FYI.

This story is over 5 years old.

Musica

Ridateci i Late Of The Pier

I Late Of The Pier erano un gruppo di massacrati che a metà anni 2000 avevano tirato giù tutto con "Fantasy Black Channel", dopodiché sono spariti. Ecco perché li rivogliamo indietro.

Quando Miley era ancora una preadolescente con l’armadio pieno di pantaloni a campana, esisteva già un gruppetto di veri provocatori del POP. Quattro fulminati arrivati dal futuro che non avevano bisogno di eccentricità perché loro stessi la incarnavano a sufficienza. Erano i Late of the Pier.

La storia comincia a metà anni 2000, con il loro primo EP Zarcorp Demo—ai tempi probabilmente indossavano già almeno un indumento dorato, e più che un pugno erano proprio una mattonata sugli occhi. Frullavano i generi musicali e li sputavano fuori con la sicurezza di chi sapeva che un giorno il resto del mondo avrebbe capito. Purtroppo, però, questo non è mai successo, e sono SEI ANNI che i LOTP non fanno più uscire niente.

Pubblicità

Corre voce che i membri della band se ne vadano in giro per Castle Donington, lavorino in bar a caso e parlino di sé dicendo “Andrew” e “Ross” con la stessa enfasi di chi è a una cena formale. Pensare a cosa sarebbero potuti diventare, visto il loro passato, mi ha fatto sgorgare lacrime acide, tipo perline caleidoscopiche.

Insomma, io sto scrivendo questo piccolo memorandum perché sono convinta che i Late of the Pier debbano tornare a rappresentare un collegamento tra i generi, ne sono convintissima. Che siano i Disclosure con le chitarre, o i Peace muniti di Korg. È giunta l’ora che ritornino.

Sono passati sette anni e “Space And The Woods” è ancora un pezzo della madonna, esattamente come allora. Non sembra nemmeno sia passato del tempo, dato che ho la netta sensazione che quella traccia sia stata teletrasportata direttamente dal 3016. All’epoca la loro veniva descritta come “musica che fa venire l’asma”, definizione tutt'altro che offensiva, a mio parere. Per farvi capire a che punto siamo con band di questo tipo sulla piazza oggi, l’ultima volta che ho controllato, gli Alt-J si erano guadagnati un “carini”…

Poi arrivò Fantasy Black Channel, un album che sapeva il fatto suo, un album in cui i Moog parevano suonati al contrario con una zampogna e poi risuonati con uno di quei lecca-lecca che fanno anche da fischietto. Forse è stato d’aiuto che l’album sia spuntato dal nulla in un periodo in cui aprivi la cassetta della posta e ci trovavi dentro il conto bancario, la bolletta del gas e le buste giganti di mefedrone. Ma anche senza questo piccolo aiuto, ogni nota di quell’album era un viaggione totale.

Pubblicità

Vogliamo parlare di questo triste periodo odierno, a confronto? La cosa più technicolor che potrete sperare di vedere è uno dei CHVRCHES che cade per sbaglio in una piscina piena di scorie radioattive. Da tutte queste premesse deriva la mia decisione di scrivere ai Late Of The Pier una lettera aperta per convincerli a riemergere dalla tana di lepre in cui si sono nascosti fino ad oggi, e ricominciare a fare musica. Non che io sia una loro fan assoluta (ovviamente lo sono!), ma ho l’angosciante presentimento che per evitare di cadere in un mare indefinito di musica narcotizzata tipo The National, qualcuno debba intervenire. Dunque cominciamo…

Cari Late Of The Pier,

Abbiamo bisogno che ci riportiate indietro il carattere, l’eccentricità e il senso di imprevisto. Abbiamo bisogno di nuovi album che all’improvviso se ne escano con risate sguaiate o gente che dice “Senti odore di merendine?” Ne abbiamo bisogno… Be’, forse ne abbiamo necessità vitale, e non riesco a pensare a nessun altro che possa soddisfare il nostro vuoto esistenziale meglio di voi.

Fantasy Black Channel era l’album più brillante e bizzarro degli anni 2000 e ora è il momento ideale per trovarne uno altrettanto brillante e bizzarro che gli faccia da erede. I pisquani a cui venivate malamente associati adesso stanno avendo fugaci picchi di celebrità (Metronomy), altri stanno riemergendo con ondate di energia vitale ritrovata (Klaxons), perciò, quale miglior momento storico per tornare in scena e far vedere a tutti come si fa? Fingetevi Bowie e fate finire qualcosa su Internet per sbaglio, poi guardatevi i retweet lievitare, un po’ come fa Rick Ross quando guarda il suo conto bancario. Fingetevi gli Arcade Fire e buttate fuori un pezzo sotto pseudonimo (credo che tutti ci arriverebbero in tempi molto brevi). Oppure mettetevi in mezzo a una via e suonate come se la vostra musica dovesse davvero cambiare la vita a qualcuno. Fate quel che volete, perché ammettiamolo—non sarà mai niente di noioso. In ogni caso, spero vivamente che almeno facciate qualcosa, perché se già è stato soddisfacente realizzare un unico album da schizofrenia e poi sparire, il mondo della musica diventerebbe un posto ancora più ridicolo se doveste davvero tornare a farne parte. E quella punta di illogicità è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno.

Vostra,

Lisa ‘Lafayette Howlin’ Thunder Esq.’ Wright

xx