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Non è mai esistita una serie adolescenziale come Skam italia

Tra mille polemiche, è da poco iniziata la terza stagione della serie—ma è sempre bellissima.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
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Il prossimo 15 maggio, in contemporanea su TimVision e Netflix, arriva la quarta stagione di Skam Italia, dedicata al personaggio di Sana. Per l'occasione, riproponiamo questo articolo, per dire che l'attendiamo parecchio.

“Il 70 percento dei ragazzi italiani ha avuto il suo primo rapporto sessuale tra i 15 e 16 anni, e solo il 58 delle ragazze utilizza un metodo contraccettivo durante la prima esperienza sessuale, 7 giovani su 10 frequentano abitualmente i siti porno e solo il 20 percento degli utenti sono donne. Il 41 percento dei giovani scambia le proprie foto online e recentemente si è stimato che quattro donne su 10 preferiscono la masturbazione al sesso. Il 35 ha dichiarato di avere o aver avuto una relazione stabile e noi, qui a Radio Osvaldo, mi sa che l’abbassiamo un po’ questa media.”

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Sono le parole che pronuncia Silvia, interpretata da Greta Ragusa, durante il suo programma radiofonico scolastico, con in sottofondo "Headphones" dei Walk the moon, e corredate da immagini girate con il cellulare di tette, ragazzi che limonano e grafiche di Pornhub: si tratta dell’inizio della terza stagione della webserie Skam Italia, o meglio, dell’inizio della prima clip, uscita "lunedì 11 marzo alle ore 13.31".

Parto da qui per un motivo: questo breve momento, che ricalca anche l’attacco della prima stagione su come “noi [adolescenti] continuiamo a studiare e a spendere i soldi dei nostri genitori facendo cose senza senso,” è una sintesi perfetta di come Skam Italia sia riuscita fin dal primo momento a riportare la realtà degli adolescenti così com’è—cosa non scontata per una serie ambientata oggi in un liceo romano.

Con i profili Instagram “reali” dei suoi personaggi, gli screenshot delle loro conversazioni Whatsapp e le clip giornaliere che compongono ogni venerdì un episodio, Skam Italia si distacca completamente dalla classiche serie tv e dalle sessioni di binge watching con cui le guardiamo.

Il meccanismo potrebbe ricordare molto il periodo in cui si doveva attendere con trepidazione l’episodio successivo della serie che si stava seguendo, ma in realtà la creazione di Skam Italia parte da un assunto molto attuale: l’idea che gli avvenimenti importanti debbano essere condivisi nel momento in cui accadono. Insomma, scene e conversazioni degne di nota sono da pubblicare in diretta, tutto il resto (o l’episodio intero) è soltanto un #tb.

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Tutti questi elementi sono stati ripresi dalla serie originale norvegese, Skam, creata dalla giovane Julie Andem, e andata in onda per quattro stagioni dal 2015 al 2017, sul sito della tv di stato Nrk. La serie è piaciuta così tanto che i diritti per i remake sono stati acquistati da diversi paesi tra cui, per l’appunto, l’Italia. Nel 2018 sono state prodotte da TimVision, in collaborazione con Cross Productions, le prime due stagioni. Da due settimane la terza è in corso, anche se non è più visibile gratuitamente sul sito dedicato come era stato per le prime due.

È così che è nato l’hashtag/petizione #FreeSkamItalia: i fan più incalliti contestano la decisione di rendere a pagamento, a metà dell’opera, un prodotto che non lo era, oltre al fatto che in nessun altro paese sia successa una cosa simile; e che i più giovani non possiedono una carta di credito per abbonarsi al servizio. Altri invece hanno difeso la scelta di TimVision, sostenendo che una serie ha dei costi e cinque euro sono una spesa più che fattibile.

Per tutti, ad ogni modo, seguire Skam non è guardare semplicemente una serie, ma una sorta di missione quotidiana fondata sulla paziente attesa della prossima clip di cui non conosci l’orario di uscita—anche se ti sei iscritto nella chat di Whatsapp che ti avvisa quando un nuovo contenuto è appena stato lanciato nell’etere.

Ma l’aderenza ai tempi in cui gli eventi accadono è solo una delle caratteristiche di Skam Italia. Pur essendo un remake, infatti, l’adattamento italiano è piaciuto anche al di fuori dei confini per le sue specificità—tanto che esistono comunità di fan esteri che cercano di tradurre le clip in tempo reale e Buzzfeed USA lo ha consigliato tra le serie non in lingua inglese da vedere, sostenendo che "iI suo realismo è diverso da qualsiasi altra cosa" e fa venire voglia di trasferirsi "immediatamente in Italia" (ok, quest'ultima frase è un classico di Buzzfeed).

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Una delle principali componenti attrattive di Skam Italia, per l'appunto, è proprio quello che definirei il suo “linguaggio documentaristico,” rintracciabile in tutte le stagioni incentrate sulle storie di Eva (Ludovica Martino), Martino (Federico Cesari) ed Eleonora (Benedetta Gargari).

Per esempio il momento in cui Federica (Martina Lelio) confessa a Martino che “shippava troppo” una sua possibile relazione con Niccolò (Rocco Fasano), e che ora tutti li chiamano “Martinico”; quando Eva dice alle sue amiche che si sta “scrivendo su Instagram” con un nuovo tipo, o quando Giovanni (Ludovico Tersigni) le dice che non vuole darle il cellulare e giocare a “Perfetti Sconosciuti”; o ancora quando Luca (Nicholas Zerbini) a un certo punto non sa distinguere la differenza tra “frocio,” “transessuale,” e “bisessuale.”

In sostanza in Skam Italia i discorsi non solo sono pieni di slang e simili, ma non vengono per nulla filtrati nei casi in cui certe espressioni potrebbero risultare sconvenienti—perché del resto gli adolescenti (ma anche i grandi) le utilizzano tra amici. Non si tratta di giusto o sbagliato, ma di voler rimanere fedeli alla realtà.

Tanto che Ludovico Di Martino—il regista della terza stagione che ha sostituito Ludovico Bessegato, rimasto produttore creativo e showrunner—ha recentemente spiegato a Repubblica che il "linguaggio esplicito e diretto" di Skam Italia è il frutto di centinaia di interviste ad adolescenti romani e dei giovani attori che sono sempre tenuti a dire “se un dialogo non funziona o qualcosa va cambiato.”

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La componente realistica si rifletta anche nella costruzione sfaccettata dei singoli personaggi. Prendete Eleonora: è attenta a qualunque cosa possa urtare la sensibilità altrui, posta foto della manifestazione #fridaysforfuture, si ritiene femminista, ma poi fa fatica a non infatuarsi di chi ritiene sia il male sceso in terra. O Sana, che non esita a mandare a fare in culo chi ha paura che possa farsi esplodere da un momento all’altro in quanto musulmana col velo. O ancora Martino: detesta i disturbi mentali ma li accetta come parte integrante della sua relazione.

Per quanto mi riguarda, su questo versante, Skam Italia eccelle a tal punto da superare Skins: i personaggi si muovono con così tanta naturalezza nelle loro apparenti contraddizioni e complessità da lasciarti spiazzato. E lo fanno all’interno di una cornice sorretta da un macro tema centrale: la solitudine, la salute mentale, il coming out, i disturbi alimentari, il sexting.

Il tutto corredato con una colonna sonora sempre adatta, che non vuol dire composta esclusivamente da bei pezzi, ma da canzoni che si possono ritrovare in qualunque playlist di un adolescente—come le canzoni di BabyK di cui Eleonora si vergogna. Tutte le canzoni della serie vengono inserite di volta in volta in un’apposita playlist Spotify: ci sono artisti come Calcutta, Lorde, i Cani, Lady Gaga, Cesare Cremonini, Willie Peyote e Ghali.

Tutti questi elementi fanno sì che Skam Italia sia adatta non solo a un target di giovanissimi come spesso viene detto, ma anche ai 30enni che non riescono a smetterla con i teen drama, e soprattutto ai genitori che possono capire un po’ meglio come funzionano le vite degli adolescenti di oggi.

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