Il Sónar, più che un festival, è una specie di parco di divertimenti per adulti, con tanto di autoscontri e giochi panoramici dedicati agli eroi che reggono gli alcolici e gli urti contemporaneamente. Il clima catalano, a differenza di quanto succede col più sfortunato Primavera Sound, sembra adeguarsi a questa idea di festa totale e regala le prime giornate davvero godibili della stagione, e in più questa edizione, forse essendo la venticinquesima (auguri raga) è stata, se possibile, più ricca e sfavillante del solito.
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Per chi come me vive a Barcellona l'ultimo anno non è stato per niente leggero, avevamo davvero bisogno di distrarci. Mi perdonerete, quindi, se questo non sarà un vero e proprio report dettagliato di tutto quanto di buono c’è stato in questi intensissimi quattro giorni, ma la mia dedizione al divertimento non poteva andare di pari passo con una concentrazione elevatissima.Tuttavia dovevo fare il mio dovere, e così per non perdermi via in tutto questo divertimento ho deciso di concentrare i miei sforzi per raccontare una parte del Festival che quest’anno è stata fondamentale: la quota rosa. Da qualche anno collettivi come Discwoman o Female Pressure hanno contribuito a mettere un’attenzione speciale su questo argomento, e fortunatamente il Sónar è un festival reattivo, tanto che gli act più incredibili del Sónar 2018 sono state artiste donne o non-binary (quindi purtroppo Liberato non è tra questi, con buona pace dell’autotune).Grazie al lungo pomeriggio curato da Diplo ci siamo teletrasportati in Nigeria con Mr. Eazi, in Sudafrica con i Destruction Boys e in Uganda con Kampire. La mia attenzione è andata tutta su Kampire, DJ del collettivo Nyege Nyege, e sul suo set durante il quale era impossibile stare fermi, nonostante il sole devastante che baciava il colorato pubblico del Sónar. Sì, c’erano delle zone coperte quindi per evitare un’insolazione si poteva benissimo ballare all’ombra, ma come fai a rinunciare a stare lì davanti a una delle più talentuose DJ africane? Come fai a non volerle dimostrare amore con tutto il tuo corpo e la tua anima? Impossibile. L’effetto immediato del suo set, oltre a un rush di dopamina che, giuro, era dovuto unicamente alla sua spumeggianza musicale, è stato che per i giorni successivi ci siamo dati da fare per capire come fare a raggiungerla anche in Uganda, in particolare al festival Nyege Nyege, che ha una line-up incredibile (tra gli italiani segnaliamo STILL aka Simone Trabucchi, che sarà lì per qualche tempo per una residenza artistica di cui non vediamo l’ora di ascoltare i frutti).
KAMPIRE
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OKLOU
YAEJI
ROSALIA
SOPHIE
L’unica cosa che si può aggiungere è che lo show con cui sta girando (tra l’altro mentre lavora al prossimo album di Lady Gaga - SCOOP) è forse la cosa più devastante e meravigliosa che il mio cervello abbia dovuto elaborare in tutti questi anni di relazione con la musica elettronica. Sul palco lei arriva in completino minimo di lattice, fisico statuario, insieme a due ballerine che sostanzialmente la trasportano e le fanno da controcanto materiale, e da una vocalist in stile dance anni Novanta che per qualche assurdo motivo riesce a legarsi alla perfezione con questa estetica post-tutto con cui SOPHIE metabolizza e risputa fuori dalla realtà. Lo show si è aperto con lei che nasce da una nuvola di plastica e si è chiuso con un synth distrutto sul palco. Brian Eno si sarebbe commosso.Leggi anche:Segui Noisey su Instagram e su Facebook.