Noisey: Perché nove tracce?Gabriele: Non siamo arrivati a dieci perché non volevo. Sono ancora legato a quella piccola magia letteraria dantesca per cui il multiplo di tre è qualcosa di sacro, poi il numero pari è veramente noioso. Mi sembrava anche di aver esaurito abbastanza le forze, è stato un po’ uno svuotamento mentale. Non dovevo andare oltre, ne avessi fatta un’altra sarebbe stata la solita traccia riempitiva, col feat buttato là. No, sono tutte tracce calibrate, volute, decise, sentite. Non potevo farlo in tempi brevi, perché sono nove tracce di pura fatica. Purtroppo sono talmente sciocco—è da stupidi essere così—che mi impunto sul contenuto, ci devo pensare e ripensare a quello che dico. Ho la sensazione che questo disco sia stato l’unico disco compatibile con quello che avevo in testa. È proprio quello che volevo. Di solito non gira sempre bene così, nel senso che di merda in testa ne hai, ma quando la butti su carta non è proprio tale e quale a come l’hai pensata. A volte ha dei binari, dei limiti, perché comunque le lettere hanno dei limiti. Invece ora no, è proprio quello che ho letto e quello che ho studiato.
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