FYI.

This story is over 5 years old.

Musica

Perché i Korg Volca cambieranno tutto

Sono economici, portatili e semplici da usare. E soprattutto suonano da dio!

Korg è una di quelle compagnie che sembra sempre offrire ai musicisti prodotti efficienti, durevoli e a prezzi abbordabili. Sappiamo che qualsiasi gruppo ha avuto, a un certo punto della propria carriera, una MicroKorg, e la loro KR Mini Portable Rhythm Machine ha recentemente destato la nostra attenzione. La serie Volca, tuttavia ,porta il concetto di efficienza + convenienze a un livello più alto. Diciamoci la verità, tutti adoriamo i nostri sintetizzatori software e i campioni di drum machine. Ciononostante, parte del motivo per cui questi sono diventati così pratici è perché, seriamente, chi ha 3000 euro da spendere per una 808 così, su due piedi? La serie Volca offre un’alternativa abbastanza valida per una frazione infinitesimale di quel prezzo. Ve lo concedo, non offriranno mai la stessa potenza e lo stesso carattere dei synth più popolari degli anni Ottanta, ma daranno ai musicisti, soprattutto quelli che lavorano nell’ambito della musica dance, il grande potere della sintesi analogica e del girare tutte quelle manopole. Inoltre hanno un suono stupendo. E vi ho già detto che sono convenienti? Ogni pezzo costa 130€. Ecco cosa mi è piaciuto di più delle Volca beats, bass e keys, senza esasperarvi con discorsi da nerd.

Pubblicità

VOLCA BEATS

La prima cosa che noterete quando guardate i Volca è che hanno un aspetto molto simile alla già popolare serie Monotron di Korg. In un certo senso, Korg ha utilizzato parte dello stesso design e delle caratteristiche tecniche che li avevano resi così divertenti e semplici all’utilizzo. I Volca Beats offrono fino a sei diversi suoni di percussioni, ciascuno dei quali può essere pitchato e inserito in sequenze, in maniera molto simile a tutte le drum machine che conoscete. Le casse di questa macchina sono esplosive e, se combinati alle sue altre caratteristiche e alla funzione Stutter, ti lasciano il dubbio che Korg abbia reclutato il dio delle drummachine per lavorare dentro a questa scatola. Probabilmente non è così, mi sbaglio?

VOLCA BASS

Nel 1982 la Roland mise sul mercato un sintetizzatore/sequencer per bassline chiamato TB-303. La 303 è nota soprattutto per aver definito lo stile di house oggi conosciuto come acid. A partire dalla sua prima uscita, il 303 è stato feticizzato e replicato da varie compagnie di nicchia. Il Volca Bass, anche se non è esattamente la stessa cosa né è potente quanto la 303, è in realtà un sintetizzatore molto figo e versatile. La cosa migliore del Volca Bass è che puoi programmare contemporaneamente sia una sequenza di bassi che una linea acida di lead, il che significa avere i suoni più bassi e quelli più acuti tutti con una stessa macchina. Non sarebbe male far suonare queste due e combinarle con la Volca Beats. Fate attenzione però. Questa combinazione farà partire un rave che andrà avanti a oltranza. VAI CON L'ACID.

Pubblicità

VOLCA KEYS

Il Volca Keys è un sintetizzatore suonabile e sequenziabile con delay integrato. Dei tre synth, questo è forse quello con maggiori possibilità di oscillazione, come probabilmente è giusto. Sono rimasto molto colpito dalla gamma di funzionalità che sono riusciti a concentrare in questa scatoletta; cinque diverse funzionalità di voicing, automazione integrata, modulazione a step, delay da paura ecc. Il sound della Volca Keys è deciso e tagliente. E anche se tutti i synth Volca hanno funzionalità MIDI, la Keys ti consente di prendere facilmente le distanze dai suoi due fratelli e di integrarti in qualsiasi impianto, che sia elettronico o meno.

IL TRIO

È difficile afferrare appieno il vero potere di questi synth senza utilizzarli tutti insieme. Questa è forse la loro più grande forza ed è una cosa che Korg ha reso estremamente facile. La serie Volca potrebbe davvero avere un forte impatto sulla musica elettronica, un po’ come Ableton Live ha fatto nell’ambito dell’arrangiamento via software, offre strumenti molto potenti a prezzi favorevoli, a coloro che non si sentono ancora pronti a buttarsi a capofitto nella mondo fatato della sintesi analogica più complessa.