Samuel Heron mi ha insegnato a ballare

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Samuel Heron mi ha insegnato a ballare

Ho parlato con Samuel Heron del suo passato coi Bushwaka e del periodo di "Capetto Kinghetto", di tatuaggi in faccia e di successo con le donne.

Il nome di Samuel Heron probabilmente lo conosci già per almeno due motivi. Il primo è perché forse l'hai letto tra i messaggi di Tinder che la tua tipa prova a nasconderti, il secondo è perché faceva parte dei Bushwaka, un gruppo rap di La Spezia, di stanza a Milano. Samuel Heron con i Bushwaka ha raggiunto una certa popolarità ed è arrivato a firmare un contratto con Newtopia (l'etichetta di J-Ax e Fedez), ma poi qualcosa non ha funzionato e il gruppo si è sciolto, ad aprile dello scorso anno. In ogni caso, Samuel Heron (sì, Heron come Gil Scott-Heron) ha deciso di non buttarsi giù, proprio come nel libro di Nick Hornby, e la sua popolarità sembra essere nuovamente in ascesa: ad oggi, il nostro ha pubblicato nove singoli di brevissima durata, sulla scia di una formula già sperimentata dal suo amico Ghali, e i numeri parlano chiaro. "Illegale", addirittura, ha sfondato il tetto del milione e mezzo di visualizzazioni.

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Una particolarità di Samuel che salta immediatamente all'occhio guardando i video è il suo dimenarsi come un airone; ho allora pensato che, se l'avessi contattato, probabilmente avrei potuto apprendere qualche mossetta delle sue per rimorchiare ai concerti di Gazzelle. Ci incontriamo a Roma, in un hotel in centro, e inizialmente parliamo seduti sul letto della sua stanza, ma poi decidiamo di comune accordo di trasferirci nella sala da pranzo perché il tutto aveva assunto tonalità decisamente ambigue.

Tutte le fotografie sono di Melania Andronic Noisey: Partiamo dall'inizio. Mi dici qualche parola sui Bushwaka? Qualche mese fa ero fissato con "Capetto Kinghetto". Capetto kinghetto capetto kinghetto capetto kinghetto…
Samuel Heron: Che cosa hai tirato fuori… (Ride). Allora, io e Mike24 ci siamo trasferiti quattro anni fa da La Spezia a Milano per una necessità condivisa: fare la musica che ci piaceva, musica parecchio distante da tutto quello che girava allora in Italia.
Adesso c'è un sacco di roba, ma all'epoca (sembra di parlare del medioevo e invece parliamo di pochissimo tempo fa) non c'era davvero nulla. Ci siamo guardati e abbiamo detto: cosa facciamo? Abbiamo studiato il progetto Bushwaka a tavolino, ci siamo persino presi una mascotte, un panda vero, perché volevamo una roba colorata e che si facesse notare. Poi è arrivata la proposta di Fedez che stava per fondare Newtopia.

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Com'è stata l'esperienza di lavoro con Fedez e J-Ax? 
Non è andata proprio come speravamo, nonostante avessimo a disposizione un budget da major pur non essendo in major. Semplicemente eravamo incompatibili con quella struttura organizzativa. Adesso riesco a capire che quell'ambiente non faceva per noi, però all'epoca, siccome eravamo dei pazzi senza esperienza e senza un soldo, ci siamo buttati. 
Adesso sono pieno di proposte da parte delle major, ma so che non è ancora il momento di firmare. All'epoca non la pensavo così perché l'unica cosa che mi interessava era lavorare sulla musica che mi piaceva con un mio amico e un bel po' di soldi… Non potevo proprio dire di no.

Quando avete iniziato a fare musica, nel 2013, in Italia c'erano praticamente solo nomi già affermati: Club Dogo, Fabri Fibra. L'unico un po' diverso era Salmo, che però stava nel suo.
All'epoca era tutto diverso. Facevi 200.000 visualizzazioni e ti sentivi arrivato. Noi Bushwaka siamo stati i primi a fare delle cose diverse da quelle che andavano allora, probabilmente.

Per quanto riguarda la diffusione della tua musica, stai adottando la stessa strategia di Ghali: un singolo nuovo ogni paio di mesi per tenere alta l'attenzione dei fan e sfruttare i video che danno una visibilità maggiore ai pezzi. Stai pensando di raccogliere i singoli usciti finora?
Sì, c'è un EP in programma con qualche remix di pezzi già usciti e pezzi nuovi che usciranno tra poco e su cui ho lavorato in questi ultimi tre mesi. La gente smania come se non uscisse nulla da tre anni e invece sono solo tre mesi (ride). In questo periodo sono stato un po' scombussolato perché si sono affacciate tante robe nuove e avevo bisogno di organizzarmi. Ho anche avuto un sacco di concerti.

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Come funzionano i tuoi live, a proposito? Li fai ancora i pezzi dei Bushwaka?
No, quel capitolo è chiuso, sia a livello lavorativo sia anche a livello personale, cioè ho tagliato i ponti con molta gente: per dirti, anche con la mia ex (ride). Questo periodo artistico è di rottura in tutti i sensi rispetto a quello precedente. 
Per quanto riguarda il live vero e proprio, il mio DJ Matteo, degli STEREOLiEZ, fa un'apertura di venti minuti, una selecta che sbombarda e poi parto io con un set di tutti i miei singoli.
A livello di suoni, in generale, noi portiamo sonorità un po' più club della solita trap. Fare trap è più facile in questo periodo perché ti passi anche il pubblico degli altri artisti che la fanno, invece se come me stai a metà è già un po' più complicato. 
Magari fai l'indie (ride), tipo Calcutta, Thegiornalisti… Io invece mi sto costruendo piano piano, e lo vedo anche dal vivo perché c'è una bella risposta ai concerti.

Toglimi una curiosità. A donne come sei messo? È vero che i rapper non hanno un attimo di respiro?
Le donne mi si lanciano addosso, hai presente i pesci che si buttano nella rete da soli? No, scherzo. Non è così facile come uno può credere. Ovviamente essere un rapper aiuta, però… Ti spiego. Io ho una personalità divisa in due. Da una parte abbiamo Sandra e Raimondo, dall'altra Kurt Cobain. Ogni tanto Kurt Cobain prevale, anche perché è il lato più appariscente, quello che si vede dall'esterno. Ma la parte più vera è quella di Sandra e Raimondo, che comunque fa parte della mia indole e quindi rimarrà per sempre nonostante Kurt sia spesso più forte.

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Sempre per farmi un po' i cazzi tuoi: tua madre e tuo padre supportano quello che fai, nonostante i tatuaggi in faccia? 
I miei sono separati da quando ho cinque anni e sono due persone totalmente diverse. Mia madre mi ha supportato da sempre, nonostante i tatuaggi, fin da quando ballavo e nonostante i pochi soldi che avevamo, facendo anche tantissimi sacrifici economici: vederla fiera mi rende fiero, mi sembra di ripagarla. Anche mio padre mi ha supportato, anche se un po' coi piedi di piombo. Da parte sua ho anche un fratello di nove anni che adoro; pensa che i suoi compagni di classe ascoltano la mia musica, anche se non so perché. A nove anni!

Melania, la fotografa, interviene e ci racconta un aneddoto. Suo fratello piccolo di sei anni, dice, è fissato con Marracash, Guè Pequeno ed i rigatoni, e una domenica  a pranzo chiedendo i suoi rigatoni fa: "Vroom vroom rigatoni! Dove sono i miei rigatoni?".

Samuel: Che mito (ride). Ovviamente mio fratello è il più popolare della classe adesso.

Il rap ormai è endemico. Secondo me noi non abbiamo idea di quanto sia diffusa davvero tra i più piccoli questa musica, se ancora ci sorprendiamo ascoltando aneddoti del genere. Ma torniamo al discorso tatuaggi.
Mia madre sa che nonostante i tatuaggi sono un ragazzo equilibrato. Questa cosa dei tatuaggi è stata graduale comunque, non è che mi sono presentato a casa con una tigre sul collo… prima ho fatto le braccia, poi un giorno sono tornato a casa e ho detto: mamma, domani mi tatuo in faccia. Se sei un ragazzo con dei principi comunque ti puoi fare anche… Oddio, non dico un cazzo in fronte, ma quasi.

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Adesso è il mio manager che mi proibisce altri tatuaggi in faccia, anche se per adesso sono a posto così, sono già abbastanza strong. Però certo che un tatuaggio qua… (Si tocca sotto l'occhio destro, ridendo). Questi tatuaggi li porterò nella tomba con me, e siccome sono metà Cobain metà Sandra e Raimondo è probabile che morirò a ventisette anni, sbattendo i piedi sotto le coperte come Sandra, però fatto di eroina come Cobain.

Tornando un attimo su Calcutta, anche lui in una canzone dice "vestiti da Sandra che io faccio il tuo Raimondo". Adesso l'indie e il rap sono più vicini che mai, penso a Franco126 e Carl Brave che hanno recentemente  firmato per Bomba Dischi: hai mai pensato a qualche collaborazione simile? Samuel Heron e Calcutta, come la vedi?
Minchia, ma scherzi? Bellissimo. Pensa che uno degli ultimi concerti che ho visto è stato di Calcutta, a Milano quest'estate. Ovviamente mi ero appena lasciato quindi ho pianto molto. Ero lì in mezzo alla gente che mi nascondevo con la mano per non farmi vedere.

Questo posso metterlo nell'intervista?
Sì, vai tranquillo. Io sono una persona super empatica, soprattutto con la musica, anche se magari non si direbbe dall'esterno. Piango spesso, pure con Chet Baker per dirti. Se questo è il tabellone di dove andare a prendere il cuore, lui fa sempre centro. (Mima con le mani il gesto di lanciare una freccetta: "zac!").

Però fai tutti banger zarri, dai, come fa a capirlo un osservatore esterno?
Infatti non lo capisce, perché non è facile mettere quel lato lì nei pezzi e poi non è detto che venga bene. Sono cose super personali, è molto più facile essere frivoli. Comunque questo lato rimane a me e alle persone che ho vicino. Magari lo faccio intravedere a quelli attenti, però finisce lì.

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Ma questa cosa dei balletti? 
Per adesso sono mossette, ovviamente non è quello il fulcro del pezzo, cioè nella mia mentalità sono cavolate. Io sono Samuel Mars! Sono il nuovo Bruno Mars, a parte che sono bianco. Non sono bello come lui, però vabbè. Piano piano ci arrivo. È difficile, anche perché Bruno Mars è un nome enorme. Però si può fare qualcosa in più secondo me. Piano piano.

A questo punto Samuel prova a insegnarmi alcune delle mosse che fa nei suoi video perché voglio imparare ad avere successo con le donne: