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Musica

Recensione: Giuni Russo - Armstrong

Sul fondo del barile si possono trovare anche delle perle, alle volte.

A cadenza annuale, ariecco l'ennesimo nuovo disco di inediti di Giuni Russo, compilato dal suo braccio destro Maria Antonietta Sisini. Stavolta ci si concentra su otto pezzi risalenti al 1980, fino a ora girati in maniera clandestina fra gli appassionati, che vengono rimaneggiati per l'occasione di modo da dargli quella patina "retrò" che potrebbe spedirli in classifica.

Sovente queste operazioni sono rovinate dallo stridere della produzione moderna che, nonostante l'impegno, non rende giustizia alla grandissima interprete che era Giuni, capace di emozionare anche cantando le istruzioni di un bagnoschiuma. Tanto che forse non aveva bisogno, diciamolo, neanche di un gruppo dietro. Fortunatamente, nel secondo dei due CD di questa pubblicazione troviamo anche le versioni demo (solo voce e chitarra acustica) delle stesse canzoni: qui possiamo finalmente godere della Giuni che ci piace, senza fronzoli e senza rete.

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Ci chiediamo quanto durerà questo raschiare nel fondo del barile, se ci saranno in futuro altri inediti degni d'attenzione e, soprattutto, se c'è davvero bisogno di una cosa del genere. Poi però ascoltiamo la voce di Giuni e ogni dubbio scompare; ne siamo attratti come api al miele.

Armstrong è uscito l'8 settembre per GiuniRussoArte.

Ascolta Armstrong:

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