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Questo ragazzo ha ucciso cinque studenti a una festa pensando fossero lupi mannari

Si tratta della più grave strage che abbia mai avuto luogo nella città canadese di Calgary, in Alberta.
Foto via Canadian Press

Questa settimana ha preso il via il processo per la più grave strage che abbia mai avuto luogo nella città canadese di Calgary, in Alberta. L'imputato Matthew de Grood, 24 anni, avrebbe infatti ucciso cinque persone a coltellate il 15 aprile del 2014, durante una festa per celebrare la fine dell'anno scolastico, perché "il figlio di Dio mi stava controllando."

Il ragazzo si è dichiarato 'non colpevole' per l'omicidio di primo grado di Lawrence Hong, 27 anni, Joshua Hunter, 23, Jordan Segura, 22, Kaitlin Perras, 23 e Zackariah Rathwell, 21, tutti studenti della University of Calgary — tranne Perras, che frequentava la Mount Royal University, e Rathwell che studiava presso l'Alberta College of Art and Design.

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Secondo quanto riportato dal Canadian Press, nella deposizione letta lunedì scorso dal pubblico ministero Neil Wiberg sarebbero contenute le domande fatte a de Grood dagli ufficiali di polizia: da queste, si apprende che il ragazzo, studente della University of Calgary e figlio di un poliziotto della città, si sarebbe difeso dicendo che "quello che ho fatto sembrerà pure atroce, ma [ho dovuto farlo perché] stavo uccidendo delle Medusa e dei lupi mannari" — aggiungendo di aver tentato di essere misericordioso, negli accoltellamenti.

"Cercavo di colpirli al cuore. Opponevano resistenza, era difficile — nel senso, non era una cosa sadica."

La notte degli omicidi, de Grood era di turno presso il supermercato Safeway. Un suo amico, Daniel Butler, citato nella deposizione, avrebbe invitato de Grood a una festa nel quartiere di Brentwood. Ma De Grood avrebbe risposto in maniera strana, dicendo che l'apocalisse sarebbe arrivata a mezzanotte. Più tardi, sempre secondo la deposizione, avrebbe distrutto il cellulare con un'ascia dopo averlo incendiato.

De Grood ha riferito di aver preso il coltello da chef da 21 centimetri con cui ha attaccato Rathwell dalla cucina, dopo aver litigato sul Buddhismo. "Poi le persone sul divano l'hanno visto, e ovviamente hanno cominciato ad andare nel panico. Le ho uccise tutte, da sinistra a destra, più veloce che potevo," avrebbe detto alla polizia.

"La ragazza è scappata in un angolo, così sono andato ad accoltellarla. Le ho detto 'Mi dispiace, devo farlo.' Il ragazzo della cucina non era morto. Ho dovuto inseguirlo. Poi me ne sono andato."

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I testimoni che si trovavano lì vicino alla casa dopo l'una di notte hanno visto de Grood correre dietro a Hunter, che è poi stramazzato al suolo. De Grood, con le mani ricoperte di sangue, avrebbe allora buttato il coltello a terra, per poi fuggire. Segura, Rathwell e Hong erano già stati uccisi, mentre Perras veniva ferito a morte.

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Quando i poliziotti hanno raggiunto de Grood, lo hanno trovato ricoperto da spicchi d'aglio, che secondo lui dovevano "tenere lontani gli zombie." Quella stessa notte, secondo la CBC, avrebbe aggiunto di essere un alieno.

Il padre di de Grood, l'ispettore della polizia di Calgary Doug de Grood, era molto preoccupato per la salute mentale del figlio nei giorni precedenti agli omicidi, così come anche almeno un amico del ragazzo. In tribunale, è stato riferito che de Grood avrebbe postato diversi status su Facebook riferendosi all'uccisione di vampiri e alla reincarnazione.

Con l'inizio del processo, Gregg Perras, padre di una delle vittime, ha letto un comunicato ai giornalisti: "È impossibile comprendere l'angoscia e il dolore che abbiamo provato negli ultimi due anni. Soltanto chi ha subito una grave perdita può capire."


Articolo apparso originariamente su VICE

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