Paris Hilton potrebbe essere la madrina del pop del futuro
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Musica

Paris Hilton potrebbe essere la madrina del pop del futuro

Con il suo primo album nel 2006 l'Ereditiera aveva anticipato tutta la PC Music, ora siamo in attesa di un nuovo disco che ci faccia vedere un altro pezzo di Trentesimo secolo.

Era il 7 novembre del 2017 quando, in pompa magna, una notizia sconvolse il mondo della musica: Paris Hilton era pronta a lanciare un nuovo album, carica come una mitragliatrice. Nel comunicato stampa asseriva, non senza una certa eccitazione, che nel suo nuovo lavoro ci sarebbe stato un frullato di deep house, techno pop ed electro pop. Un disco eclettico insomma, che l’avrebbe definitivamente mostrata al pubblico (e soprattutto alla critica) come una vera popstar e non semplicemente come la ricca ereditiera Hilton.

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Bene, carichi di aspettative eravamo pronti a recensire questo capolavoro, e invece eccoci qua: siamo a fine gennaio del 2018 e la cara Paris ancora non ha fatto uscire un bel nulla. La cosa, devo dire, mi dispiace: sono sempre stato un fan di Paris, soprattutto dopo la lettura del suo libro autobiografico, Confessioni di un’ereditiera. Un cazzo di capolavoro dell’effimero, una cosa che ti fa cascare i denti come masticare mille Big Babol, una serie di affermazioni e di punti di vista sul look, sulla vita e via dicendo che non troverebbero posto neanche nei peggiori incubi di Jeff Koons: posto qui un esempio folgorante, il suo imprescindibile undecalogo.

1) NASCI NELLA FAMIGLIA GIUSTA. Scegli bene i tuoi cromosomi. Questo consiglio potrebbe apparire ridicolo, ma non lo è. Se un'ereditiera ha il controllo su tutto, perché non dovrebbe averlo anche sui genitori da cui nasce? Conosci il detto "niente succede per caso"? Be', io credo che si possa scegliere da chi nascere. E se hai la sfortuna di provenire da una famiglia sbagliata, ricorda: non è necessario che lo sappia nessuno. Mettere in piazza le cose di famiglia è decisamente una cosa che l'ereditiera non fa. Puoi sempre reinventare te stessa e il tuo linguaggio, se occorre. Il proprio albero genealogico può essere uno stato mentale.

2) DEVI AVERE UNA PELLE ASSOLUTAMENTE SENZA DIFETTI, ma senza preoccuparti troppo. Copriti di trucco e mai e poi mai fatti vedere con un brufolo. La pelle perfetta è un diritto di nascita e significa che non puoi mai venire male in una foto. Nessuna quantità di cibo spazzatura o di Coca-Cola può cambiare la tua pelle. E se, Dio non voglia, dovesse succedere, abbi sottomano un buon truccatore. Non guasta mai.

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3) MANGIA SOLTANTO CIBO FAST FODD OPPURE IL CIBO PIÙ COSTOSO. Patatine unte o tortini di polpa di granchio. Zucchero filato o caviale. Merendine al formaggio o formaggi costosi. Essere un'ereditiera è una questione di estremi.

4) NON SVEGLIARTI MAI (MAI) PRIMA DELLE DIECI; E NON ANDARE A LETTO MAI PRIMA DELLE TRE. Gli orari normali sono per gente normale. Tu non vorrai mica essere normale! Chiunque può esserlo. Che noia.

5) NON AVERE MAI UN SOLO CELLULARE QUANDO PUOI AVERNE MOLTI. Perdine sempre uno. In questo modo, se non hai richiamato qualcuno, puoi sempre dare la colpa al telefono che hai perso. È molto importante avere il nuovo modello appena uscito. Nokia, Erickson, Motorola-questi sono i più "cool".
Devi avere almeno due numeri: una linea per gli amici e una di lavoro. Se voglio evitare una chiamata, rispondo fingendo un accento inglese e dico: "Pronto, è il numero di Paris Hilton", o una cosa del genere. Lo faccio se aspetto una chiamata di un ragazzo su cui ho cambiato idea e non voglio più uscire con lui a cena. Ogni donna ha il diritto di cambiare idea di tanto in tanto, e un'ereditiera ancora di PIÙ.

6) NON INDOSSARE UN ABITO CHE È SU TUTTE LE RIVISTE. È per le ragazze con poca immaginazione che si limitano a comprare quello che dicono i giornali. Cerca il vestito cool, insolito, che nessun'altra ha il coraggio di indossare. Osa essere diversa. Osa con i colori e le fantasie. Tutte le noiose ragazze di New York si vestono di nero. Su una rivista, vedi mai una ragazza vestita di nero? Non mi pare. Non correre a comprare la borsa o il vestito del momento. A me piacciono le cose costose, ma anche quelle da poco. Mi piace tutto quello che è carino e che mi rende felice. Non sono molti i vestiti che non mi piacciono-tranne quelli neri.

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7) SE SEI FELICE, VESTITI DI ROSA. Se sei depressa, vestiti di nero. Il nero è per chi non si vuole divertire con i colori e si nasconde sempre – in altre parole, è depressa. Chi ha un corpo davvero fantastico non si veste di nero, credi a me. E se veramente vuoi distinguerti e farti vedere sicura di te, vestiti di bianco.

8) COMPORTATI DA SVANITA, PERDI LE COSE. Questo spiazza gli altri e li porta a pensare che sei "adorabile" e più sprovveduta di quanto tu non sia in realtà.

9) CERCA DI ESSERE SEMPRE ABBRONZATA. Dà l'impressione che sei stata in un posto esotico (cioè costoso). Non sembrerà mai artificiale, anche se lo è. Usa l'abbronzante spray, che non macchia i vestiti.

10) CAMBIA DI CONTINUO PETTINATURA. Tutti si aspettano che tu abbia la stessa pettinatura in ogni foto, ma soltanto la gente con poca fantasia lo fa. Di' a tutti che hai delle extension anche se non è vero, perché non si aspettano che tu lo dica.

11) NON AVERE PAURA DI NIENTE, tranne che degli insetti. E dei tipi sudaticci che insistono per baciarti quando ti si avvicinano per salutarti. Non c'è niente di peggio di un ragazzo sudaticcio che ti bacia su tutte e due le guance.

Bello eh? Sembra il manifesto di una PC Music-star. E in effetti il meglio la nostra lo dà quando si butta sulla musica, e non sto scherzando. L'ho sempre considerata avanti di mille anni: la sua visione del pop è davvero “da dentro”: dentro il capitalismo, dentro il lusso a cazzo di cane, all’interno di un mondo di cocktail costosi, colorati, poco importa se poi fanno schifo al cazzo. È un’immersione dentro giornate perse a sballarsi fino all’annientamento, a stordirsi nello shopping, a portare il discorso ricchezza illimitata verso lo spazio, a livelli d’implosione tale che è stata arrestata più volte, più volte condannata e letteralmente diseredata dal nonno (sconvolto dai suoi scandali devolse in beneficienza il 97 per cento delle ricchezze che sarebbero spettate a lei).

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Paris è quindi un personaggio assurdo, una Barbie Girl kamikaze in carne ed ossa che però tracima una specie di “pink punk” – tanto che ci sono meravigliosi documenti su YouTube che immortalano i suoi DJ set finiti a feedback di microfono, stacchi a cazzo sui piatti, lei che non si regge in piedi. Britney Spears era sua amica del cuore, e finché veniva fotografata con la Hilton pareva un cammello impagliato, si drogavano come pazze, tanto che ci ricordiamo tutti com'è andata a finire. Poi ci sono i video: quelli di Paris sono spesso un’esplosione di plastica colorata che manco Iridella o i Minipony, roba da far sanguinare gli occhi. Ora, improvvisamente, è necessario che io dica la mia: Paris Hilton è la madrina della PC music e del pop HD. È insomma la Madonna del Tremila.

Basti vedere il fenomeno del 2014, QT. A parte il fatto che è pop perfetto da fare esplodere il cervello, è un fenomeno volutamente costruito a tavolino che in qualche modo fa della superficialità un punto di forza. QT si presentava a fare dei DJ set inesistenti, chiaramente solo spingendo play e con una sola canzone in loop, con un look da far cadere gli occhi, praticamente (a parte tutti i riferimenti a Hatsune Miku e cazzi e mazzi) proprio una parodia della Hilton. E poi che cos'è l'accelerazionismo se non lo stile di vita di Paris? Portare tutto all’autocombustione, senza ritegno, unico modo per sconfiggere il capitalismo in un atto di autodistruzione perenne, quasi catartico. Charli XCX è come un negativo della Hilton, con gli aspetti depressivi di una ragazzina viziata a cui il mondo ha dato tutto, che non vuole crescere e canta con la stessa vocina dei bambolotti dell'autogrill. I testi si possono tutti riassumere con questi versi, tratti da "Backseat": “Non posso sfuggire alle voci, così alzo il volume / Vado alle feste con gli sconosciuti così imparo qualcosa / Di corsa in città a mezzanotte per sentirmi una star / Voglio tutto, anche se è finto".

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Sembra proprio una serata tipo di Paris Hilton e Britney Spears. Lo stesso vale per la scelta dei collaboratori, per Charli sono le star del movimento PC come AG Cook, Sophie, Lil Data ecc, per Paris sono quelle del giro clubbing tipo Scott Storch, Lil Wayne, Dr. Luke. Insomma, anche il nuovo spleen pop passa da casa Hilton.

Ma quando inizia la storia di Paris Hilton? Si potrebbe dire nel 2006, quando appare sul mercato il primo disco, Paris. Sulla carta dovrebbe vendere al massimo tre copie, quelle acquistate dai suoi parenti (o dai maniaci sessuali). E invece raggiunge il sesto posto nella classifica di Billboard. Non è semplicemente dato dal fatto che può comprarsi tutto e tutti, altrimenti (per fare un esempio) in quegli anni in Italia avremmo avuto al primo posto Berlusconi e Apicella. Non è neanche semplicemente dovuto a un talento particolare. No no amici, c’è dell’altro. E quell’altro è che la Hilton sapeva e sa fare pop molto meglio di tanti altri, e soprattutto ne capisce il valore “artificiale” – in cui l’elettronica non può essere messa da parte, ovvio, ma neanche l’idea del rock, ovviamente ridotto ai minimi termini di uso musicale e ai massimi termini di valore iconico. Nello specifico, il primo disco è un capolavoro di sintesi e di crossover fra generi uno più leggero dell’altro, supera a destra (o addirittura a sinistra) gente come Katy Perry e altre sue colleghe. In pratica la prende, le toglie tutte gli orpelli e sintetizza la perfetta superficialità del futuro. Tant’è che anche alcuni critici all’epoca la osannarono, molti addirittura asserendo che fosse molto più divertente di Britney Spears. E in effetti è vero, al confronto la Spears pare i Joy Division (la recensione più bella paragona il disco Paris a una "scatola di caramelle piena di melodie NutraSweet", ma contesti "spesso insulsi e vagamente pornografici").

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In realtà ci aspettava un ritorno in grande stile già dal 2007, anno in cui sarebbe dovuto arrivare il sequel di Paris. Invece è stato tutto centellinato, una serie di singoli uno più fico dell’altro. Il primo, "Good Time" (feat. Lil Wayne) del 2013, è a tutti gli effetti un manifesto pop HD probabilmente involontario, ma arriva nel pieno dello sviluppo del fenomeno ed è in qualche modo a questo punto che Paris diventa, possiamo dire, madrina del movimento. Guardate che roba, ditemi se non è una PC-musicista ad honorem.

Non contenta l’anno successivo tira fuori un altro delirio di plastica, "Come Alive", che mette i puntini sulle I rispetto a un tipo di faccenda estetica che a tutti gli effetti è aderente a un certo modello… potete immaginare quale.

Ora, ci chiediamo: come mai non viene mai citata fra tutte le influenze dell’etichetta PC Music? Strano, eppure anche il discorso di usare cantanti non professioniste o come minimo che non hanno mai fatto quella roba e trattarle come se fossero major artist è esattamente quello che fa Paris con se stessa. Anche il modo di porsi camp non mi sembra sia da meno. Le sue canzoni sono totalmente intrise di tamarrate gommose e di zanzarate elettroniche ad altissima fedeltà che a questo punto non si capisce qual è la differenza tra la parodia e l’originale, i confini del falso e del vero si sfumano come il vino in un piatto di salsicce. Altro gesto da PC Music: nel 2004 ha aperto una casa discografica, la Heiress, che produce solo i suoi dischi. Le manca solo di produrre progetti fittizi in cui di base c’è sempre e solo lei, e non è detto che non lo farà in futuro.

Anche perché Paris Hilton è prima di tutto immagine. Non a caso, la sua attività principale è quella di modella, indossatrice, insomma donna da réclame. Ha addirittura fatto pubblicità a un prosecco tutta nuda, coperta solo di vernice dorata. Produce profumi, borse, scarpe, tutta roba dal taglio superfluo (e anche super–fluo, diciamolo). E uno degli aspetti della nuova musica digitale è l’immagine e la sua gestione; il discorso dell’advertising al limite del sopportabile, portare all’estremo dei discorsi kitsch che altrove verrebbero presi a sassate. Mi pare che Paris calzi completamente nel ruolo e tracci il destino di un certo modus operandi. Anche perché, come anche nel caso della PC Music, la Hilton divide la critica fra chi non la sopporta e la trova odiosamente pacchiana e chi invece ne loda le stravaganze e l’insofferenza alle regole costituite, insofferenza che alla fine diventa provocazione fine a se stessa, un nichilismo fluorescente, quasi titanico, che non può non affascinare.

Insomma, questo per dire che sto attendendo il nuovo disco con una certa ansia. Chi lo sa, magari fra il team di produttori ci ritroveremo anche Sophie o gente del genere, sarebbe uno sballo. Paris, se mi leggi, contattali subito, non esitare. Sì, è vero che oramai questa della PC Music è una moda, è vero come dici tu che “la vita è troppo breve per omologarsi”, ma c’è qualcosa di più importante: e cioè che il mondo ha bisogno di superfici da grattare per andare davvero nel profondo delle cose. E magari scovare un’eredità; quella del nuovo pop.

Demented è su Twitter: @DementedThement.

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