Musica

Ma quindi che cacchio è successo a Taylor Swift?​

C’entrano dei contratti molto complicati e milioni di dollari, ma anche Kanye West e Justin Bieber.
Giacomo Stefanini
Milan, IT
Taylor_Swift_2_-_2019_by_Glenn_Francis
Foto: © Glenn Francis, www.PacificProDigital.comC.C. BY-SA 4.0

Ieri improvvisamente internet è tornato a sibilare come un cesto di vipere il nome di Taylor Ssswift, la popstar che sono anni che divide il pubblico tra chi la trova una vittima e chi una carnefice. La storia di questi giorni è piuttosto complicata, e c'entra quel brutto affare del music business che signora mia non mi faccia parlare è pieno di vampiri.

Tutto è iniziato con un post su Tumblr scritto da Taylor in persona. La sintesi è scritta sopra uno screenshot dall'Instagram di Justin Bieber, un post (con didascalia "Taylor Swift what up") in cui compaiono Bieber, Kanye e il loro manager Scooter Braun. Quest'ultimo è cerchiato di rosso e indicato con una freccia: "Questo è Scooter Braun", dice la scritta all'altro estremo della freccia. "Qui mi sta bullizzando su internet mentre mi trovavo nel mio punto più basso. Tra poco sarà il proprietario di tutta la musica che ho mai prodotto".

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Per capire quello che è successo bisogna tornare a quando Taylor aveva 15 anni e si trovava all'inizio della sua carriera. A quel punto, prima di pubblicare il suo primo album, firmò un contratto con la Big Machine Records di Scott Borchetta che lasciava alla casa discografica la proprietà dei master. Il contratto è rimasto in vigore fino all'ultimo album Reputation, in seguito al quale la cantante ha lasciato Big Machine e ha firmato per Universal Music Group, che le ha garantito la proprietà dei suoi master.

Se il paragrafo precedente non è chiaro, forse vi può essere utile capire meglio il significato di alcune parole chiave: il master è la registrazione originale di una canzone o di un album. La copia zero, insomma, da cui derivano tutte le altre. La differenza fondamentale è quella con la composizione, la musica in sé, che di solito resta sempre di proprietà dell'artista. A quel punto, quindi, se si vuole pubblicare la ristampa di un album, o acquistare la licenza di un brano da usare in un film o in una pubblicità, servirà la firma del proprietario della musica (l'artista) e dei master (nel caso di Swift, Big Machine). È la classica situazione per cui tutto va bene finché le cose vanno bene, ma metti caso che le cose non vanno bene?

Prima che Taylor Swift lasciasse Big Machine nel 2018, alla richiesta dell'artista di ottenere la proprietà dei propri master, Borchetta le ha offerto di recuperarla "un album alla volta, uno per ogni nuovo album che avrei consegnato alla label", scrive Swift su Tumblr. "Me ne sono andata perché sapevo che, se avessi firmato il contratto, Scott avrebbe venduto l'etichetta, vendendo così anche me e il mio futuro". E infatti Scott l'etichetta l'ha venduta. Per la precisione, l'ha venduta a una holding gigantesca di nome Ithaca, di proprietà di Scooter Braun, quel tizio della foto, che Taylor accusa di "bullismo manipolatorio" e di aver tentato di distruggere la sua carriera.

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Scooter Braun è appunto il manager di Kanye West e Justin Bieber, con i quali Taylor ha una leggendaria faida in corso ormai da un decennio, tra vari colpi di scena: Kanye che la prende in giro nel suo singolo "Famous", Taylor che si indigna, Kim Kardashian che diffonde la registrazione di una telefonata in cui Taylor dice di approvare il verso su di lei ("I made that bitch famous"), Taylor che accusa Kim di diffamazione, il video di "Famous" che la rappresenta nuda (e che Taylor, nella sua lettera aperta di ieri, chiama senza mezzi termini "revenge porn").

Ora, tutta questa storia è drammatica. Taylor Swift ha firmato un contratto a 15 anni, sotto quel contratto ha inciso tutta la musica della sua scintillante carriera, e oggi vede i diritti di tutte quelle registrazioni venduti a un tizio che lei odia. E l'ha saputo dai giornali. Come ha scritto nella sua lettera aperta: "È la cosa peggiore che potesse capitarmi". Riguardo al suo ex-discografico Scott Borchetta, ha questo da dire: "Nemmeno nei miei incubi peggiori avrei immaginato che il compratore sarebbe stato Scooter. Ogni volta che Scott Borchetta ha sentito le parole ‘Scooter Braun’ dalla mia bocca, stavo piangendo o trattenendo le lacrime".

Borchetta ha risposto con una smentita categorica: in una lettera aperta pubblicata sul sito di Big Machine intitolata "Allora, è il momento di dire la verità…", Borchetta ha pubblicato la proposta di contratto rifiutata da Swift (in cui non si parla del meccanismo "un album alla volta", ma più, per usare le sue parole, di "un nuovo tipo di accordo per il mondo dello streaming non necessariamente legato agli 'album' ma più a un periodo di tempo"), ha sostenuto di aver avvisato il padre di Taylor (azionista di Big Machine) in tempo per votare all'assemblea dei soci e diffuso anche il messaggio scritto da lui a lei per informarla in anticipo della vendita.

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Nella lettera, inoltre, Borchetta si impegna per conto suo (che resta CEO della casa discografica nonostante la nuova proprietà) e per conto di Braun a rimanere degli "onesti custodi" delle sue opere. Il tono distaccato, professionale e quasi paternalistico della risposta di Borchetta puzza quasi di gaslighting, ovvero l'atteggiamento sessista tenuto da molti uomini in molte circostanze per cui le donne vengono messe in cattiva luce per il loro supposto comportamento "emotivo" e "irrazionale". È anche vero però che, se le cose da lui affermate dovessero essere confermate, il post su Tumblr di Taylor Swift sarebbe stato come minimo esagerato, o addirittura in malafede.

Anche Justin Bieber si è espresso sulla questione con un post su Instagram, che inizia chiedendo scusa alla cantante per le prese in giro del 2016, ma che conclude accusandola di star tentando di aizzare i propri fan contro Braun che "ti ha sempre guardato le spalle fin dai tempi in cui mi permettevi gentilmente di aprire i tuoi concerti". Secondo Justin, prima di lavare i panni sporchi in pubblico, Taylor avrebbe dovuto contattare lui e Scooter di persona, e avrebbe scoperto che "né Scooter né io abbiamo nulla di negativo da dire su di te, ti auguriamo davvero il meglio".

Resta il fatto che Taylor rimane proprietaria della musica che ha scritto, e per quanto riguarda le registrazioni, considerato che si parla di album capaci di incassi da far impallidire il PIL di una nazione, siamo sicuri che Ithaca, Big Machine, UMG e il team di Swift troveranno un accordo. Nel frattempo, grazie a questa storia, intravedo un luminoso spiraglio di marketing per il prossimo album di Taylor, Lover, in uscita il 23 agosto: sarà il primo vero album della nuova Taylor Swift! *emoji testa che esplode*

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