I 30 dischi italiani del 2016

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Musica

I 30 dischi italiani del 2016

In giro ci sono troppe classifiche sbagliate quindi abbiamo deciso di stilare quella giusta.

Ok, le classifiche di fine anno sono sempre sbagliate, in particolare quelle stilate da persone che non sono te stesso. Per molto tempo siamo stati in dubbio se condividere o meno la nostra visione di questo 2016 musicale in Italia, ma alla fine ci siamo guardati in giro e raramente condividevamo le liste pubblicate altrove, anzi, mai, quindi al posto di stare qui a lamentarci in silenzio abbiamo preferito dire la nostra, anche solo per fare il punto della situazione. Di conseguenza abbiamo raccolto i trenta prodotti (LP, EP, whatever) che ci hanno fatto battere il cuore negli ultimi mesi. L'ordine della classifica è uscito da una votazione interna alla redazione "su modello Eurovision". Non chiedeteci come funziona perché probabilmente non l'ha capito nemmeno chi l'ha proposto. Ma bando alle ciance, eccoci.

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30. Dropp - Patterns (White Forest)

Un disco che si è fatto attendere e che allo stesso tempo ha la capacità innata di comprimere i vostri sentimenti con la stessa facilità con cui comprime le sue parti cantate. In generale è un ottimo modo per imparare ad accettare qualsiasi tipo di contaminazione pop senza troppi rimpianti e senza superare le Alpi. ASCOLTA: https://whiteforestrecords.ban…

29. Dave Saved – Energydream (Gang Of Ducks)

Ai tempi di recensire questo disco, il paragone che si era trovato opportuno usare per descriverne le linee guida era "Andy Stott per mano con Stargate in riva a un mare di silicio". E non siamo lontani dal descrivere il motivo per cui Davide Salvati rappresenta una transizione perfetta, una coesione del mondo spiritico e subacqueo di Stott e degli arpeggi sognanti post-trance di Senni. L'aria che si respira, d'altronde, è questa, e Davide sa metabolizzare e rendere proprio lo spirito di cui sono intrisi i lavori più interessanti dell'ultimo periodo, aggiungendo un tassello al cyber-mosaico.

28. Khompa - The Shape of Drums to Come (Monotreme)

Vi piacciono le batterie, sì? Anche a Davide Compagnoni. Questo disco nasce come l'esperimento di un nerd (keywords: Ableton, cavi, computer, lucine, elettricità) e un sabato sera su di giri. Mi raccomando, non ascoltatelo in macchina. Se lo state già ascoltando in macchine fermatevi e andate a piedi perché vuol dire che non vi è ancora scesa da ieri sera.

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27. Holiday Inn ‎– White Man (NO=FI Recordings)

Bastano un EP, uno split e una bella serie di concerti per portare gli Holiday Inn al livello di leggende nella scena italiana. Sai cosa aspettarti, il ringhio nichilista di Gabor che si mescola all'organo distorto di Bob Junior supportato da drum machine ultraminimali, ma non puoi fare a meno di spaventarti quando la puntina si abbassa. ASCOLTA: https://nofirecordings.bandcam…

26. Noumeno - The Phantom (Haunter)

Se non si è parlato mai di Haunter Records su queste pagine è stato solo per evitare conflitti di interessi, non certo perché la label milanese non meritasse una menzione tra chi, in Italia, al momento, sta contribuendo per costruire una nuova identità all'underground. Identità che passa per la coesione e la coerenza di chi gira attorno ad Haunter e contribuisce ad arricchirne costantemente l'immaginario. A partire dal lato grafico fino all'organizzazione di eventi, passando per le ricerche sonore individuali e particolarissime di ogni artista del roster, la creazione di una collettività costruttiva che passi per la distruzione programmatica di ogni struttura precostituita è il marchio di fabbrica Haunter. Il lavoro di Noumeno in questo senso ne è esemplificativo: una desolazione nera, popolata di bassi fantasma, echi industriali e pugnalate sintetiche, che ricostruisce un paesaggio sonoro a partire dalle bombe atomiche che l'hanno devastato.

ASCOLTA: https://haunterrecords.bandcam…

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25. PANORAM - A Doom With A View (Origin Peoples)

Probabilmente questo è l'album italiano che riassume meglio la sensazione di trovarsi nel 2016, completamente frammentati, spezzati, isolati nella nostra percezione di una transizione verso una nuova era del genere umano che fa spavento per quanta distopia si porta appresso. Come in un racconto di Casares, il ricordo della vita vera è legato al loop impresso sul nastro magnetico, e noi la stiamo a sentire da un punto non meglio precisato della realtà post-atomica.

24. IOKOI - Liquefy (Ous)

Ci sono creature, su questa Terra, in grado di sfiorare la realtà circostante con la leggerezza di un soffio. Alcune di queste creature riescono a cogliere una complessità profonda e sostanziale che solo una sensibilità pura può intuire. IOKOI traduce questa sensibilità in musica, e il suo Liquefy si muove come un fluido tra i mille piani del virtuale, del reale, del corpo espanso e del cervello cibernetico e fluisce in una pozione performativa, "perch'io in te e tu in me sei trasformato".  ASCOLTA: https://ousooo.bandcamp.com/al…

23. CLAUDIO ROCCHETTI - Memoria Istruttiva (Tannen)

Se c'è una cosa di cui tutti abbiamo bisogno, dopo il 2016, è imparare a trovare il lato positivo nella tragedia—e Memoria Istruttiva ce lo insegna. Partendo dal naufragio ritratto in copertina, l'album di Claudio Rocchetti esplora la stimolazione percettiva e sensoriale del perdersi e dell'essere perduti, in un collage sonoro di archi, field recordings, voci spettrali con il risultato di creare un'ambient inaspettatamente curativa, e, naturalmente, istruttiva.

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22.VON TESLA - Secure Digital (Enklav)

Gioco musicale: ogni volta che qualche decerebrato litiga sullo stato dell'arte parlando dei Talent Show, ficcatevi gli auricolari più in fondo che potete nei timpani e sparate a mille l'ennesima trapanata elettronica di Von Tesla, una delle risposte più immediate alla domanda "come se la cava l'underground nel 2016?" ASCOLTA: https://enklav.bandcamp.com/al…

21. NIAGARA - Hyperocean (Monotreme)

Sono abbastanza convinta che se un paio dei Beatles fossero nati qualche decennio più tardi e avessero avuto tra le mani macchinari elettronici anziché bassi-viola e chitarre, sarebbe venuto fuori qualcosa di molto simile ai risultati zarro-psichedelici dei qui presenti Niagara, trasferitisi in un Pianeta lontano proprio per evitare che interferenze spazio-temporali impediscano loro effettivamente di diventare i nuovi Beatles.

20. Valerio Tricoli – Clonic Earth (PAN)

Clonic Earth è un album teso ed elementale, un collage sonoro assemblato con cura artigiana, un piccolo gioiello di acusmatica. Nasce da braci che scoppiettano e cerca, con metaforiche mani incerte, la calma di un fuoco purificatore.

19. Alfio Antico - Antico (LUP SAS)

Antico è un disco che potrebbe benissimo essere considerato parte del filone Italian Occult Psychedelia, se solo non fosse che Alfio probabilmente neanche sa della sua esistenza. Ha solo tirato fuori l'anima più arcaica della sua terra, e l'ha messa in musica.

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18. EVEREST MAGMA - Gnosis (Boring Machines)

Tra i dischi viaggioni di quest'anno, il secondo album di Everest Magma è un'esplorazione tra le più intense. Il labirinto è costellato di suggestioni in apparente contrasto tra loro, voci e sample costruiscono architetture che stanno tra hip hop, glitch e musica rituale. Le composizioni non si spingono su lunghezze epiche, preferendo spiazzare ed esplorare invece di cullare e ipnotizzare. Un disco che viene da Milano, ma con il passaporto di Betelgeuse.

17. METRO CROWD - S/T (Legno)

La versione vinilica del debutto dei Metro Crowd allunga la scaletta con tre canzoni in aggiunta a quelle della cassetta uscita a febbraio, e così proprio in coda al 2016 abbiamo il più potente sberlone post punk dell'anno. Schizofrenico, inquietante, sarcastico, a tratti marziale, l'album dei Metro Crowd è l'equivalente uditivo di essere calpestati da una folla di fedeli durante il Giubileo.

16. Luche – Malammore (Universal)

In uno degli anni più stimolanti per il rap napoletano da tanto tempo a questa parte, Luche ha pubblicato il suo lavoro più completo. Malammore è un album imperturbabile e gelido sia nelle narrazioni che nei momenti più riflessivi, un affascinante collage partenopeo.

15. M¥SS KETA - L'ANGELO DAGLI OCCHIALI DA SERA: COL CUORE IN GOLA (Motel Forlanini)

Mentre il rap in Italia diventa sempre più simile a una caricatura, M¥SS KETA entra a bamba gamba tesa creando una narrazione parallela e assurda che spara oltre il concetto stesso di fiction per diventare leggenda. Quel suo mischione letale tra generi, sensi e nonsensi sta traghettando questo spettacolo di donna verso una carriera che speriamo la porti all'edizione 2018 di Sanremo Giovani.

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14. WOW - Millanta Tamanta (42 Records)

Ascoltare Millanta Tamanta è quasi come sentire un disco degli anni Sessanta mai pubblicato, una versione art-rock del Piper. Solo, senza sfiga cantautorale citazionista ma con un'effettiva cazzimma creativa.

13. Fricat - Fricatism (Fresh Yo!)

Questo disco vive in uno strano limbo di (parere personale) mancati riconoscimenti, ma se siete mai stati ad un live che vi ha fatto battere il cuore così forte da farvi schizzare il sangue dalle orecchie (più o meno, dai) allora qui ci sono almeno cinque banger che farebbero infuocare qualsiasi dancefloor, dalle tribù sciamane ai club fiorentini.

12. L.U.C.A. - I Semi del Futuro (Edizioni Mondo)

Nell'anno dell'improbabile affermazione musicale di John Carpenter, il nostro Francesco de Bellis se ne è uscito con un album così cinematografico che ti aspetteresti ci fosse una pellicola da cui è nato. E invece no, è solo la colonna sonora di un immaginato inizio di vita sulla terra.

11. OVO - Creatura (Dio Drone)

Come ci ha spiegato in un'intervista Bruno Dorella, questa Creatura nasce dall'Abisso del disco precedente ed è il risultato di un approccio ancora più sperimentale a quel rituale pagano che chiamiamo musica degli OvO. L'album ha le sue basi in loop e suoni sintetizzati in laboratorio, facendo incontrare metal estremo ed elettronica in un punto dove nonostante il freddo glaciale e gli spettri che si aggirano nell'aria ognuno è benvenuto, purché non abbia paura del diverso, né di essere diverso.

ASCOLTA https://diodrone.bandcamp.com/…

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10. Cacao - Astral (Brutture Moderne)

Cosa succede se due degli Actionmen si chiudono in casa con un sacco di droghe e strumenti? Succede che se ne escono con una sorta di versione più accessibile e spensierata dei Battles senza percussioni.

9. LIM - Comet (La Tempesta)

Sono passati quattro anni dall'ultimo album degli Iori's Eyes, Double Soul, e questo dovrebbe bastare a dare un'idea di come il percorso di Sofia, la persona dietro il progetto LIM, sia stato intenso e meticoloso. Allo stesso tempo abbiamo la certezza che questo disco, come una cometa, continuerà a viaggiare e tornare ancora per un po' di tempo.

8. BACKWORDS - Tre (OOH Sounds)

La cultura dei Sound System ha rappresentato il midollo spinale dell'Italia per qualche fortunato decennio, e ora sopravvive nel sangue di chi c'era, in questo caso Pardo Pauli (ex Casino Royale, ora socio di Andrea Mi nella label OOH Sounds, affiliata a Elastica Records, un altro caposaldo della bass culture italiana). La cosa più bella di questo progetto non è tanto l'eleganza con cui Backwords elabora una memoria compositiva che spazia dalla sintesi granulare alle macchine analogiche, dalle radici dub alle esplorazioni techno. No. La cosa più bella è vedere in questa ricerca un riflesso di quell'esperienza sociale, che rimane incastonata nei bassi e nelle linee quasi umane che le macchine di Pardo riescono a catturare.

7. HIS CLANCYNESS - Isolation Culture (Tannen/Maple Death)

Tra i protagonisti dell'anno con la sua etichetta Maple Death, Jonathan Clancy trova anche il modo di sfornare, dopo tre anni di pausa, il secondo album del suo progetto His Clancyness e non deludere, anzi, superare ogni aspettativa. Un album maturo, malinconico ma con un fuoco preciso e un messaggio importante, senza dimenticare l'importanza di danzare sulle ceneri mentre il mondo brucia, le cui canzoni sono talmente belle e orecchiabili che sembra difficile credere nella spontaneità che emanano, spontaneità però assolutamente reale.

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6. Not Waving - Animals (Diagonal)

Cosa dire di Not Waving che non ci abbia già detto lui? Probabilmente niente di rilevante, ma se non avete ancora trovato un senso a questo 2016 è probabile che sia nascosto tra i sample di questo disco, a metà tra Londra e l'Abruzzo. O almeno potete fare finta che sia così.

5. Dark Polo Gang - Crack Musica

La Dark Polo Gang ha stravolto il 2016, proprio come Trump, Brexit, Virginia Raggi e tutte quelle altre cose orrende di cui non verrei nemmeno a conoscenza se non decideste di sbattermele in faccia ogni mattina quando apro Facebook per vedere qualche animale carino. Tra i loro mixtape questo è ovviamente il più significativo e dove gli altri si sono limitati a fare la trap la Gang ha deciso di costruire un mito, egocentrico e inconcludente.

4. HDADD - Sense of Wonder (Queenspectra)

Quando ci si trova davanti un disco così, il consiglio è quello di tentare in tutti i modi di raggiungere uno stato di privazione sensoriale, che ne so, chiudersi in stanza, spegnere la luce, guardare un punto indefinito verso il centro degli occhi tenendo le palpebre serrate e lasciare che la narrazione sonora di HDADD faccia tutto il resto. Buon viaggio.  ASCOLTA: https://queenspectra.bandcamp….

3. Rkomi - Dasein Sollen EP (Thaurus)

Mentre tutti trappano, Rkomi racconta. Non c'è spazio alla boria fine a se stessa, nei pezzi di Dasein Sollen, più impegnati a sviscerare la sua incontrollabile incredulità riguardo alla vita che gli è capitato di vivere.

2. Lorenzo Senni - Persona (Warp)

Senni gioca con suoni bistrattati dalle élite; rifugge i drop a tutti i costi, ricrea la trance rendendola meno accessibile alle masse ma più cullante e meditativa. E Warp se n'è accorta, mettendolo sotto contratto giusto in tempo per questa bomba di EP.

1. KRANO - Requiescat In Plavem (Maple Death)

Nel premio Tenco del nostro cuore c'è posto solo per Krano, non solo perché non xe busiero, ma perché un disco così intimo ma anche divertente, lo-fi ma anche ricco di arrangiamenti elaborati, oltre a dei testi in suggestivo dialetto veneto della Valdobbiadene biascicati con alito di prosecco e graspa, non lo si trova da nessun'altra parte, e se dobbiamo scegliere un ambasciatore italiano all'ONU del folk blues garage, be', Krano è tra i candidati migliori.

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