"Sono meglio di Tupac, Biggie, Eminem, Kendrick, J. Cole, e persino Lil Pump," rappa Face. Viene da Ufa, la capitale della repubblica della Baschiria, in Russia. Ha un look androgino, tatuaggi in faccia, porta occhiali troppo grandi per il suo viso e ha in testa lunghi capelli lisci che gli si appoggiano, setosi, sulle spalle. In una delle sue hit, "БУРГЕР" ("Burger"), un pezzo minimale tenuto assieme da una linea di basso esageratamente violenta, ripete e ripete di voler derubare un negozio di Gucci. Face ha 21 anni ed è già uno dei rapper più controversi di Russia. I giovani lo adorano, ma tutti gli altri—le generazioni più vecchie, in particolare—lo trovano scioccante. Il video di "БУРГЕР" ha 24 milioni di visualizzazioni, ma anche 288,000 dislike.
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Face è uno dei molti giovani artisti che stanno trasformando la scena hip-hop russa. In passato, i rapper russi avevano tratto ispirazione dalle stelle americane adattando le loro tecniche alla lingua russa, ma negli ultimi anni alcuni artisti, come Pharaoh e Oxxxymiron, hanno cominciato a sperimentare un sound che tenesse conto delle loro origini. Il rap è al suo apice di importanza storico in Russia e per i giovani, come in molte altre parti del mondo, è il genere più importante della nazione. Anche se MTV Russia aveva già cominciato a promuovere rapper locali dieci anni fa, aiutandoli a vendere copie e vincere premi, questa nuova generazione di rapper russi opera in maniera indipendente dalle vecchie strutture musicali. Usano i social media per promuoversi e si gestiscono da soli le vendite del merchandising e i concerti. Inoltre, non dipendono da canali mediatici che trattano la cultura hip-hop, dato che ci sono solo due testate rilevanti nell'intera nazione, rap.ru e the-flow.ru. Il loro è un approccio fai-da-te che sembra stare funzionando. Ma come suona il rap russo? Contiene un elemento politico? È possibile lavorare liberamente in un paese che ha mandato una delle Pussy Riot in Siberia?Il problema principale che si incontra approcciandosi al rap russo è la lingua. Abbiamo contattato 11 artisti per questo articolo. Da molti non abbiamo ricevuto risposta. Due si sono rifiutati di parlarci dicendo di non saper parlare inglese. I russi parlano russo, e l'inglese non può essere data per scontata, in particolare al di fuori di Mosca e San Pietroburgo, i due luoghi dove prosperano le sottoculture in Russia.
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Fortunatamente siamo riusciti a parlare su Skype con Nikolai, che ha chiesto che il suo nome fosse cambiato per questo articolo. È un ragazzo che ha studiato giornalismo, lavora nell'industria musicale e organizza eventi. Ma, soprattutto, è un membro attivo e appassionato della comunità hip-hop russa."In Russia siamo alla nostra terza generazione di rapper", spiega Nikolai. "La scena è enorme, anche solo per motivi anagrafici. Negli anni Novanta sono nati un sacco di bambini". È stato proprio all'inizio di quel decennio che i giovani russi hanno cominciato ad appassionarsi al rap e ad esprimersi tramite i graffiti. L'Unione Sovietica era caduta, e le possibilità a livello creativo sembravano infinite. Ovviamente, prima del 1991 l'hip-hop era una cultura completamente impossibile da conoscere e sviluppare: in una nazione in cui era vietato indossare i jeans, la musica occidentale non era certa la benvenuta. Ma c'erano eccezioni, ovviamente. La prima traccia rap russa uscì nel 1984 e si intitolava, con poca immaginazione, "Rap"—era un rifacimento in russo di "Rapper's Delight" della Sugar Hill Gang, un classico dell'hip-hop americano, prodotta da una band, i Час пик. Il rap, ai tempi, era solo una modalità musicale che veniva utilizzata per farsi due risate, e non un legittimo punto d'inizio di una scena hip-hop nazionale.
Com'è nato il rap in Russia?
Negli anni seguenti, il rap russo cominciò lentamente a trasformarsi in un genere a tutti gli effetti. I testi parlavano di divisioni post-Unione Sovietica, sentimenti smielati e provocazioni varie. Non c'erano vere novità a livello di suono rispetto a quello che succedeva negli Stati Uniti, se non per la lingua. Nikolai descrive il rap di quegli anni come una parodia non intenzionale della sua controparte americana. Non era un granché, ma bastava a divertire la gente e funzionava come colonna sonora delle feste. I Мальчишник o i tentativi di crossover dei Децл, per esempio, erano entrambi considerati volgari per gli standard dell'epoca. Mosca e San Pietroburgo diventarono, a ogni modo, gli epicentri della scena. Lo sono tuttora, a tal punto che molti artisti ci si trasferiscono anche se potrebbero vivere meglio in altre aree della nazione. Pharaoh, che abbiamo intervistato via mail, ci ha inoltre detto che "forse tutto succede lì perché è più facile trovare più droghe".
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Per un sacco di anni il rap russo è stato un enorme cliché. Uomini muscolosi che cazzeggiavano con altri uomini muscolosi; donne come ballerine mezze nude nei video, o al massimo rappresentate nel ruolo di angelo in mezzo a mille troie, un popolare topos sessista del rap. Il machismo era una componente portante del rap russo delle origini come lo è di quello attuale, essendo ampiamente presente nella conversazione, nella politica e nella società russa. Il rapper di maggior successo di Russia a livello commerciale, Timati, ovviamente supporta Vladimir Putin. Sembra un oligarca che nuota nei soldi, può fare quello che gli pare dato che suo padre è amico di un importante politico ed è stato recentemente fotografato mentre guidava la sua Rolls Royce. "È un fenomeno all'interno dei media mainstream", dice Nikolai di Timati, "ma nelle scene locali tutti lo odiano".Le nuove generazioni russe, come le loro controparti nel resto del mondo, hanno però cominciato a concepire il rap come qualcosa di diverso. Cantano e imparano a memoria testi che parlano di depressione, sono interessati a sonorità sperimentali e preferiscono l'androginia al machismo. Timati compare in televisione, mentre i nuovi artisti vivono e operano su VK, il Facebook russo. "Succede tutto su internet", dice Nikolai: è lì che le etichette indipendenti operano ed è lì che la gente scopre nuovi artisti, all'interno di gruppi dedicati come Рифмы и Панчи ("Ritmo e pugni"). Avere SoundCloud non è poi così importante, e quasi nessuno stampa CD dato che ormai non se ne vendono praticamente più. I soldi arrivano dal merchandising e dai concerti, e all'interno della scena aleggia una certa tranquillità per quanto riguarda il suo seguito: "Il rap russo va forte perché qua la gente non parla inglese, e quindi non ascolta tanto rap statunitense", spiega Nikolai.
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Pharaoh, re dell'emo rap russo
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Oxxxymiron, il battle rapper più forte del mondo
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Nonostante abbia circa dieci anni in più dei nuovi talenti che animano la scena russa, Oxxxymoron è completamente dalla loro parte. Con loro condivide l'etica DIY, sebbene si concerti molto di più sui testi. Il suo suono è decisamente brutale se paragonato a quello di Pharaoh, a dimostrazione di quanto anche in Russia la scena rap si sia fatta variegata. "La nuova generazione ha un'idea più definita di quello che succede a livello globale, e quindi incorpora nuove influenze nel suo sound", spiega Nikolai. Ci è voluto un po' ma anche in Russia, come in molte altre nazioni, il rap ha smesso definitivamente di essere la brutta copia di quello che succedeva negli Stati Uniti.Per quanto possa sembrare strano, in Russia è esistito un passato in cui Vladimir Putin ha tentato di sembrare giovane assistendo a una battle in televisione. Il video qua sopra risale al 2009 ed è tratto da un varietà russo. Putin, vestito con un dolcevita bianco, siede nel pubblico in mezzo a un sacco di ragazzi con cappellini New Era che masticano gomme. Lui fissa il palcoscenico, ridendo beffardo, e tiene il ritmo con la mano, leggermente imbarazzato. A battle finita, Putin sale sul palco, si rimette un minimo in sesto e comincia a parlare: "Questi ragazzi trasmettono un fascino russo unico, grezzo ma importante dato che affronta problemi sociali sempre più prominenti".
Contando che solitamente Putin passa il tempo a farsi fotografare mentre doma orsi, un'apertura simile all'arte non è proprio comune per il suo personaggio. Soprattutto dato che governa un paese la cui libertà di stampa è alla posizione 148 a livello mondiale. Nonostante questo, ci sono rapper che sfidano i preconcetti della società in cui vivono: non parlando esplicitamente di politica, ma presentandosi come portatori di uno stile di vita spensierato e cazzone.
Ok, ma Putin?
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