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Musica

Perché nessuna popstar sarà mai come Phil Collins

Sembra uno un po' sfigato, ma è di gran lunga meglio di Pharrell.

Non ci sarà mai un altro Phil Collins nel mondo della musica, e questo è un vero peccato. Non sto dicendo che nessun altro musicista esplorerà mai il lato oscuro del pop o si lanci in assoli di batteria della madonna, ma, visto come vanno le cose, non sembra esserci più spazio per icone musicali mondiali che abbiano un look mezzo da sfigatello come il nostro Phil (ancora meno sono le possibilità che ci sia mai un'altra popstar che si chiama Phil, quindi continuerò a riferirmi a Phil chiamandolo Phil per l'intera durata di questo articolo, così in qualche modo compensiamo). Ok, Phil non è mai stato propriamente un figone e ora che ha sessant'anni le possibilità che faccia un ritorno sulle scene in grande stile sono pari a quelle che la Svizzera diventi un Paese interessante. In ogni caso, il dato più eloquente su Phil è proprio lo stato attuale della pop music.

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Un po' di storia: Phil è stato il mio primo concerto della vita, e ho ancora la magliettina che me lo ricorda (la cosa più nobile è che Phil non fa la lista delle città toccate dal tour, come gli altri, ma la lista dei Paesi, che classe). Correva l'anno 1990, avevo 11 anni e Phil portava in tour il suo album più figo …But Seriously, un album il cui artwork mostra un profilo bruttino della sua faccia bruttina, artwork che io mi portavo orgogliosamente sulla pancia in quegli anni spensierati. Mentivo ai miei amici e dicevo che il mio primo concerto della vita era stato quello dei Guns N' Roses nel tour di Use Your Illusion, ma non era vero, tecnicamente quello era il mio terzo concerto e veniva dopo Phil e dopo i Genesis del tour di We Can't Dance. Il tipo con cui andavo ai concerti allora, adesso fa il politico e si veste come Kevin Spacey in House of Cards. In altre parole, erano 25 anni fa.

La maglietta del tour di Phil Collins consunta dall'autore di questo articolo.

In ogni caso, l'altro giorno ho ritrovato la maglietta e mi sono messo su …But Seriously, e, lasciando stare il fattore nostalgia, devo dire che quest'album suona gran bene anche se le tastierone e molti degli arrangiamenti sono un po' farraginosi per gli standard di oggi. Comunque la cosa che mi ha colpito davvero, a parte il piglio di Phil, è il contenuto dei suoi testi. Cioè, se guardiamo la sua superhit "Another Day In Paradise" ci rendiamo conto che è un pezzo che parla di quando ti senti in colpa perché ignori gli accattoni per strada, cantato in un modo che non ti può lasciare indifferente. Per rinfrescarvi la memoria, se non vi siete ascoltati il grande Phil di recente, fa più o meno così: "She calls out to the man on the street, 'Sir, can you help me? It's cold and there's nowhere I can sleep, is there some way you can tell me?' He walks on doesn't reply, he pretends he can't hear her. Starts to whistle as he crosses the street, seems embarrassed to be there."

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Ora, confrontiamola con la top hit di oggi, "Happy" di Pharrell Williams: "It might seem crazy what I'm about to say, Sunshine, she's here, you can take a break. I'm a hot air balloon that could go to space. With the air, like I don't care, baby by the way." Non c'è niente di male a celebrare la contentezza e permettere alla musica di essere un momento di sollievo dal grigio della vita quotidiana, ma è difficile non accorgersi del fatto che canzoni come questa sono fatte per fuggire dai problemi, anziché affrontarli. Ok, gli inni orrendi degli anni Ottanta come "We are The World" suonano un po' volemose bene, ma potreste immaginarvi come sarebbero se i grandi nomi del pop facessero la stessa cosa al giorno d'oggi? Non succederebbe, o, se succedesse, sarebbe sicuramente parte di una campagna di marketing.

Neil Pollack ha sollevato un gran polverone quando ha scritto questo bell'articolo per il New York Observer su come il SXSW sia diventato iper-commercializzato e, benché avesse ragione, non si tratta solo del festival, ma di tutta la cultura mainstream, dal pop alla politica. (Davvero credete che gli Stati Uniti potranno eleggere un presidente brutto dopo l'exploit di Obama?) Quando pensiamo agli anni Sessanta, Settanta, Ottanta e Novanta, ogni genere nato in queste decadi ha un proprio suono e una propria personalità. Quando invece guardiamo quello che succede ora, non ci sarà alcun demarcatore stilistico fra generi, ci ricorderemo solo di Lady Gaga vestita di bistecche o delle parruccone di Nicki Minaj. Phil, intanto, ci ricorda dei bei tempi in cui quando qualcosa diventava "virale", significava un successo concreto, qualcosa su cui valesse la pena soffermarsi. Ok che il nostro Phil avrà avuto qualche problemino a trovarsi da scopare, anche se stava al top delle classifiche mondiali, ma questo è un altro paio di maniche, e poi c'è qualcosa di molto rassicurante nella sua normalità tendente alla sfiga.

Ma non sono solo io a pensarla così. Ho parlato con un sacco di fan entusiasti di Phil, tra cui Erin Tate, il batterista di Minus The Bear, che mi ha spiegato: "La gente che pensa che Phil sia un po' sfigato non si è mai ascoltata bene la sua discografia"—in effetti ha esordito con il super gruppo prog Brand X—"E come batterista è stato il primo in assoluto ad emergere e prendere il controllo della situazione. I Genesis hanno perso un frontman incredibile, Peter Gabriel, ma Phil David Collins è arrivato e ha riportato la band a grandi altezze, cosa che, da un batterista, è una bella manata." Tate mi ha anche informato che Phil ha da poco annunciato che avrebbe iniziato a lavorare con Adele, e la cosa ha abbastanza senso, dato che lei quantomeno è una popstar che sembra una persona vera, proprio come Phil. E, come quello di Phil, il suo talento è così immenso che non la si può ignorare solo perché non rientra in una determinata categoria estetica.

Mentre scrivevo queste cose, "I Wish It Would Rain Down" mi è arrivata nelle orecchie e fuori ha iniziato a piovere, e quando Phil cantava "I wish it would rain, rain down on me," ho capito a pieno questa sua metafora della perdita dell'amore. Ogni canzone di Phil è una canzone sul cuore infranto. Ogni sua canzone parla di situazioni traumatiche, ma ogni sua canzone ti porta a sentire qualcosa. La musica pop di oggi non fa alcun male, è forte e statuaria, non ti porta a farti alcuna domanda, non ti manda in crisi. Magari è solo l'epoca di Internet, magari la gente è stanca di essere bombardata di cose deprimenti, o magari sono sol io che divento vecchio, ma credo che nessuno potrà mai eguagliare Phil nel far affiorare i sentimenti con quella semplicità e quella classe.