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Musica

"Non c'è pace per le orecchie", il twist secondo l'Istituto Luce

In questi video dell'Istituto Luce un semplice ballo come il twist era considerato "una barbarie da proibire", pericolosa per il corpo, la mente e la società.

Benvenuti a un nuovo episodio di "video musicali pazzi e indicizzati male tratti dagli archivi dell'Istituto Luce", la rubrica che vi mostra quei ribelli dei vostri nonni mentre venivano perculati e sminuiti dai loro bisnonni. Abbiamo cominciato con la musica sommersa a Santa Margherita Ligure e proseguito con un'analisi di quel cancro della società che era il rock and roll. Oggi parliamo del twist, cioè il ballo che scandalizzò l'Italia ben cinquant'anni prima del twerking e del sandungueo.

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NON C'È PACE PER LE ORECCHIE

Siamo nel 1961 e il twist, partendo dalle anglofone lande barbare, ha ormai posseduto un'intera generazione di giovani italiani. "Agli urlatori nostrani si aggiunge ora un urlatore made in USA: Vince Taylor", dice la voce narrante con tono leggermente preoccupato presentando il tour europeo del suddetto. Peccato che il povero Vince fosse inglese e non americano, e quattro anni dopo questo video si sarebbe unito a un culto religioso in cerca di salvezza dalle droghe e dall'alcool che lo stavano mangiando da dentro. Ma concentriamoci su questo video, quando ancora Vince era felice e convinto che questa cosa del rock and roll gli avrebbe portato fortuna e bellezza. Vince "è venuto in Europa per presentare la nouvelle vague dell'epilessia in Fa Diesis, ed è stato accolto ovunque come un messia della canzone urlata": peccato che l'opinione dell'Istituto INCOM, produttore dei cinegiornali che vedete in questo articolo, abbia "piuttosto l'aria e l'aspetto di un cascherino licenziato di fresco".

Dopo una breve ricerca che mi permette di comunicarvi che il cascherino è "il garzone del fornaio che porta con la cesta il pane a domicilio", posso concludere sottolineando l'amara ironia che permea la voce narrante che chiude il filmato: "Avete avuto l'onore di vedere il twist, l'ultimo ballo alla moda". Così, come fosse una tecktonik qualsiasi.

DOCCIA FREDDA SUL TWIST

Dato che mostrare il twist in tutta la sua dissolutezza non sembra dare risultati, le autorità culturali si sentono in dovere di correre ai ripari. Quindi, nel freddo febbraio del 1962, qualcuno pensa bene di produrre il video qua sopra, che parte da una terribile, terribile domanda:

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"Ma questo rito di origine negra fa bene o fa male ai suoi adepti?"

Come fare a rispondere se non interpellando "un noto studioso fiorentino", che procede a snocciolare tutti i modi in cui il twist ("ballo infernale") può rovinarvi le articolazioni? "Una barbarie da proibire!", sbotta l'amico alla fine, per poi mettersi al pianoforte mostrando "le sue composizioni", cioè dei fogli con sopra scritte cose tipo "ernia twist", "artrosi twist" e "menisco twist", in un'ultimo incredibile gesto tra provocazione, ironia e totale idiozia.

EL CRI-CRI, BALLO AL FULMICOTONE

Il malanno dei balli si presenta sotto molte forme, proprio come il demonio. Una di queste, secondo l'Istituto INCOM, è "el cri-cri", un ballo piemontese in cui si muovono le anche come fossero un pendolo e ci si incontra culo contro culo. Il narratore ci presenta in una sola magistrale frase il suo creatore e le sue conseguenze:

"Il maestro Franco Estelle ha garantito che, dopo l'hula-hoop, è il metodo più sicuro per conquistare una coppa e un'embolia cerebrale".

Dopo i ballerini professionisti, è il turno del pubblico di cimentarsi nel cri-cri:

"Tutto è semplice! Basta vincere la ritrosia e strangolare il senso del ridicolo."

Ora che abbiamo brutalmente assassinato il pubblico decoro possiamo finalmente abbandonare il nostro buon senso al cri-cri, "specie di tarlo roditore delle facoltà cerebrali". Il video si conclude con la pellicola che si blocca, come se si rifiutasse di continuare a mostrare a occhi innocenti lo scempio di quell'orrido ballo.

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ADDIO AL TWIST

È il 1963 e l'Istituto INCOM sprizza di gioia da tutti i pori: "Il twist agonizza!", proclama tronfia la voce narrante. A uccidere la bestia sono stati "i ragazzi e le ragazze parigini", che hanno scelto un nuovo ballo per far passare le loro notti brave: il surf. Il narratore sembra descriverne le caratteristiche come fosse una cosa normale, spiegando che è adatto a essere ballato anche in spazi ristretti e angusti. Finalmente un segno di apertura mentale da parte dei media nei confronti della cultura giovanile! Si apre una nuova era fatta di speriment….

"Sì, c'è anche un martello. Serve forse per darlo in testa a chi ha ideato il surf!"

No, scusate. Come non detto.

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