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Attualità

Cos'è Radio Islam, il sito della lista di "ebrei influenti in Italia"

Negli ultimi giorni, i giornali italiani sono andati nel panico per una "lista di ebrei influenti in Italia" pubblicata sul sito Radio Islam. Peccato che Radio Islam esista dal 1996 e che il suo creatore sia poco più che un guru complottista.

La homepage di Radio Islam. Grab

via

Nelle ultime ore, quasi tutti i giornali italiani hanno riportato con toni sensazionalistici la notizia della pubblicazione su un "costoso sito scita" [sic] di una lista di "ebrei influenti in Italia" contenente i nomi di imprenditori, intellettuali e giornalisti tra cui spiccano Roberto Saviano, Enrico Mentana e Susanna Tamaro. Mentre la procura di Roma ha aperto un'inchiesta per minaccia e diffamazione con l'aggravante dell'odio razziale, la notizia ha provocato reazioni che vanno dallo scandalo al panico.

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La presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello ha definito la lista "la rappresentazione di un odio antisemita intollerabile" e ha detto che "finora solo su siti neonazisti si erano viste cose simili, preoccupa che adesso le si legga sul sito di Radio Islam" chiedendo al "mondo islamico in generale" di prendere le distanze dalla cosa.

Anche il deputato PD Khalid Chaouki ha chiesto "una ferma condanna da parte di tutti, leader musulmani compresi" definendo la cosa "l'ennesima ondata intollerabile di antisemitismo che viene rilanciata anche nel nostro paese," mentre Gad Lerner—il cui nome compare nella lista—ha scritto un post sul suo blog dedicato alla questione, in cui afferma: "non so nulla di Radio Islam nella sua diramazione internazionale e nella sua versione in lingua italiana. Non so chi la finanzia né quale seguito abbia nel nostro paese."

La reazione praticamente unanime, però, non tiene conto di una cosa: sarebbe bastata una breve ricerca per capire che quella che Lerner definisce una "volgare minaccia" va necessariamente letta nel suo contesto. Tanto per cominciare, la lista non è nulla di nuovo né un'invenzione di Radio Islam: gira da anni su siti di estrema destra e nel 2011 la sua "scoperta" da parte dei media aveva portato al blocco in Italia del forum neonazista Stormfront e all'arresto di alcuni dei suoi gestori. In secondo luogo, la storia di Radio Islam non è così diversa da quella di un blog qualsiasi nell'universo del complottismo italiano, e il fatto che il sito porti questo nome non deve confondere.

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Il sito di Radio Islam è praticamente un reperto archeologico—e per accorgersene basta guardare la sua homepage piena di animazioni e wordart. Esiste dal 1996, ha edizioni in 25 lingue ed è già stato al centro di talmente tante controversie legali che ospita persino una sezione dedicata al "complotto contro Radio Islam." Sul sito, Radio Islam si definisce "un'associazione apolitica, che agisce per promuovere maggiori e migliori relazioni tra l''occidente' e il mondo arabo e islamico," ma in realtà si tratta più che altro di una specie di database online dell'antisemitismo.

Questo obiettivo è del resto esplicitato nella sua dichiarazione d'intenti, in cui Radio Islam si proclama "contro tutti i tipi e forme di razzismo, contro ogni discriminazione basata sul colore della pelle, la fede religiosa o il gruppo etnico" ma afferma soprattutto di schierarsi "contro il razzismo ebraico verso i non-ebrei e gli obiettivi del sionismo internazionale" definito "l'ultima ideologia razzista ancora vivente," mentre Israele è "l'ultimo luogo rimasto di 'apartheid' al mondo […] una completa provocazione ad ogni principio, regola o legge internazionale."

Da questo retroterra ideologico segue lo scopo del sito: documentare e mettere in luce la presunta influenza di ebrei e sionisti sulla società e sulla politica dei paesi occidentali e mediorientali. A detta di Radio Islam, ci sarebbe una cospirazione globale orchestrata dagli ebrei per controllare la società occidentale e opprimere i musulmani; lo stesso olocausto sarebbe un falso, un tentativo dei sionisti di distogliere l'attenzione dalla "guerra sionista in corso contro le popolazioni della Palestina e del Medio oriente."

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Sul sito si può trovare un archivio sterminato di testi a supporto di queste tesi. Si va da articoli, video e documenti antisemiti e negazionisti dell'Olocausto a libri come Il governo mondiale ebraico e bufale antisemite come I protocolli dei savi anziani di Sion. Nei suoi quasi 20 anni di storia, il sito ha immagazzinato praticamente qualsiasi testo del genere comparso su internet, diventando una specie di Wikipedia dell'antisemitismo. Ha anche un canale YouTube, aggiornato con una certa periodicità, che pubblica interviste a Rami e video negazionisti in diverse lingue. A giudicare dai contenuti, insomma, il riferimento potrebbe benissimo chiamarsi Radio Hitler.

Ahmed Rami. Immagine

via Facebook

Secondo quanto si legge sul sito, Radio Islam sarebbe di proprietà e gestito di un gruppo di "combattenti per la libertà" provenienti da diversi paesi e che supportano la causa del suo creatore, Ahmed Rami. Rami, nato in Marocco nel 1946, è un ex ufficiale dell'esercito marocchino riparato in Svezia nel 1973 dopo aver partecipato a un fallito colpo di stato contro il re del Marocco Hassan II. Nel 1987 ha fondato Radio Islam come stazione radio dai contenuti fortemente antisemiti, che tra denunce e processi ha continuato a trasmettere a singhiozzo fino al 1996, quando si è trasformata in un sito.

Fin dalla sua fondazione, il sito ha avuto numerosi problemi legali, e il fatto che sia ufficialmente gestito da degli anonimi "combattenti per la libertà" potrebbe tranquillamente essere un pretesto per evitare che le responsabilità legali dei contenuti che pubblica ricadano sullo stesso Rami, che ha già avuto diverse condanne per crimini d'odio tra cui una a sei mesi di carcere nel 1990.

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Tutte queste condanne, tuttavia, hanno contribuito ad alimentare la sua fama nei circuiti negazionisti, corrente di cui Rami è oggi uno degli esponenti più noti. Basti pensare che nel 1991, subito dopo la sua condanna, il Journal of Historical Review aveva elogiato "la sua capacità di diffondere le sue idee" definendola "un esempio per i revisionisti del mondo intero." Inoltre, Ahmed Rami ha anche stretti legami con gli ambienti neonazisti svedesi, specie con il National Socialist Front.

Anche se nel 2003 l'Agenzia europea dei diritti fondamentali ha descritto Radio Islam come "uno dei siti di estrema destra e antisemiti più radicali di internet, con legami stretti a gruppi dell'islamismo radicale" non è chiaro se e quanto sia seguito. Il profilo Facebook ufficiale di Rami—dove cui pubblica foto di Hitler e meme contro Israele—ha circa 5mila amici e poco più di 500 seguaci, numeri simili a quelli di un qualsiasi guru complottista.

Pur essendo chiaro che non è Rami a pubblicare tutti i contenuti (sul sito si cercano volontari interessati a collaborare con traduzioni), insomma, Radio Islam è essenzialmente espressione del personaggio a cui fa riferimento. E allora il vero problema, senza voler sminuire la gravità delle idee che diffonde, non è l'esistenza di un sito del genere, ma il fatto che tra coloro che ne hanno discusso nessuno si sia preso la briga di fare quel passo in più e controllare di cosa si stia parlando. Del resto, basta guardare la sua homepage per capire che nessuno avrebbe voglia di passarci più di venti secondi.

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