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Musica

Elettra Lamborghini deve diventare un'icona pop italiana

"Mala" di Elettra Lamborghini mi ha convinta ancora di più che la leggerezza renderà il mondo un posto migliore.
Martina Lodi
Milan, IT

Venerdì a mezzanotte è stato pubblicato "Mala", il secondo singolo di Elettra Lamborghini dopo "Pem Pem", che è stato pompatissimo per tutta l'estate nonostante fosse uscito a febbraio. Mi è capitato di sentirlo praticamente in tutti i locali così come dal dentista, e confesso peraltro di averci twerkato ignobilmente.

Mi sono vergognata di apprezzare "Pem Pem" per un sacco di tempo: non capivo perché che mi piacesse un pezzo reggaeton, visto che io il reggaeton lo odio da quando in quarta ginnasio mi sono iscritta a zumba, e che stavo vivendo un periodo della mia vita terribilmente malinconico, in cui non facevo altro che ascoltare Chet Baker a ripetizione sull’orlo delle lacrime. Ascoltare un pezzo dancehall, che a livello semantico è praticamente vuoto - il fulcro è la ripetizione ossessiva di “quiere hacer pem pem perepem pem pem” - è stato liberatorio.

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Dopo aver anticipato che sarebbe presto stata fuori con un pezzo nuovo postando su Instagram la copertina del singolo - cioè *emoticon della pesca* con polsi ammanettati - tre giorni fa Elettra aveva anche annunciato di essere entrata in BHMG, l’etichetta di Sfera Ebbasta e Charlie Charles a cui si è da poco unito anche Guè Pequeno. Per “Mala” c’era quindi parecchio hype, da me del tutto condiviso, e stando a quanto son riuscita a leggere fra Twitter e Instagram a un sacco di fan è piaciuta parecchio.

Elettra mi fa spaccare - una volta a Super Shore ha schiaffeggiato una concorrente che aveva insinuato si fosse rifatta il sedere - e la sua prima canzone mi era piaciuta: avrei disperatamente voluto che “Mala” mi piacesse. E nonostante sia un singolo più debole di "Pem Pem", un po' troppo ripetitivo, devo dire che mi piace. Ho provato a pensare a come argomentare di più ma la realtà è che non c'è davvero nulla da dire: semplicemente, "Pem perepem pempem" mi fa più ridere e mi gasa di più di "Mala mala mala mala".

Siccome non parlo spagnolo mi limiterò a un approssimativo riassunto del testo. C’è Elettra che, come ogni buona ragazza di ottima famiglia, rivendica di essere una cattiva ragazza (s’intuiva facile dal titolo) ripetendo "mala mala mala" per tipo cinquanta volte. Tra le altre cose, dice che le sempre è piaciuta "la strada", che le piace bere rosè e fare serata, e ci infila anche un mezzo coming out come bisessuale (me gusta tu novia y también quiero besarla). Elettra aveva infatti già detto di essere bi in Super Shore: non che questo la renda un'icona queer, ma neanche mi sembra che feticizzi il lesbismo come Katy Perry in "I Kissed A Girl". Potrebbe benissimo trattarsi semplicemente di una bisessuale che dice "mi farei te e anche la tua ragazza".

In Italia c'è bisogno di una nuova, scintillante icona pop in grado di cogliere quella che secondo me è una grande verità: che la musica pop oltre che divertente è incredibilmente galvanizzante, e che la leggerezza può rendere il mondo un posto migliore. Non so dire se la leggerezza sarà in grado di salvare il mondo, ma so per certo che in un mondo senza musica, ogni tipo di musica, anche quella che non vuole dire nulla ma vuole solo intrattenere, io non vorrei viverci per niente. Praticamente è la trama di Footloose, nel quale in una piccola città degli Stati Uniti ballare e ascoltare musica vengono proibiti e i giovani si trovano a organizzare una sorta di resistenza clandestina fondata sul rock’n’roll. Ecco, lasciamo che la musica pop sia la nostra resistenza - spirituale, perlomeno - al brutto che avanza. Elettra potrebbe essere il volto di questo diverso approccio al pop in Italia, da anni appiattito su testi malinconici e nostalgici. E se tra l'altro spingesse sulla bisessualità potrebbe guadagnarsi il monopolio di tutti i club, da quelli più tamarri ai gay club. Questo è il futuro che ci meritiamo e che dovremmo pretendere. Martina è su Instagram e Twitter. Segui Noisey su Instagram e Facebook.