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Musica

Recensione: Charli XCX - Pop 2

Nel pop, l'altra faccia della perfezione è la freddezza di un prodotto senz'anima.

Ragazzi, ma non vi siete rotti le scatole del pop? Dai, diciamocelo, oramai la roba che esce è tutta uguale. Sti cazzo di autotune, sti suoni di plastica, ste batterie che te le passa la mutua. E poi, pare, arriva Charli XCX e tutti a dire "ooh, è cambiato qualcosa". Ma siamo sicuri? Beh, non ne sono convinto del tutto — a meno che non mi possiate dimostrare, allo stesso modo, l’esistenza di Babbo Natale.

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La nostra upgrade delle Spice Girls, in fissa con gli Aqua e con le icone pop dei Novanta, va analizzata senza facili entusiasmi e senza stare troppo a menarsela col fatto che è prodotta dal giro PC Music (A.G. Cook in primis), particolare di cui in fondo mi frega meno di zero. Cerchiamo di toglierci dalla testa tutta l'aura di fenomeno montata ad arte dalla stampa e, semplicemente, ascoltiamo.

Ebbene, il disco è prodotto con una cura certosina, spialla di qua e di là campioni molto Fairlight-oriented e tutta la gommosità HD che però viene calibrata in modo che possa attraversare le maglie del successo da classifica. Arrangiamenti in cui i dettagli sono importanti, dunque, come alcuni inserti di effetti sonori e di situazioni corali; le canzoni sono davvero lo stereotipo al quadrato, sviluppato volutamente e un po’ paraculamente in questo modo, di un certo mondo romantic/stardom/decadente/teenage che piagne.

I pezzi sono quelli che un fan della faccenda chiederebbe al suo autore, e a volte colpiscono nel segno ("Track 10" ad esempio, totalmente adolescenziale dei giorni d’oggi) a volte invece portano la mediocrità al grado di eccellenza (d’altronde il pop non è anche questo? Giocare col nulla?). L’autotune sopracitato regna sovrano, un po’ come a mettere le mani avanti, del resto si può fare un disco pop oggi senza mettercelo? No, infatti, non vorremmo mai metterci a cantare davvero.

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Insomma, Pop 2 è un perfetto disco pop, e fin qui nessuna sorpresa, potremmo giustificare tutte le recensioni positive che ha collezionato. Ma la perfezione nasconde una seconda faccia: ovvero quella del disco costruito a tavolino, un prodotto di mercato, con assoluta aderenza al modello capitalista imperante (e non crederemo alla barzelletta accelerazionista militante in questo caso, Charlie XCX non è QT). Non a caso si chiama Pop 2, di seconda scelta.

La cosa che inquieta è che dopo appena un ascolto sembra già invecchiato. Sembra di stare in un museo delle cere elettroniche, si sente addirittura lo stereotipo del disco che vuole essere del futuro e in questa ambizione ha già sbagliato mira, perché il futuro come diceva anche Ruggeri, è un'ipotesi e nulla più. Quindi che vi posso dire: potrebbe essere il vostro disco di Natale, probabilmente sarà anche il mio a causa della sua incauta leggerezza. Ma quando vi descrivono il futuro con troppa perizia, non ci credete: credete invece a Babbo Natale che è e sarà sempre eterno perché… non esiste.

Pop 2 è uscito il 15 dicembre per Asylum.

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