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Musica

Recensione: MHD - 19

Dopo aver inventato l'Afro Trap, il rapper francese MHD ha scelto di cominciare a costruire con il suo rap un ponte che unisce Europa e Africa.

Sulla copertina del suo nuovo e secondo album 19 MHD si staglia contro una savana evidenziata dalla luce dell'inizio o della fine del giorno. In mano ha una corona, di fronte un leone, addosso una maglia da calcio: tre simboli della sua fulminea ascesa alla fama, sei mesi di video che hanno generato centinaia di milioni di views. Come da consuetudine della nostra epoca, anche MHD aveva scelto di serializzare le sue uscite sotto un macro-titolo che ne arricchisse il significato e ne aumentasse il peso specifico. E così era nata quella che chiamiamo "Afro Trap", cioè delle strofe rappate con trasporto su ritmi irregolari di origine africana e beat belli quadrati di scuola EDM colonialista alla Major Lazer.

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Non c'erano né lo spirito collettivo dell'afrobeat di Fela Kuti né la tagliente leggerezza della trap nella sua concezione più pura, nella musica che ha reso famoso MHD. C'erano un rap impetuoso, un immaginario fatto di gloria e riscatto e l'ormai solido parallelismo tra giungla e periferia, tra l'Africa selvaggia e l'asfalto di Parigi. C'era la "Champions League" in cui giocano giovani ragazzi di periferia diventati re—Kylian Mbappé, Paul Pogba, Alexandre Lacazette—che festeggiano la loro "Puissance", la loro potenza, a forza di balletti. Uno lo aveva inventato anche lui, "Le mouv". Oggi non è raro vederlo dopo un gol del Paris Saint-Germain.

Questo 19 è il suo secondo album, pubblicato a due anni dal suo omonimo esordio. Allora MHD aveva colto l'occasione per spingere sul collegamento tra Francia e Africa: aveva inserito più elementi tradizionalmente africani all'interno dei suoi beat (le chitarre e i ritmi de "La Moula" e "A Kele Nta", le seconde linee della quieta "Wanyinyin") e aveva presentato al pubblico Occidentale artisti virtualmente sconosciuti come il congolese Fally Ipupa e la beninese Angélique Kidjo. Ben cinque pezzi erano però parte della serie "Afro Trap", un salvagente contro le onde del rischio.

Se MHD sembrava voler consolidare le fondamenta artistiche del suo autore, 19 comincia a costruire il palazzo della sua carriera. Il suo rap è sempre caratterizzato da una certa veemenza ma si fa più pacato e arrotondato, soprattutto nei ritornelli. "Encore", il pezzo che apre l'album, è un manifesto di quello che andrà a succedere per l'ora successiva: chitarre squillanti, percussioni da piede-che-batte, barre sull'importanza della famiglia e del gruppo, proclami pieni di gioia ed orgoglio, un'idea musicale che ripudia i confini.

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"De Marseille à Paname tout le monde nous reconnait", canta MHD, assicurandosi che il contenuto del suo album confermi le sue parole. Le note di 19 sembrano provenire da angoli diversi del mondo, riflesse nello specchio dell'identità ibrida di un ragazzo di seconda generazione. "Bébé", con il cantante R&B francese Dadju, è un brano dancehall zarro senza la zarria che permette alle componenti soffici del beat di brillare e prendersi le luci del palcoscenico; se fosse cantata in spagnolo "Bella", con il nigeriano WizKid, potrebbe idealmente funzionare più che bene nell'America Latina di Ozuna. "Senseless Ting", con l'inglese Stefflon Don, è un mezzo reggaeton a galla tra la Normandia e l'Hampshire.

C'è solo una "Afro Trap", all'interno di 19, la decima e presumibilmente ultima parte della serie. Si chiama "Moula Gang" e non ha niente da invidiare ai nove capitoli precedenti: un ritornello martellante, un ritmo da pogo e frasi pensate per essere gridate da una massa umana sudata ("Tout est dans la technique, Seleção, joueur du Brésil"; "C'est plus un rrain-te, c'est un royaume"). È un buon modo per chiudere il cerchio sul primo MHD e suggerire l'inizio del secondo, sempre meno legato alle consuetudini del rap, capace di costruire ponti più che di traghettare suoni da una parte all'altra del mare.

MHD si esibirà dal vivo in concerto a Milano il 21 novembre ai Magazzini Generali.

19 è uscito il 19 settembre per Universal.

Ascolta 19 su Spotify:

Tracklist: 1. Intro Mansa (feat. Salif Keita)
2. Encore
3. Rouler
4. Bravo
5. Le temps (feat. Orelsan)
6. Papalé
7. Fuego
8. Bébé (feat. Dadju)
9. Interlude Trap 2
10. Oh la la
11. Bella (feat. WizKid)
12. Afro Trap, Pt. 10 (Moula Gang)
13. Samedi dimanche
14. Feeling
15. Aleo (feat. Yemi Alade)
16. Porsche Panamera (feat. Koys)
17. Moussa
18. Senseless Ting (feat. Stefflon Don)
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