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Musica

Otto canzoni che suonano da dio anche a 33 giri

Con fenomeni paranormali tipo Dolly Parton che si trasforma in Roy Orbison e i Blue Oyster Cult che viaggiano nel tempo fino agli anni Novanta.

"Jolene" di Dolly Parton suonata a 33 giri è ormai un grande classico di internet. All'inizio sembra un po' una gag, ma a un ascolto attento rivela degli elementi speciali che nell'originale non si sentono altrettanto bene, come il lavoro di chitarra e di basso. E poi la voce da soprano di Dolly si trasforma in un baritono degno di Roy Orbison o Tracy Chapman.

E poi, naturalmente, c'è il testo, reso più chiaro dall'abbassamento di pitch: "Lui parla di te nel sonno, e io non riesco a smettere di piangere quando chiama il tuo nome".

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Dolly, ti prego. Ci ammazzi così.

Dolly non è l'unica cantante country ad avere un suono tra l'affascinante e l'inquietante quando la si ascolta rallentata. Prendiamo la b-side del 1961 di Wanda Jackson "Funnel of Love" che, rallentata, si trasforma in una scricchiolante, profonda e bellissima melodia.

Ma naturalmente non sono soltanto gli artisti country a detenere il monopolio del fascino a 33 giri. Ecco una selezione di canzoni che suonano altrettanto bene rallentate.

I primi 30 secondi di "Psycho Killer" dei Talking Heads

La voce di David Byrne non fa una fine bellissima, ma l'intro di questo grande classico fine anni Settanta resta una bomba totale. Ci sorprende che nessuno l'abbia ancora campionato.

Hall and Oates - "I Can't Go For That"

Un inno yacht rock del 1981 che grazie al sax rallentato diventa ancora più rilassante.

Stevie Wonder - "Superstitious"

"Signore e signori, diamo il benvenuto a Stevie 'Isaac Hayes' Wonder!"

Napalm Death - "Mentally Murdered"

Quando i re del grindcore inglese Napalm Death pubblicarono il loro EP Mentally Murdered nel 1989 probabilmente non si aspettavano che la traccia omonima sarebbe stata caricata su YouTube a 33 giri. La cosa divertente è che rimane comunque un pezzo decisamente veloce, e la voce death metal di Barney Greenway risulta ancora più allucinante.

Blue Oyster Cult - "Don't Fear the Reaper"

Anche il campanaccio suona da dio quando ti dimentichi di cambiare la velocità del giradischi, e questo capolavoro hard rock di fine anni Sessanta si trasforma prontamente in un pigro inno slacker con fenomenali melodie anni Novanta.

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David Bowie - "Fame"

Vedete se riuscite a camminare in una linea diritta mentre ascoltate questa.

Altri potenziali capolavori:
Michael Jackson – "The Way You Make Me Feel"
Cyndi Lauper - "She Bop"
Devo - "Whip It"
The Breeders - "Cannon Ball"

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