e una forza di volontà ferrea, alla faccia degli insulti subiti nei primi anni '80, Warrior è stato fondamentale per la scrittura di pezzi black e death metal che sono stati letteralmente composti sottoterra, in un bunker fuori Zurigo, e apparsi più tardi negli album degli Hellhammer e dei Celtic Frost. Dopo l'ultimo scioglimento dei Celtic Frost nel 2008, Warrior ha fondato i Triptykon, una new entry tempestosa nell'oscuro destino del gothic. Il secondo ed ultimo album della band, Melena Chasmata, è il frutto di un lavoro di circa quattro anni. Come anche per album precedente e To Mega Therion dei Celtic Frost, H.R.Giger—R.I.P— si è occupato dell'artwork della copertina. Il maestro surrealista svizzero, che tra le altre cose è stato l'ideatore di Alien, ha avuto Warrior come assistente personale per molti anni. Chapeau.

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Noisey: La traduzione italiana del titolo del nuovo album è qualcosa del tipo "grande depressione", giusto?

Tom Warrior: Sì, è difficile da tradurre esattamente, ma diciamo che approssimativamente ci siamo. La depressione può essere una cosa psicologica o fisica, in questo caso il termine comprende entrambi i significati possibili. Una parte dell'album è malinconica, ma ha prevalentemente un suono arrabbiato. Il primo disco in realtà credo sia più cattivo, era stato composto sulla scia della frustrazione e dell'incazzatura per il pessimo scioglimento dei Celtic Frost. Questo nuovo album è più introspettivo e basato su esperienze personali—non solo mie, ma anche di altri componenti del gruppo. Abbiamo deciso il titolo dell'album qualche anno fa e da allora tutto quello che è successo non ha fatto nient'altro che renderlo ancora più appropriato. A livello personale è stato un album estremamente complesso da terminare, siamo tutti molto contenti che sia finito.

Perché è stato così difficile?

Gli ultimi quattro anni, che hanno seguito l'uscita del nostro ultimo album, sono stati molto difficili per alcuni di noi del gruppo, incluso me. Non c'è più niente nella mia vita che sia lo stesso di quattro anni fa. La mia vita è cambiata drasticamente e molti di questi cambiamenti sono stati al di fuori di ogni mia possibilità di scelta. Non sono l'unico nella band che ha subito cambiamenti drammatici alla sua vita privata, ovviamente non potevamo prevedere niente di tutto questo quando abbiamo iniziato a lavorare al nuovo album.

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Tryptikon - Melana Chasmata art

Sembra che tutti questi cambiamenti personali di cui mi stai parlando siano stati esclusivamente negativi. Tutti i componenti dei Triptykon stanno quindi peggio oggi di quando è uscito il vostro ultimo disco?

Penso che a questo punto ognuno di noi sia già in una fase di recupero. Ognuno è in un percorso di risoluzione delle sue cose. Non voglio fare un discorso tragico o patetico, nessuno avrebbe voluto trovarsi in questa situazione e nessuno di noi poteva avere idea del fatto che anche gli altri sarebbero passati in qualcosa di simile. È stata una completa coincidenza. Ci eravamo immaginati le tempistiche di scrittura di questo disco in modo completamente diverso, Ma come per tante cose nella vita, non si può avere sempre il controllo di tutto. È per questo che l'album ci ha preso quattro anni di lavoro invece che due, nel frattempo abbiamo dovuto accettare che almeno tre di noi hanno vite completamente differenti ora, per motivi che vanno oltre le loro possibilità di scelta. Ma una cosa che ci ha aiutato ad affrontare tutto questo è proprio stato il fatto di avere una band, e di amare profondamente la musica che suoniamo e di sapere di essere profondamente legati. Suona un po' come un cliché, come se fossimo una specie di grande famiglia di hippy, ma è le cose stanno davvero così.

È andato tutto così male?

Sono stato molto vicino a perdere tutto, più di quanto chiunque ci leggerà possa lontanamente immaginare. Ma anche quando le cose sono state il peggio del peggio, ero certo che avrei potuto chiamare la nostra bassista (Vanja Šlajh) e che lei si sarebbe presa cura di me nel miglior modo possibile. Questa è la più grossa differenza tra i Triptykon e i Celtic Frost. Nell'ultimo periodo del mio vecchio gruppo avevo la sensazione che se fossi stato steso a terra sanguinante qualcuno avrebbe potuto andare avanti a infilzarmi coltelli nella schiena, ora è tutto l'opposto.

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C'è modo di parlare più chiaramente di quello che è successo in generale, senza andare troppo sul personale?

È una domanda più che legittima direi, soprattutto considerando che l'album è stato composto in una situazione che si percepisce chiaramente dal suo mood generale, ma credo che sia un po' patetico promuovere un album sulla scia di tragedie personali. Quindi ecco, va tracciato un confine da qualche parte. Quelli come Rihanna, tutte quelle star che vanno ai reality a promuovere il loro lavoro tirando fuori le loro questioni private, mi infastidiscono. È imbarazzante. Posso spiegare perché il disco suoni nel modo in cui suona, ma credo di non volere andare più in là di così. Siamo nella scena metal, ci deve pur essere un confine da qualche parte. Forse più avanti, una volta che ci saremo lasciati davvero tutto alle spalle, potremo guardarci indietro e spiegare alcune cose, ma credo che ora come ora sia un po' troppo semplice per me dire "ehi, abbiamo avuto un brutto momento, comprate il nostro album!"

Tom (center) with Celtic Frost

Tutto questo tumulto, al di là del fatto che ci abbiate messo quattro anni invece che due, ti ha obbligato ad approcciarti all'album in un modo differente?

No, la tempistica lunga è stata l'unica conseguenza. Mi sono ritirato da tutto per rimettere in ordine la mia vita prima di tornare in sala di registrazione. Senza chiedere il permesso agli altri, ho praticamente preso un anno sabbatico per cercare di capire quale fosse il mio posto nel mondo e se avessi ancora motivo di vivere. Per qualcuno nel gruppo è stato molto difficile accettarlo, soprattutto perché non si sapeva se l'album sarebbe mai giunto a conclusione. Io ho sempre saputo che per superare quel momento avrei dovuto completare il disco, ma sono stato completamente in blocco per un lungo periodo di tempo. Avevo così tante cose per la testa che è stato davvero impossibile concentrarsi sullo scrivere musica, ci ho provato, ma sapevo che non avrebbe avuto alcun senso.

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C'è stata la seria possibilità che un altro album dei Triptycon non vedesse mai la luce?

C'è stata una possibilità del 99%: mi rendo conto che metterla giù in questi termini è un po' drammatico, ma sto cercando di essere completamente onesto. Mi occupo di queste cose ormai da 33 anni e a quasi 51 anni non sento il bisogno di fare il metallaro macho. Sono un essere umano come chiunque altro. Ho avuto i miei momenti di splendore e forza e quelli di estrema debolezza e dolore, come chiunque nel mondo. Sono stato completamente distrutto da alcuni eventi della mia vita, e nel momento in cui tutto ha iniziato a sovrapporsi e ho iniziato a sentire di avere totalmente perso il controllo sulla possibilità di cambiare qualcosa, è semplicemente stato troppo. In tutta onestà, mi è del tutto passata la voglia di vivere. Finire l'album non era una cosa secondaria, era l'ennesima cosa, ma non una qualsiasi questione senza importanza.

Qual è stato il momento di cambiamento?

La ragione per cui sono ancora qui è che la mia fidanzata mi ha supplicato di non togliermi la vita. Non è accaduto tutto in un giorno, ci è voluto parecchio tempo perché mi convincesse a riprendemi. Ho dovuto porre un limite, ho iniziato a ricostruire la mia vita e riportarla a qualche sembianza di ordine: essere un musicista era parte di tutto ciò. È quello che mi ha sempre dato la forza di vivere. Una volta giunto alla conclusione che volevo continuare ad esistere, ho saputo immediatamente che avrei dovuto finire il disco. Non sono uno dei Metallica quindi non andrò da un fottuto psichiatra a pagare quantità assurde di denaro per farmi dire perle di saggezza da un perfetto sconosciuto. La mia terapia personale è stata scrivere musica e testi e cercare di digerire tutto questo e capire che cosa ha significato. Detto questo, la decisione di restare vivo è comunque una sfida quotidiana. Ma non voglio che questa intervista sia così deprimente…

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Concordo, però dobbiamo parlare un po' di H.R.Giger…

Sono incredibilmente orgoglioso e felice di avere collaborato di nuovo con lui, per un ultima volta. Significa davvero molto per me. Molto di più della prima volta che Giger ha lavorato con me nel 1985. Significa davvero TUTTO per me aver fatto un disco con pezzi onesti come questi e una cover come quella. Sono davvero felice di aver fatto di questa cosa uno dei motivi della mia esistenza.

La copertina è pazzesca, ho visto che c'è un altro suo disegno degli anni Settanta nel libretto. Ti aveva proposto lui i suoi pezzi o avevi scelto qualcosa nello specifico?

Sono stato molto fortunato a poter lavorare con Giger due volte, mi ha sempre permesso di fare il lancio del lavoro della band in modo grandioso, sia per il Celtic Frost che per i Triptykon. Non volevo chiedergli troppo, quindi quest volta avevamo deciso di fare la cover con un altro artista. Ma a quel punto, nel nostro assoluto stupore, Giger è venuto da noi per dirci che il nostro primo album gli era piaciuto e che gli sembrava che mai il suo lavoro fosse stato così appropriato per una copertina. Quindi alla fine ci ha chiesto se ci sarebbe piaciuto collaborare con lui con i nostri album seguenti, ed è stato tipo… insomma non ci potevamo credere. Mi ci è voluta una settimana per digerire la notizia. Successivamente Giger mi ha dato la possibilità di avere accesso a tutto il suo corpo di lavori, quindi dopo qualche settimana avevo una piccola lista di dipinti da proporre. Lui è stato d'accordo quindi con i ragazzi della band abbiamo selezionato i due che più ci sembravano appropriati. Tutto questo è successo due o tre anni fa, avevo buttato giù un layout sul mio computer e lui mi aveva dato il via. Tutto questo è successo prima che altre questioni si interponessero tra noi e la nostra musica,e una volta che tutto è passato, niente poteva essere più perfetto di quei dipinti.

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Celtic Frost - To Mega Therion

Usare il lavoro di Giger per l'album dei Triptykon crea un collegamento con To Mega Therion dei Celtic Frost non indifferente, anche se i tuoi sentimenti a riguardo non sono proprio positivi. Come riesci a conciliare questa continuità visiva con i tuoi sentimenti controversi a riguardo?

Dal momento che l'industria musicale sta attraversando momenti di cambiamento molto rapidi e probabilmente anche i più drastici mai successi, uno dei miei istinti è quello di tentare una continuità dove mi è possibile farlo. Quindi, hai assolutamente ragione, e ovviamente Giger è una parte di tutto ciò. Quando abbiamo deciso di usare un suo lavoro per la copertina del primo album dei Triptykon, tutto questo per me era del tutto simbolico. Gli ho chiesto e spiegato i termini di questa collaborazione e sono stato molto felice quando ha accettato proprio perché avere una copertina fatta da lui per me significava dichiarare che questa nuova band era importante per me quanto lo erano i Celtic Frost ai tempi di To Mega Therion. Era stata una scelta molto personale, invece ora, nel momento in cui ci ha proposto lui una collaborazione la situazione è molto differente. Non mi piace essere prevedibile, ma avere la cover di Giger era la cosa più giusta perché è un artista eccezionale. Penso fosse il più grande artista surrealista vivente del pianeta. Al di là dell'amicizia che ci legava e del fatto che sono un suo grande fan fin da molto piccolo. Insomma è stato un grande onore.

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Sei anche stato il suo assistente personale.

Ho lavorato con lui per sette anni.

Che tipo di lavoro facevi per lui?

Tutto. Qualunque cosa tu possa immaginare, per lui e per sua moglie. Ma qualunque cosa mi avesse chiesto l'avrei fatta. Era il mio mentore, già dalla fine degli Hellhammer, era uno dei pochi che credeva in una band che risultava davvero ridicola. Era una superstar a quei tempi, aveva appena vinto l'Oscar per Alien, era al picco della sua popolarità. Nonostante ciò lui credeva in noi, un gruppo di cui tutti ridevano, senza contratto. Non era davvero tenuto a farlo, eravamo ragazzini, non eravamo nessuno. Gli dovevo moltissimo, è stato un grande onore lavorare per lui.

Pensare a te e Giger insieme nella stessa stanza mi fa pensare a qualcosa come la lega svizzera dei supereroi dell'arte estrema o cose del genere…

Devi sapere che sono ancora molto attaccato alla fascinazione che avevo da bambino per il lavoro di Giger. Mio padre prese il suoi primi due libri negli anni '70, prima che lui fosse famoso. Era un artista underground e aveva fatto questi due libri davvero artigianalmente, con qualche casa editrice indipendente. Mio padre aveva anche una stampa di Giger incorniciata e continuando a guardare quei disegni ne diventai appassionato. Non sono mai davvero riuscito a lasciarmi questa cosa alle spalle, quindi questa cosa della lega dei supereroi che mi dici è il tipo lo sguardo che io ho sempre avuto su di lui. Sono stato al suo fianco come un giovane discepolo, anche se ci siamo conosciuti per anni, mi sono sempre sentito come uno che avrebbe dovuto baciare dove lui camminava, sono sempre stato molto in contatto con la sua arte, è stato davvero un genio. Non era davvero un talento comune. Era un artista del tutto eccezionale, di cui ancora oggi mi stupisco. Era un miracolo ed un mistero. Quindi, se qualcuno qui è stato un supereroe, parliamo solo di Giger.