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Musica

Trash-Dance presenta Phon.o e Dubbel Dutch

La cricca che spacca da più di sette anni mette insieme Berlino e New York in una sola notte.

Trash-Dance è uno dei party veneti che già ai tempi di Myspace (2007-2008) faceva parlare di sé con foto pazze di serate e l’inconfondibile logo bianco e nero. Storicamente nasce a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, proprio nel 2007, quando quelli che oggi sono i grossi nomi della musica elettronica non erano ancora così grossi.

Praticamente sono sette anni che portano in Italia—e principalmente in Veneto—individui come Alex Gopher, Rustie, Mixhell, The Subs, Roses Gabor (dei Gorillaz), Alex Metric, Proxy, Oneman, Shinichi Osawa, Grum, Danger, Girl Unit, Melé, Monki, Nguzunguzu e tanti, tanti altri.

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Un anno fa T-D ha deciso di espandersi e di associarsi ad artisti provenienti da tutta Italia—Ckrono, Slesh, Milangeles, Nobel, The Clerk, Auza, Digi G’Alessio, Leslie Lello, Mudimbi, Mario Itler—a formare Italians Did It Better, un collettivo ben deciso a spingere e promuovere le migliori scene di clubbing italiano.

Questo sabato, al New Age di Treviso i ragazzi di T-D inaugurano la nuova stagione con una seratona delle loro, ospiti d’eccezione: Phon.o e Dubbel Dutch, entrambi provenienti da due delle città più affiliate alla cultura del clubbing del globo intero: Berlino e New York.

Mentre leggete ciò che abbiamo chiesto a Phon.o, mettendo in relazione la sua vasta esperienza riguardo al panorama clubbing berlinese con quello newyorkese, ascoltatevi il mix che ha fatto per noi qualche tempo fa.

PHON.O In The Heat MiniMix by Noisey Italia on Mixcloud

Noisey: Raccontaci come funziona a Berlino e prova a immaginarti a NY, altra mecca per la musica elettronica nonché base dell’artista con cui dividerai la consolle sabato, Dubbel Dutch. Secondo te il tuo progetto avrebbe funzionato anche lì?
Phon.o: Berlino ha delle scene musicali piuttosto complesse. Per esempio non ne esiste solo una per quanto riguarda l’elettronica, ce ne saranno almeno 20. E questo è quello che mi piace, perché ognuna ha le sue caratteristiche ma interagiscono tra loro. Oggi, grazie al potere di internet, durante le fasi di distribuzione, promozione e ricezione, chiunque da qualsiasi parte del globo può accedere alla stessa musica. Questo ne semplifica la diffusione ma è un’arma a doppio taglio, perché seppur ogni realtà continuerà ad avere le sue particolarità, dovute ovviamente alle dinamiche di socializzazione musicale e ai background culturali diversi, la scena locale perde importanza.

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Per quanto riguarda il mio progetto so che la gente di NY è molto interessata a ciò che faccio, lo vedo nelle statistiche sui social e ricevo spesso richieste di date lì, dove in passato mi sono già esibito parecchie volte nonostante non ci siano molti eventi dove potrei suonare.
Oggi vedo un nuovo sviluppo della scena newyorchese e questa è una gran bella cosa: stanno nascendo molte etichette e credo che questo stia creando una nuova scena, che spero sarà forte e duratura.

Se dovessi portare Dubbel Dutch in giro per Berlino dove lo faresti mangiare, ballare, divertire e quale personaggio dei club della tua città vorresti fargli conoscere? C'è qualcosa che dovrebbe assolutamente fare o vedere?
Di sicuro dovrebbe andare al Berghain per almeno 20 ore e provare l’ebbrezza di una notte di techno potente in un forte ambiente architettonico. Ma ci sono anche un sacco di party e di piccoli club ancora illegali dove dovrebbe andare. Spuntano come funghi, quindi non voglio e non posso dire un nome specifico. Lo porterei inoltre in un buon ristorante tedesco, per mostrargli che il nostro cibo non è solo Bratwurst, e infine lo porterei in tutti i vari quartieri di Berlino: penso che sia l’esperienza più forte e interessante che potrebbe fare.

Tre artisti che per te rappresentano il passato, il presente e il futuro della tua città.
Head High, Siriusmo e Born In Flamez.

Tre dischi che ti fanno impazzire e che potrebbe apprezzare anche Dubbel Dutch.
Ruff Draft di J Dilla, Asiatisch di Fatima Al Quadiri e LP1 di FKA Twigs.

Come saprai in Italia ci sono sempre stati moltissimi artisti con grandi potenziali, ma purtroppo non ci sono città di riferimento dove si creino quelle sinergie che con il tempo portano a far nascere collaborazioni, strutture, etichette, radio e magazine specializzati, grandi club, festival e scene che diventino di riferimento in giro per il mondo. Ti va di concludere provando a darci dei consigli a riguardo?
Innanzitutto gli artisti italiani dovrebbero essere più attenti a crearsi un proprio sound: molti di quelli che ho conosciuto provano a copiare lo stile dei nomi grossi. Il secondo consiglio che darei è quello di provare a costruire una scena club solida in Italia, che dia la possibilità alla gente di sentire artisti internazionali e allo stesso tempo che dia visibilità a quelli locali. Terzo: organizzatori e promoter dovrebbero collaborare invece di fregarsi a vicenda e farsi la guerra. Dovreste darvi una mano e coordinare le date in modo da ottenere il miglior risultato per tutti. Quarto: il pubblico italiano dovrebbe essere orgoglioso anche della scena locale e dovrebbe supportarla sempre. Questo significa che dovrebbe partecipare agli eventi, ai party nei club anche se suonano “solo” italiani, e dovrebbe andarci anche senza essere nella guestlist. È come un albero: se gli dai da bere lo aiuti a crescere e con il tempo ne raccoglierai i frutti.

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