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Vino alla zampa d'orso e al cobra: ecco come si brinda durante il capodanno in Vietnam

Nonostante la vendita di animali selvatici sia ufficialmente vietata, non è difficile trovare bevande fatte in casa che contengono una zampa di orso o persino un gibbone, un tipo di scimmia molto diffusa nel paese.
Pangolin scales are easily found for sale in Hanoi. (Photo by Mark Scialla)

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Dopo il tramonto a Danang, città costiera del Vietnam, si vende un particolarissimo 'vino' derivato dalla lavorazione di animali selvatici. E nei giorni del Capodanno Vietnamita - celebrato ufficialmente ieri - gli affari vanno a gonfie vele.

Per chi se lo può permettere, questo vino è un regalo molto gradito. Nonostante la vendita di animali selvatici sia ufficialmente vietata, non è difficile trovare bevande fatte in casa che contengono una zampa di orso o persino un gibbone, un tipo di scimmia molto diffusa nel paese.

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Sugli scaffali di un negozio molto frequentato in città troviamo bevande alcoliche a base di erbe, pesci, lucertole e feti di animali — soprattutto di capra e cavallo. Per gli intrugli più particolari, posti nei ripiani più alti degli scaffali, bisogna chiedere aiuto al personale.

Dalla vetrina del suo negozio situato nel centro di Da Nang, la terza città più popolata del Vietnam, il commesso esibisce le sue scorte speciali: un vasetto di vino riempito con un pangolino - una sorta di formichiere squamoso a forte rischio di estinzione - e un altro barattolo al cui interno si scorge un cobra reale, attorcigliato in posizione verticale. "La postura eretta è bellissima, specialmente se si tratta di un regalo," spiega il negoziante. "Avevo due confezioni di questo tipo. Ho venduto l'altra per 5 milioni di dong (200 euro)."

Screen grab da un video che mostra i peculiari liquori e vini in vendita a Da Nang.

In un paese dove lo stipendio mensile medio non supera i 130 euro, questi sono oggetti di lusso destinati ai ricchi e al nascente ceto medio. Esiste una credenza comune secondo cui questi vini avrebbero delle proprietà medicinali. In realtà, però, a far gola agli acquirenti è l'esclusività del prodotto.

"C'è un forte condizionamento sociale," spiega Madelon Willemsen, capo ufficio di TRAFFIC Vietnam, associazione che monitora il traffico degli animali selvatici. "L'opinione che i tuoi amici, i tuoi familiari e il tuo capo hanno nei tuoi confronti conta molto. Portare loro in dono qualcosa di raro che è considerato prezioso è molto importante."

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Dati che rivelino quanto il consumo di vino aumenti nel periodo del Capodanno Vietnamita, in lingua locale Tet, non sono disponibili. Ma chi si trova da queste parti dice che effettivamente è così. Il trend ha persino spinto il Partito Comunista del Vietnam, in vista del Tet del 2015, a condannare il consumo di animali selvatici.

"Gli uomini d'affari e i funzionari del governo sono i clienti principali," afferma Le Thi Trang, ricercatrice a GreenViet, un gruppo di attivisti che lottano per la conservazione dell'ambiente. "Li comprano in un'occasione speciale per regalarli ai loro capi o ai loro partner, e durante le festività del Tet organizzano eventi dove la carne di animali selvatici viene servita come auspicio per l'anno a venire."

TRAFFIC stima che il traffico illecito di animali selvatici generi un giro d'affari di nove miliardi di euro a livello globale, senza contare i disboscamenti e la pesca clandestina. Sebbene anche altri paesi del sud-est asiatico vi siano coinvolti, il Vietnam gioca un ruolo centrale in questo mercato. Si tratta, infatti, di un centro nevralgico dei traffici di animali che collegano l'Africa e alcune zone dell'Asia alla Cina.

L'anno scorso la dogana di Da Nang ha sequestrato più di quattro tonnellate di avorio e squame di pangolino, e oltre 130 chili di corna di rinoceronte. Settimana scorsa le forze dell'ordine hanno intercettato nel nord del paese un carico di 80 pangolini diretti in Cina.

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I frequenti blitz della polizia mettono in luce i tentativi del governo di combattere i reati contro la fauna selvatica. Tuttavia, se il Vietnam sta facendo progressi nel bloccare il contrabbando alle dogane, non sta riusciendo a colpire le reti di trafficanti e incarcerare i boss del business.

Il vino contenente un cobra.

"Non esistono normative che controllino il commercio di animali selvatici in Vietnam," spiega Willemsen. "Gli agenti delle dogane hanno fatto sequestri importanti, ma la maggior parte dei sequestri non portano a delle condanne - questo avviene in meno dell'uno per cento dei casi."

Molti degli animali consumati in Vietnam provengono dall'interno del paese, che può vantare una delle più significative biodiversità al mondo. Le sue riserve naturali sterminate sono l'epicentro del racket degli animali selvatici.

"Nel corso delle mie indagini nel Vietman centrale vedo che in ogni riserva naturale ci sono almeno 40 trafficanti, e che ognuno di loro ha almeno 20 cacciatori alle sue dipendenze," dice Le. "Il consumo, la vendita e il commercio di animali selvatici sono molto popolari e non abbiamo abbastanza guardie per fermarli."

Alcuni segnali indicano come il Vietnam si stia piegando alle pressioni internazionali per mettere un freno al racket. Il prossimo novembre il paese ospiterà una conferenza sul traffico internazionale di animali selvatici.

A luglio, invece, entrerà in vigore un emendamento alla legge sui traffici che imporrà pene più severe per simili reati. Chi viola la norma potrà ricevere multe fino a 1.800 euro o scontare tre anni di carcere.

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Le nuove leggi saranno un banco di prova per gli sforzi messi in campo dal Vietnam per porre fine ai traffici di animali selvatici. Il paese, ora, dovrà scegliere se ignorare gli appetiti distruttivi delle sue élite o proteggere la sua ricca biodiversità.


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Foto di Mark Scialla